Dal Canada all’Aspromonte, giustiziato ‘Fat Pat’ Musitano. Il nonno era la ‘bestia’ di Delianuova

Una storia fatta di morti ammazzati e fiumi di droga


Prima “Ang” ora “Fat Pat”: si chiude così, come da copione, sotto il fuoco dei sicari, la lunga avventura dei fratelli Musitano ai vertici del crimine organizzato che collega la regione dei Grandi Laghi in Canada alla provincia di Reggio Calabria.

A tre anni dall’esecuzione di Angelo Musitano infatti, venerdì scorso – scrive Guido Olimpio sul Corriere della Sera – è toccato al fratello PasqualeFat PatMusitano, giustiziato da un commando a Burlington dopo uno scontro a fuoco in pieno stile Hollywood in cui è rimasto ferito anche uno dei guardaspalle del boss.

C’è il sangue che scorre a fiumi nelle storie della ‘ndangheta canadese; sangue di cui i fratelli Musitano erano stati direttamente responsabili nel vorticoso gioco delle alleanze militari e delle faide per il controllo del potere e che è ora ricopre anche l’ultimo superstite dell’antico capobastone che, negli anni ’30, era conosciuto come la “bestia” di Delianuova.

Una storia fatta di morti ammazzati e fiumi di droga, sull’asse che lega il Canada all’Aspromonte.

Una storia che, raccontano le tante indagini degli ultimi anni tra le sponde dell’Atlantico e quelle del Mediterraneo, continua indisturbata anche ai giorni nostri, anche approfittando del fatto che la legislazione canadese non prevede il reato di associazione mafiosa. E se Pasquale ha trovato la morte dopo un periodo passato a nascondersi in seguito al tentato omicidio che lo aveva visto coinvolto tre anni fa, suo fratello “Ang” era stato freddato addirittura “a domicilio”. Tre anni fa infatti, un sicario armato con una p38 aveva atteso il suo ritorno a Hamilton (ricco sobborgo a est di Toronto) freddandolo con diversi colpi nel suo vialetto di casa. Secondo le ricostruzioni dell’epoca, Musitano era stato messo sotto controllo dal suo assassino, che nei giorni precedenti all’agguato sarebbe passato più volte davanti l’abitazione che la vittima divideva con la moglie e con i tre figli, tutti presenti all’interno della villetta con giardino al momento degli spari. Un’operazione veloce quella del killer così come veloce è stato l’assalto che ha lasciato sul selciato il fratello, Fat Pat, che ha pagato caro la brevissima sosta fuori dalla sua auto blindata.

I fratelli Musitano erano balzati agli onori della cronaca quando erano stati accusati di avere organizzato gli omicidi del boss più influente dell’epoca Johnny Papalia, e del suo luogotenente Barillaro, entrambi legati a doppio filo al crimine organizzato di origine calabrese (da sempre egemone nella regione dell’Ontario). Durante il processo, le accuse di omicidio di primo grado nei loro confronti furono derubricate, e i due fratelli furono condannati a dieci anni di reclusione.

Ora, con l’ultimo esponente di quel commando finito sotto un lenzuolo bianco, potrebbe essersi definitivamente chiuso, il cerchio aperto con l’omicidio di Papalia.