Rifiuti, dal Consiglio metropolitano via libera alla ‘gestione in conto terzi’
Riunione per pochi intimi. Ratificata la proposta approvata in Conferenza. Bocciato l'emendamento Marino. Castorina chiede tavolo politico con la Regione
28 Febbraio 2020 - 20:40 | di Claudio Labate
Nel corso di una riunione per pochi intimi (solo 7 presenti su 15) il Consiglio Metropolitano, i cui lavori sono stati aperti dal vicesindaco Riccardo Mauro, ha licenziato i cinque punti posti all’ordine del giorno, quattro dei quali erano semplici ratifiche di verbali di sedute precedenti. L’unico punto all’ordine del giorno che ha stimolato una minima discussione è stato quello relativo alla “Gestione organizzativa e finanziaria in conto terzi del Ciclo integrale dei rifiuti per il pagamento, da parte dei Comuni dell’ATO Reggio Calabria, degli oneri di gestione degli impianti per il trattamento/smaltimento dei rifiuti urbani”. La proposta di delibera non è altro che quanto discusso nella seduta della scorsa settimana della Conferenza metropolitana che non ha potere deliberativo sulla materia, ma solo di proposta su tutte le quelle di competenza del Consiglio metropolitano. Quest’ultimo in materia di servizi pubblici ha il compito di adottare gli atti di organizzazione. La proposta deliberativa – ha spiegato il segretario generale Umberto Nucara – ha un cuore pulsante in quanto la parte principale del dispositivo è dedicata ad approvare un modello gestionale che prevede un pagamento anticipato da parte dei Comuni, con cadenza bimestrale, e in capo alla città metropolitana l’onere di istituire (sarà fatto nell’approvando Bilancio) un capitolo in entrata dove saranno introitate le risorse trasferite dai Comuni ed uno di uscita per il pagamento dei gestori degli impianti. In sostanza con la delibera si autorizza il dirigente del Settore “10” e lo delega a sottoscrivere i contratti con i gestori degli impianti.
La genesi dell’atto deliberativo
In un clima molto disteso la votazione ha visto un unico astenuto in Demetrio Marino che, come vedremo, aveva proposto un emendamento “correttivo”, poi bocciato.
È spettato però a Nucara illustrare i vari passaggi – che hanno visto la Città metropolitana protagonista e propositiva – e quindi portato oggi il Consiglio a votare la proposta.
Con un’apposita delibera il Consiglio metropolitano ha approvato uno schema, un modello organizzativo gestionale, anche di tipo finanziario, per affrontare l’emergenza rifiuti, che vede la città metropolitana delegata e, dal 1 gennaio scorso, in assoluta autonomia, dovrà provvedere a governare il ciclo integrale dei rifiuti. Già dal gennaio del 2019 era già di competenza degli Ambiti territoriali ottimali (Ato) e dal maggio 2019 il Consiglio regionale ha approvato una prima legge che trasferisce le competenze delle Comunità d’Ambito, ente di governo di ciascun Ato, nel caso del territorio reggino, in capo alla città metropolitana. Con una successiva legge del dicembre 2019, la Regione ha completato questa delega e trasferito alla città metropolitana anche quella parte tecnico amministrativa che era rimasta in capo agli uffici comuni di ogni Ato compreso l’ufficio comune dell’Ato Reggio Calabria. A seguito di questa ulteriore delega la città metropolitana con delibera del sindaco ha istituito un settore, cosiddetto “Unità di progetto speciale” per la sua eccezionalità e temporaneità che si occuperà del ciclo dei rifiuti. Ma ovviamente dal primo di gennaio la Città Metropolitana si è ritrovata a dover decidere per l’intero territorio metropolitano e soprattutto individuare un percorso amministrativo che consentisse di sottoscrivere i contratti con i gestori degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti alle condizioni che la città metropolitana non ha potuto ovviamente imporre per cui ad un tavolo regionale, l’ultimo di una lunga serie, si è trovata la condivisione rispetto ad un modello di gestione che è toccato alla nostra città metropolitana di proporre. Un modello che è stato condiviso da tutti gli Ato, nell’ordine, da Cosenza e Catanzaro, che lo hanno già approvato. A differenza degli altri Ato che con un atto deliberativo dell’assemblea dei sindaci hanno approvato lo schema e sottoscritto i contratti, nel caso della nostra città metropolitana si sono impiegati due passaggi ulteriori: in conferenza metropolitana e quindi in Consiglio. Insieme allo schema di contratto già avallato dalla Conferenza metropolitana in aula è arrivata un’integrazione, e quindi lo schema di contratto con “Ecologia oggi” per l’impianto di trattamento dei rifiuti di Sambatello e uno con la “EcoCal Spa” che ha in gestione l’impianto di trattamento dell’umido che ha sede a Vazzano. In questo caso però, il Consiglio metropolitano non ha approvato lo schema di contratto quanto piuttosto l’organizzazione del servizio. I contratti sottoscritti dalla Città metropolitana, in tal senso, sono contratti sottoscritti in proroga tecnica, nel senso che sono già sottoscritti dalla Regione da alcuni anni all’esito delle gare, nelle more dell’individuazione del gestore unico, firmerà questi contratti, le cui condizioni economiche sono quelle del contratto vigente fino a dicembre 2019.
Il dibattito
Demetrio Marino si è detto soddisfatto del passo avanti fatto dalla Città Metropolitana, ma ha sollevato dubbi sulla questione del conferimento dei rifiuti da parte dei Comuni che versano in condizioni economiche di sofferenza. Ha quindi presentato un emendamento che prevede di inserire
“previa diffida da notificare all’ente moroso, assegnando un termine di 30 giorni per adempiere, nel caso di reiterata morosità un termine di altri 10 giorni. Non si potrà disporre il divieto di conferimento qualora su base bimestrale, le dimensioni della morosità siano inferiori al 25%”.
Il vicesindaco Mauro, coadiuvato dal segretario generale, ha però stoppato Marino parlando di delibera di carattere generale. Nucara ha aggiunto che nella gestione per conto terzi accettata al tavolo regionale, nel caso della città metropolitana che non ha la gestione dei rifiuti, inserire in delibera una diffida e un termine, significa immaginare anche una anticipazione da parte della città metropolitana, casualità che non è contemplata. La mediazione è andata avanti per un po’, ma Marino ha chiesto di andare al voto: “Va bene la spiegazione tecnica, ma noi facciamo politica – ha detto – e quindi chiedo di votare”. Ma nonostante la condivisione dell’aula nel merito, la votazione ha bocciato l’emendamento con 6 voti contrari.
A Nino Castorina, prima di entrare nello specifico del suo intervento, è sembrato corretto in relazione all’operazione Eyphemos, ringraziare le forze dell’ordine “per la pulizia che stanno facendo sul territorio metropolitano”. Subito dopo, il capogruppo Pd a Palazzo San Giorgio, ha posto l’accento sulla necessità di un confronto con la Regione.
“Le nostre città sono inondate di rifiuti, i cittadini se la prendono con gli amministratori locali, deresponsabilizzando i gestori degli impianti che speculano sull’emergenza e chi ci ha dato le deleghe con grande ritardo. Per cui, chiedo di predisporre un tavolo politico con il presidente della Regione e con l’assessore all’Ambiente, rispetto alle risorse che devono essere destinate ai Comuni della Città metropolitana, perché di fatto l’emergenza fino ad oggi l’hanno gestita i privati, e penso in primis alla Sovreco”.
Salvatore Fuda, da parte sua ha ricordato come la Città Metropolitana abbia dimostrato con le scelte politiche come
“l’unico sistema plausibile è quello di avere una gestione più pubblica possibile degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, unica maniera per assicurare certezza e stabilità soprattutto nei costi di gestione degli impianti”.
Mauro, in conclusione, ha ricordato che nel settore rifiuti
“paghiamo tantissimi anni di non programmazione. Oggi se riuscissimo a realizzare una vera e propria programmazione, paradossalmente l’area metropolitana sarebbe quella che è dotata del maggior numero di siti dove conferire”.