Caos Procure, Palamara si difende: ‘Non ho inventato io il sistema delle correnti, colpa del ‘carrierismo’…’
L’ex consigliere del Csm prova a difendersi da Giletti, vuota il sacco e nomina anche Nicola Gratteri...
01 Giugno 2020 - 11:12 | Redazione
Caos procure, parla Luca Palamara. Massimo Giletti intervista il Magistrato ex consigliere del CSM che ha generato il panico tra le Procure italiane.
“Sono qui perchè ho il dovere di chiarire. Porto la toga nel cuore ma sento di chiarire la mia posizione. Prima di svolgere funzioni istituzionali di rappresentanza della Magistratura ho iniziato la mia attività come Pubblico Ministero in terra di Calabria, dove si svolge veramente la figura del magistrato. Dopo sono andato a Roma e ho iniziato l’inchiesta famosa di Calciopoli“.
A Non è l’Arena va in scena un altro capitolo sulla verità del pm indagato, le cui chat (60mila pagine) hanno generato uno scandalo che sta travolgendo la magistratura.
“Io male assoluto? Non ho inventato io il sistema delle correnti. Identificare me come il male assoluto è un’operazione che potrebbe far comodo a qualcuno”.
L’uomo delle mille trattative che sta gettando nel panico il Csm va in tv da Massimo Giletti a raccontare la sua versione dei fatti, dopo che per giorni tutti hanno letto sui giornali le intercettazioni delle sue telefonate e delle sue chat.
“Si parla di un Palamara che riesce ad arrivare dappertutto. In realtà mediavo all’interno delle singole correnti. Il Csm è il luogo in cui necessariamente occorre realizzare una mediazione perchè si possa nominare un determinato dirigente. Vorrei chiarire che questo sistema ha prodotto una serie di nomi, Francesco Greco a Milano, Gianni Melillo a Napoli, Nicola Gratteri a Catanzaro, Giuseppe Amato a Bologna”.
Palamara misura le parole ed è chiaro che ha preparato con cura la sua uscita pubblica su una vicenda che è innanzitutto giudiziaria. Il senso del suo intervento è chiaro: è il sistema che funziona così e comunque è sbagliato usare definizioni come ‘mercato delle vacche’.
“Il sistema delle correnti penalizza chi alle correnti non appartiene. Negare che il sistema premia chi appartiene alle correnti significa dire una bugia. LucaPalamara doveva mediare gli accordi”.
Il pm indagato chiarisce inoltre come:
“Luca Palamara fa parte di un organo collegiale composto da 27 persone con il Presidente della Repubblica. Nel 2006 e 2007 ci fu un grande stravolgimento all’interno della Magistratura che portò al cosiddetto ‘carrierismo’. I posti di procuratori della Repubblica sono posti molto ambiti in quanto posti di potere. Il sistema delle correnti penalizza chi alle correnti non appartiene.
Le chat in effetti, come lo stesso Palamara afferma, confermano che il sistema premia chi appartiene alle correnti.
In sintesi le ‘correnti’ rappresentano vere e proprie scorciatoie.
Il magistrato sotto processo a Perugia per corruzione e rivelazioni di segreti d’ufficio, ha risposto alle domande di Giletti sugli intrecci tra magistratura e politica emersi da migliaia di intercettazioni.
“In quanti mi chiamavano? In tantissimi, ero il riferimento per molti colleghi. Attraverso la mia persona si riteneva ci potesse essere una mediazione necessaria a smussare gli angoli…”