Reggio, la Cgil striglia Falcomatà: ‘L’Aeroporto si doveva difendere prima, e si può difendere dopo’

L’auspicio della Fit e della Filt: Costruire un tavolo con Governo, Regione e sindacati per rispondere alle esigenze di cittadini e lavoratori


Le polemiche sull’Aeroporto dello Stretto “Tito Minniti” non si fermano neanche in emergenza coronavirus. A strigliare il sindaco della città, Giuseppe Falcomatà, che nei giorni scorsi aveva lamentato l’isolamento della città con la disposta chiusura dello scalo aeroportuale, sono le segreterie regionali di Fit e Filt Cgil, secondo cui il primo cittadino “non perde l’occasione per dimostrare la sua incapacità amministrativa e la sua mancanza di visione politica”.

Le organizzazioni regionalli ricordano che i sindacati nazionali hanno sottoscritto in queste ore con il Governo e le parti datoriali un “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro” oltre a garanzie salariali in grado di coprire i redditi di tutti anche nei settori non coperti dalla cassa integrazione e persino dei lavoratori precari e stagionali. Tutto ciò anche per evitare che a fine emergenza le aziende che operano nei servizi pubblici essenziali subiscano contraccolpi e, quindi, possano far ripartire il Paese.

Con riferimento alla Sacal, la società unica di gestione degli aeroporti calabresi, la Filt e la Fit sottolineano come si stiano definendo le date per garatinre la cassa integrazione ai lavoratori dei tre scali: “la cosa che più ci preoccupa è che il Sindaco di Reggio chiede, solo ora in questa situazione di emergenza sanitaria, l’apertura dello scalo dello Stretto, mentre ha solo espresso parole vuote quando doveva difendere dal licenziamento i lavoratori della ex Sogas derivato da un Piano industriale non applicato dalla Sacal e, soprattutto, quando ha scelto di non acquisire quote societarie della Sacal accampando scuse che abbiamo già provveduto a sconfessare con dovizia di particolari e che, invece, gli avrebbe consentito di avere voce in capitolo nelle scelte societarie sul futuro del “Tito Minniti”. Non lo ha fatto e per questo si è assunto una grave responsabilità”.

Le organizzazioni sindacali rimproverano a Falcomatà di agire soltanto ora “a babbo morto”: “L’Aeroporto dello Stretto si poteva difendere prima, appunto acquisendo poche quote societarie, e si può difendere dopo la fine dell’emergenza sanitaria costruendo – è l’auspicio della Cgil – un tavolo con il Governo nazionale, con la Regione e i sindacati in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini dell’Area dello stretto e dei lavoratori licenziati. La propaganda non serve a nulla – conclude la nota – oggi i lavoratori aeroportuali, assieme ai ferrovieri, ai portuali, a quelli del trasporto pubblico locale e a tutti quelli dei servizi essenziali, vanno solo ringraziati”