Sanità, viabilità, rifiuti. Pierpaolo Zavettieri rilancia la sete di riscatto dell’Area grecanica

Il sindaco di Roghudi a tutto campo sul “Tiberio Evoli” e la matrigna Asp. I progetti strategici di viabilità e quella critica al “ministro forte”


“Vorrei fare un plauso ai cittadini che si sono comportati in modo uniforme in tutta la Calabria. In modo diligente. E un plauso va anche ai sindaci, e quindi a tutti gli altri colleghi, che sono stati il primo avamposto come lo sono ormai sempre in tutte le emergenze, sopperendo a tante carenze”.

Ad affermarlo, nel corso della consueta diretta giornaliera di CityNow, Pierpaolo Zavettieri, sindaco di Roghudi e Presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica.

Sedici comuni che occupano una lingua di terra che va da Motta San Giovanni a Ferruzzano con i Comuni dell’entroterra che si dispongono a pettine tra l’area costiera e l’interno.

Zavettieri lo dice proprio quando l’emergenza sanitaria in atto sembra stia pian piano sgonfiandosi. Prima Montebello e poi Melito Porto Salvo si sono lasciate alle spalle l’incubo Covid. Oggi la situazione è molto diversa rispetto a quando furono istituite le prima zone rosse calabresi. E per Zavettieri l’emergenza è stata gestita molto bene:

“il senso di responsabilità dei cittadini ha circoscritto il contagio, riconducibile a persone che sono rientrate dal nord Italia e casualmente sono andate a toccare case di cura e residenze per anziani. I numeri hanno fatto impressione e paura, ma sono stati gestiti benissimo”.

Decreto Rilancio e difficoltà della ripartenza

“Con le aperture differenziate, dovremmo pensare a una Calabria che si concede qualcosa in più, mantenendo il regime di sicurezza e quindi anche responsabilizzando i gestori delle attività di balneazione e anche delle altre attività incluse in questo decreto. Nello stesso tempo dovremo consentire loro di non dover avere una spada di Damocle sulla testa in maniera costante e pericolosa, tanto da farli scoraggiare ad attivare la loro iniziativa, che è quella che potrà segnare il nostro futuro per lunghi anni. Perché se chiudono il 50-60- 70% delle attività che fino all’anno scorso c’erano, ricostruirle e farla ripartire sarà veramente difficile, per cui io condivido la preoccupazione di chi gestisce le attività commerciali, ma anche queste associazioni di categoria che cercano di interpretare questo decreto e lo commentano anche con molte punte polemiche che io condivido anche più di un po’. Poi, anche la complessità e la farraginosità di questi provvedimenti. Non è stato un modello per la cittadinanza e per le istituzioni che hanno dovuto seguire questi Dpcm prima e decreti ora”.

“Sanità’? Il mio giudizio sull’operato dell’Asp non può che essere negativo”

“È Il mio punto di vista, non pretendo che sia accettato all’unanimità, ma è ampiamente condiviso e diffuso fra gli amministratori della nostra area, ma anche fra i cittadini. La gestione dell’Asp ha fatto alcune cose, ma non è intervenuta per tempo quando gli è stato chiesto – perché l’ultimo appuntamento importante che i sindaci hanno avuto è stato quello con il generale Cotticelli e con il dirigente sanitario della regione Belcastro, il 25 ottobre. Da quella data noi non abbiamo avuto più contatti ufficiali con l’azienda sanitaria Provinciale nonostante l’Associazione abbia formalizzato decine di richieste di interventi. Finito un percorso di circa un mese e mezzo con dieci richieste fatte per argomenti e problematiche diverse legate a sanità ed emergenza coronavirus, siamo stati obbligati a diffidare l’Asp”.

Una diffida condivisa, da almeno tredici Comuni, spiega Zavettieri, che non mette in croce i commissari prefettizi di Brancaleone, Melito e Palizzi, perché avrebbero dovuto firmare un atto di diffida nei confronti di altri commissari. E parte di questa diffida verte proprio su una delle strutture più emblematiche della provincia reggina, che poi è lo storico nosocomio di Melito Porto Salvo.

Al proposito Zavettieri, che si accende quando si parla di sanità negata per il territorio che rappresenta, è netto, e senza tanti fronzoli accusa:

“L’immediatezza prevede quello che l’azienda ha scelto per Melito. L’azienda ha scelto di fare le tre discipline principali – chirurgia, medicina interna, ortopedia e traumatologia – con ortopedia e traumatologia che attualmente risulta chiusa. Quindi noi protestiamo perché rispetto all’atto aziendale, cioè quello che è il programma dell’azienda sanitaria per Melito Porto Salvo, che loro stessi hanno fatto, nulla è portato avanti. Poi, stiamo anche chiedendo che si ripristini lo stato del Consultorio familiare, perché Melito Porto Salvo ha visto nascere un consultorio familiare che fa parte della sanità del territorio non ospedaliera all’interno dell’ospedale, anche perché doveva sopperire alla chiusura di un punto nascite che ha dato i natali a tantissima gente”.

Con orgoglio il sindaco di Roghudi ricorda che il punto nascita di Melito era un’eccellenza a livello regionale, se non nazionale, ai tempi della sua fondazione, ma anche fino a qualche anno fa. Poi però si è scelto di chiuderlo.

“Si è deciso così perché dopo il logoramento da parte della struttura stessa, si scende di poco al di sotto dei 500 nati all’anno. Un parametro nazionale dice che i punti nascita debbano avere almeno 500 parti all’anno. È vero, però va chiarito un aspetto: 102 strutture in Italia, di cui un paio in Calabria, vanno in deroga a questo principio, e noi abbiamo sempre chiesto questa deroga. Anche perché Reggio Calabria ad oggi fa partorire circa 2500 donne all’anno. Un numero esagerato considerato che in regime di rispetto delle normative delle leggi della salute delle partorienti i parti dovrebbero riguardare circa 1200 donne. Quindi non vedo perché quelle in più non possano partorire a Melito Porto Salvo, quando magari già c’era una base territoriale di circa 400-450 parti”

Zavettieri ricorda di aver chiesto che il Consultorio venga riattivato nella sede in cui era prima. Anche perché è stato spostato per fare spazio ai raparti Covid, per fortuna poco utilizzati:

“Non vedo perché debbano tenere in uno scantinato, per così dire, un servizio così essenziale come il Consultorio che non si occupa solo di problemi socio-sanitari importantissimi. Ovviamente non è solo il Consultorio ortopedia. Noi abbiamo chiesto anche l’immediato acquisto della Tac, non esiste un ospedale generale senza una TAC, abbiamo chiesto l’acquisto della seconda ambulanza. Cioè, di fatto, la diffida è su tutto quello che è previsto per legge e che non c’è”.

Area Grecanica e viabilità

Zavettieri racconta un aneddoto che serve a sottolineare un assunto molto diffuso a queste latitudini: la pochezza della classe dirigente che esprime la nostra regione. Una debolezza che ha fatto perdere parecchi treni a questa terra e che ha lasciato per strada molte risorse a vantaggio di altri territori già forti. Per cui c’è un nord che ottiene sempre più risposte, a fronte di un sistema elettorale, politico e dei poteri economici sbilanciato da Bologna in su: “è chiaro che anche un Ministro del sud risponderà a quella logica…”

Il ragionamento di Zavettieri si conclude con una critica all’operato di Marco Minniti:

“Noi lo abbiamo avuto un ministro di Reggio Calabria che era anche il ministro più forte del governo precedente. Mi riferisco al Ministro dell’Interno Marco Minniti, che stimo dal punto di vista delle competenze politiche, ma non posso dire altrettanto di quanto lui abbia fatto anche per la statale 106. Non era sua competenza, sia chiaro, ma c’è l’opportunità di avere un ministro forte a Reggio Calabria, sfruttiamolo”.

Ma i Comuni dell’area Grecanica non stanno a guardare:

“La strategia Nazionale Aree Interne, per esempio, relativamente ai Comuni dell’area grecanica sta provvedendo proprio a queste iniziative di collegamento attraverso l’interazione con circa 5 ministeri. Dura da 2 anni, la programmazione era arrivata alla fase attuativa, bloccata dall’emergenza coronavirus. Abbiamo una strategia approvata – il referente del progetto è il sindaco di Bagaladi ma 11 comuni dei 16 dell’area grecanica ne fanno parte. Sono previste parecchie risorse che vanno proprio a colmare queste lacune per esempio individuano due hub, uno a Melito Porto Salvo e uno tra Brancaleone e Palizzi in cui stazioneranno questi mezzi che poi devono portare nei borghi più difficili da raggiungere (Roccaforte, Palizzi superiore, Staiti, San Lorenzo Superiore, Roghudi antica etc) e nel progetto è inclusa la gestione. Questa è una strategia che prevede anche un utilizzo funzionale sull’istruzione, sulla sanità, e la viabilità. Ci auguriamo che possa essere qualcosa di completo poi nella fase attuativa”.

Questione rifiuti

“Io ho condiviso la necessità di fare una richiesta ferma e condivisa possibilmente all’unanimità. Naturalmente per fare ciò il sindaco Falcomatà è stato costretto ad evitare qualsivoglia riferimento o attacco politico. Io sono stato eletto con il centrodestra e non posso che dare fiducia, anche perché è giusto riconoscere un periodo di avvio con la macchina burocratica messa a punto. Quindi, pur avendo condiviso la lettera di Falcomatà, non sono dispiaciuto rispetto alla posizione della Santelli che ha bloccato un atto che non appena la discarica arriva a livello di guardia viene rinegoziato: noi abbiamo un monopolista con la discarica di Crotone che ha portato la tariffa a certi livelli. Io da sindaco non posso che essere d’accordo anche all’ulteriore ordinanza che ci consenta di superare questi limiti. Che la Santelli l’abbia bloccato è utile perché adesso può produrre atti subordinati all’apertura e realizzazione di nuovi siti. Chiederei quindi alla Santelli di attivare la possibilità di far conferire a Crotone, subordinandola alla procedura della riattivazione della discarica di Melicuccà o trasferendo le competenze alla città metropolitana, o con un’azione diretta per risolvere la questione”.