Fase 2, Conte: ‘L’Italia che vogliamo è più verde, digitale e inclusiva’

Nuova conferenza stampa del Presidente del Consiglio che illustra il crono programma delle riaperture "responsabilizzando" le regioni


Nuova conferenza stampa per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha ricevuto dopo tre lunghi mesi i giornalisti a Montecitorio. Nel suo discorso durato non più di dieci minuti Conte ha reso onore agli enti locali, e quindi alle regioni, responsabilizzando in qualche modo le fughe in avanti di alcuni. Per questo il presidente del Consiglio comincia l’incontro coi giornalisti proprio parlando della leale collaborazione con le Regioni, sottolineando il lavoro che si sta già facendo per far applicare e rispettare le regole di distanziamento in tutte le attività economiche e sociali. “È per questo – dice – che le abbiamo coinvolte, e che hanno già elaborato protocolli, che insieme alle linee guida nazionali, serviranno a garantire a tutti noi condizioni di sicurezza in tutte le attività che svolgeremo in questa fase 2”

Stiamo affrontando un Rischio calcolato

“È per questo che l’abbiamo coinvolte e che hanno già elaborato protocolli e linee guida nazionali nella consapevolezza che lo dico molto sinceramente che la curva epidemiologica potrà tornare a salire. Guardate, i nostri principi rimangono gli stessi, sono i nostri valori. Quindi, il primo tra tutti, la tutela della vita e della salute dei cittadini. Sono principi, valori non negoziabili, ma li dobbiamo declinare diversamente in questa fase due. Stiamo affrontando questo rischio e dobbiamo accettarlo, altrimenti non potremmo mai ripartire. Dovremmo aspettare il momento della scoperta e della distribuzione del vaccino, e non ce lo possiamo permettere: ci ritroveremo con un tessuto produttivo sociale fortemente danneggiato”.

I principali contenuti nel nuovo decreto legge e del nuovo dpcm

Da lunedì ci si sposterà all’interno della regione senza nessuna limitazione quindi stop alle autocertificazioni. Questo significa uscire di casa senza più dover giustificare lo spostamento. Si potrà andare dove si vuole, in un negozio, in montagna, al lago, al mare… Riprende insomma anche la vita sociale. Riprendono gli incontri con gli amici, anche se rimane naturalmente il divieto di uscire di casa per chi è positivo al virus. Identiche limitazioni anche per chi è in quarantena e per chi ha sintomi riconducibili al Covid 19 e dovrà rimanere a casa. Resta il divieto di creare assembramenti di persone in luoghi pubblici.

Anche in questa fase bisognerà comunque rispettare la distanza di un metro e anche portare sempre con sé la mascherina che, peraltro, va indossata obbligatoriamente in alcuni specifici luoghi e in ogni caso sempre al chiuso o anche all’aperto ad esempio in una strada particolarmente affollata o in presenza del rischio o l’impossibilità di rispettare le distanze.

Ci si potrà spostare da una regione a un’altra per i motivi già noti: per esigenze lavorative e motivi di salute. Conte ha spiegato che questi spostamenti interregionali rimarranno limitati fino al 3 giugno. E solo in prossimità di questa scadenza si valuterà, col conforto degli esperti, se i dati continueranno ad essere incoraggianti, di allentare ancor di più le limitazioni. Quindi, anche nella prospettiva positiva, dal 3 giugno si potrà tornare a muoverci in tutta Italia da una regione all’altra senza limitazioni. Sempre dal 3 giugno sarà possibile spostarsi anche all’interno degli stati dell’Unione Europea senza obbligo di quarantena per chi arriva in Italia e questo – dice un ottimista Conte – favorirà le premesse per una ripresa anche nel turismo.

Le aperture e il cronoprogramma

Per quanto riguarda le attività economiche, le attività sociali, che da lunedì 18 maggio potranno riprendere, Conte ricorda che riapriranno i negozi di vendita al dettaglio:

“immaginiamo ad esempio i negozi di abbigliamento e tanti altri; tutte le attività dei servizi legate alla cura della persona, parrucchieri, barbieri, centri estetici. Riaprono anche ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie e pasticcerie: il tutto però a condizione che le Regioni accertino che la curva epidemiologica sia sotto controllo e adottino protocolli di sicurezza. La stessa cosa vale per gli stabilimenti balneari. Riprendono anche le celebrazioni liturgiche: abbiamo fatto un grande lavoro insieme con la CEI con la chiesa cattolica e le altre confessioni religiose, ovviamente bisognerà rispettare le misure anti contagio stabilite nei vari decreti”.

“Dal 25 maggio riapriranno palestre, piscine, centri sportivi, anche questi protocolli di sicurezza. Dal 15 giugno riaprono, teatri, cinema e, anche dal 15 giugno, sarà a disposizione dei nostri bambini un ventaglio di offerte varie a carattere ludico ricreativo. E qui devo ringraziare ancora una volta gli enti locali per aver collaborato alle elaborazione di questo ventaglio di attività e di offerte. Anche in questo caso, attenzione, le Regioni saranno sempre libere, assumendosi la responsabilità, di ampliare queste misure o se del caso di restringerle.

Tutte le attività commerciali e di ristorazione dovranno attenersi alle linee guida dei protocolli di sicurezza che saranno validi per i titolari, lavoratori, clienti consumatori. Servirà cautela e attenzione da parte di tutti e in particolar modo per quelle Regioni, penso alla Lombardia, che sta combattendo la battaglia più dura e si trova nella fascia del rischio moderato che presenta ancora un livello alto di saturazione delle terapie intensive sebbene in discesa. Particolare attenzione abbiamo dedicato anche alle persone con disabilità. Abbiamo previsto per loro qualche specifica misura per il distanziamento sociale favorendo ovviamente l’ausilio e l’intervento di propri accompagnatori.

Stiamo procedendo alla riapertura delle attività economiche e produttive con gradualità con prudenza. Io sono consapevole che per alcuni settori riapertura non significherà ripresa economica, rilancio degli affari. Faccio l’esempio dei negozi, bar, ristoranti, anche studi professionali. Nei giorni scorsi ho letto anch’io per strada, incrociando spesso un cartello sulle saracinesche dei negozi chiusi, ‘senza aiuti non potremmo riaprire’. Ho ricevuto tante lettere, sono consapevole che il decreto rilancio nonostante una cifra considerevole -55 miliardi- non potrà essere la soluzione di tutti i problemi economici e sociali che stiamo vivendo. Però stiamo dando una mano a chi deve ripartire. Pensiamo ad esempio a coloro che hanno fatturato sino a 5 milioni di euro attraverso il meccanismo del ristoro che offre a singolo negoziante commerciante una cifra che va da 2000 fino a 40 mila euro, con taglio dell’irap e della Tosap. Con questa manovra noi cerchiamo un ponte per affrontare l’urto, contenere l’impatto di questa crisi. Abbiamo introdotto misure anche importanti per costruire il nostro futuro: penso ad esempio alle misure stanziate per scuola, università e ricerca. Questa è un’emergenza molto pesante, ci sta assorbendo, a tutti, grandi energie economiche e fisiche, anche morali. Ma non è questo il momento di riprendere fiato non ci possiamo permettere di fermarci adesso più che mai, dobbiamo correre e far correre la nostra economia. Nelle prossime ore, senza tregua, ci dedicheremo al decreto sulle semplificazioni e contemporaneamente lavorerò al piano europeo dei nuovi strumenti finanziari per questa emergenza.

Con il decreto sulle semplificazioni l’obiettivo è molto chiaro: rendere più rapidi e anche trasparenti alcuni passaggi dei vari procedimenti amministrativi, in modo da accelerare a costo pressocchè zero la crescita economica e sociale. Subito dopo inizieremo a programmare interventi di più ampio respiro investendo sull’Italia che vogliamo, un’Italia che nel nostro progetto politico è molto chiara dell’Italia più verde più digitale inclusiva”