L’efficienza di Palazzo Campanella: vitalizi per i consiglieri che non terminano la legislatura
Con un blitz di meno di due minuti a fine seduta, tutta l'Assemblea regionale vota la modifica. Melicchio (M5S): 'Ennesimo schiaffo ai calabresi'
28 Maggio 2020 - 18:10 | di Claudio Labate
“Favorevoli, contrari, astenuti”. Una formula che il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, ha detto con impressionante velocità per ben 4 volte. Esattamente il numero delle votazioni che ci sono volute per approvare le “Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13. Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento alla D.L. n. 174/2012“. Ma non c’è stato bisogno di aspettare la risposta dei consiglieri, perché il presidente conosceva già l’orientamento di tutta l’Assemblea. In meno di due minuti, il provvedimento ha trovato il via libera all’unanimità, una vera rarità a Palazzo Campanella.
Insomma tutti d’accordo sulla questione e bocche cucite. Perché della sostanza della legge non ne ha parlato nessuno. Neanche il relatore Giuseppe Graziano (Udc) che, su invito del presidente dell’Assemblea ad illustrare la modifica, ha risposto che “si illustra da se”. D’altra parte i proponenti sono tutti i gruppi consiliari con Arruzzolo, Graziano, Esposito, Minasi, Caputo, Pitaro, Bevacqua, Callipo, Pitaro, Aieta e Pietropaolo.
La modifica
Come detto, la modifica riguarda la legge regionale 31 maggio 2019, n. 13. “Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento alla D.L. n. 174/2012”, inserita nella più generale proposta di legge di “interventi di manutenzione normativa” di diverse leggi regionali.
Ecco come si spiega la modifica approvata lo scorso 26 maggio:
“La modifica si rende necessaria atteso che la Regione Calabria ha previsto, in contrasto con quanto previsto in sede di Conferenza Stato – Regioni, al comma 2, dell’art. 16, che in caso di rinuncia all’ “indennità differita”, il consigliere regionale non ha diritto sia al trattamento di reversibilità che all’indennità di fine mandato. Tale scelta appare giuridicamente illegittima e pertanto va modificata in quanto l’indennità differita e l’indennità di fine mandato sono distinte e separate e non complementari l’una con l’altra. Per entrambe si prevedono aliquote a carico dei consiglieri regionali differenti e cumulabili nel caso in cui si opti per entrambe. Ed ancora, si propone la modifica all’art 7 comma 4 è discriminante nei confronti dei consiglieri che portino a termine il mandato rispetto alla scadenza della legislatura e anche nei confronti dei consiglieri che non portano a termine il mandato ma per ragioni diverse dall’annullamento dell’elezione; trattasi sempre, infatti, di situazioni accomunate dall’aver comunque espletato il proprio ufficio quale Consigliere regionale, quantunque per un periodo di tempo più o meno ampio ma comunque effettivo”.
“Per un periodo di tempo più o meno ampio”, che altro non significa che anche un solo giorno da consigliere dà diritto a riscattare l’intera legislatura in termini previdenziali e pensionistici.
Le reazioni
Il primo, e in splendida solitudine, a puntare l’indice contro Palazzo Campanella e i suoi inquilini è stato il deputato pentastellato Alessandro Melicchio che attraverso un post sulla propria pagina personale non le ha certo mandate a dire:
“È incredibile e indecente quello che è successo nell’ultima seduta del Consiglio regionale calabrese. Mentre l’intero Paese sta attraversando una terribile situazione emergenziale, i politici della nostra regione pensano soltanto alle loro tasche e hanno approvato, all’unanimità, una legge che consente loro di prendere il vitalizio anche nel caso la loro elezione venga annullata e il loro mandato da consigliere regionale finisca anticipatamente”.
Il calabrese Melicchio, che affida il proprio stupore ad un video, affonda poi il colpo:
“Queste sono le priorità, in questo momento così difficile, dell’intero Consiglio Regionale della Calabria: i propri portafogli. La proposta di legge numero 10, infatti, approvata in tutta fretta proprio alla fine della seduta, quasi per non farsene accorgere, è stata firmata da tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, senza neanche un consigliere che abbia avuto da obiettare a questa ennesima indegna proposta”.
Il deputato cinque stelle ha ricordato che già a maggio dello scorso anno i consiglieri regionali della passata legislatura avevano reintrodotto all’unanimità i vitalizi. I neoeletti, ora, continuano sulla stessa linea e “invece di pensare ai tanti problemi della nostra terra, hanno ritenuto urgente occuparsi del proprio tornaconto, con un ritocchino alla già vergognosa legge di maggio 2019”, estendendola a chi non dovesse completare la legislatura, per poter continuare a versare i contributi e poi passare all’incasso, a prescindere dalla durata del mandato.
“Ricordando le parole della Santelli, che non ha escluso problemi giudiziari alla Regione, e quanto successo ad un solo mese dalle elezioni, con il neoconsigliere regionale di Fratelli d’Italia, Domenico Creazzo, finito agli arresti domiciliari per il reato di scambio elettorale politico mafioso nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, in effetti si capisce come la preoccupazione di andare a casa anticipatamente, senza poter ricevere l’agognato vitalizio, sia stata in cima alle loro preoccupazioni. Così nell’ultimo consiglio regionale abbiamo assistito all’ennesimo schiaffo ai calabresi, per di più perpetrato in questo momento di difficoltà per tutti i cittadini. E tutto ciò mentre giace nei cassetti la nostra proposta di legge di iniziativa popolare Taglio Privilegi, che consentirebbe una riduzione dei costi della politica regionale. Nella regione più povera e peggio amministrata d’Italia – conclude Melicchio – dobbiamo ancora occuparci dei vitalizi di tutti questi pessimi politicanti attaccati solo ai soldi e alle poltrone. C’è una sola parola per tutto questo: vergogna!”