Ministro De Micheli a Reggio, Falcomatà: “Le richieste della città al Governo” – FOTO

Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha presentato al ministro per le Infrastrutture ed i Trasporti, Paola De Micheli, le richieste della Città di Reggio Calabria al Governo


Nel corso di un incontro tenutosi a Palazzo San Giorgio, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha presentato al ministro per le Infrastrutture ed i Trasporti, Paola De Micheli, le richieste della Città di Reggio Calabria al Governo.

Rilancio dell’aeroporto anche attraverso un intervento presso Alitalia, stop ai Tir al Porto di Reggio, potenziamento del finanziamento per la Zes di Gioia Tauro e maggiori risorse per strade e ferrovie sono solo alcune delle priorità poste sul tavolo all’esponente dell’esecutivo di Palazzo Chigi.

Evidenziando le difficoltà ed i ritardi dell’area metropolitana nella rete infrastrutturale, dunque, l’inquilino di Palazzo San Giorgio ha subito posto l’attenzione sull’aeroporto “Tito Minniti”  che “deve essere, senza indugio, sottoposto ad una completa  ristrutturazione che lo ammoderni e lo renda raggiungibile anche dalle compagnie aeree low cost più competitive” .

“Attualmente – ha spiegato Falcomatà dall’Aeroporto dello Stretto è possibile raggiungere esclusivamente Roma, due voli al giorno, e Milano, un solo volo, con Alitalia. Nonostante un potenziale bacino di  utenti di circa un milione di passeggeri dell’intera area metropolitana dello Stretto tra Reggio e Messina, anche la compagnia di bandiera pare stia abbandonando lo scalo reggino. Serve un forte ed autorevole intervento del Ministero da Lei guidato e di tutto il Governo affinché Alitalia non solo non abbandoni Reggio ma, anzi, implementi i voli, praticando prezzi più accessibili come per le rotte del centro e nord Italia e d’Europa”.

Indicata la necessità di un riconoscimento della cosiddetta “continuità territoriale”, Falcomatà ha chiesto un’inversione del trend per Trenitalia che “sta riducendo i collegamenti a lunga percorrenza, ormai quasi inesistenti”.

Un passaggio è stato, poi, riservato alla costituenda Area integrata dello Stretto, formalmente definita dalle Regioni Calabria e Sicilia e dalle Città Metropolitane di Reggio e Messina ed ora in attesa di un riconoscimento da parte del Ministero così da “ricevere dallo Stato la garanzia di uno stabile e adeguato finanziamento della continuità territoriale interna ed esterna”.

Per la Città Metropolitana di Reggio Calabria, ancora, “urgono importanti e  incisivi interventi per il completamento e ammodernamento della Strada Statale 106 e per il  completamento della elettrificazione e del raddoppio della linea ferroviaria da Melito Porto Salvo a Monasterace fino a Catanzaro Lido” .

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Il sindaco ha ribadito:

“Quanto alla linea ferroviaria che attraversa la Città Capoluogo al fine di assecondare la  vocazione turistica della stessa e la scelta di incentivare il trasporto sostenibile, appare  necessaria la realizzazione di almeno due ulteriori stazioni, una posta sul Lungomare Italo  Falcomatà in corrispondenza del Tapis Roulant di Via Giudecca, che conduce all’ex Monastero della Visitazione, che a breve diventerà sede di un Museo Civico, ed una in corrispondenza del complesso  sportivo ove è presente lo Stadio Oreste Granillo, il Palazzetto P. Viola e la piscina comunale, che sarà prossimamente oggetto di un intervento di restyling da parte del Coni, a monte e il  Parco Linea Sud a mare”.

Ed ancora:

“Per adeguare il nostro territorio agli standard nazionali è fondamentale intervenire anche  per il miglioramento dei collegamenti mare-monte e da costa a costa.  Proposta importante per lo sviluppo delle aree interne della Città Metropolitana e dei  comuni immediatamente limitrofi al capoluogo, riguarda la realizzazione del prolungamento  delle Aste del S. Agata; in particolare, circa 15 anni addietro, è stato redatto un progetto  definitivo che proponeva il prolungamento delle aste del torrente Sant’Agata, dalla Statale 106 verso monte. Tale collegamento consentirebbe una più agevole comunicazione tra la zona montana dell’intera vallata e la città di Reggio Calabria”.

Un’altra richiesta della Città Metropolitana al Governo:

“É necessario finanziare il completamento della Pedemontana della Piana di Gioia Tauro,  sia nel tratto tra Cinquefrondi e la SGC Jonio-Tirreno, che nel tratto da Taurianova a Gioia  Tauro, opera strategica per quest’area che necessita di circa 30 milioni di euro, e che si rende di  fondamentale importanza per il completo sviluppo dell’area portuale di Gioia Tauro”. Un’altra  incompiuta del passato che ha sconquassato il territorio della Città Metropolitana nella fascia  Jonica è la Bovalino – Bagnara, che “appaltata limitatamente al collegamento tra Bovalino ed il  promontorio dello Zilastro è stata realizzata solo parzialmente”.

Più risorse per le manutenzioni viarie ordinarie ed una rivisitazione di quelle straordinarie rappresentano un’altra delle richieste rivolte al l’esponente di Palazzo Chigi.

CAPITOLO TIR AL PORTO

“Lo spostamento del traffico dei mezzi pesanti dagli imbarchi di Villa San Giovanni al Porto di Reggio Calabria, approvato dal Dicastero dell’Ambiente, arrecherebbe grave nocumento all’idea di sviluppo della città e del suo porto e minerebbe incredibilmente la sicurezza del traffico veicolare lungo la tangenziale Campo Calabro – Reggio Calabria nel suo tratto più delicato”. Da qui l’idea di accogliere la proposta alternativa di realizzare un approdo a Bolano che, “unitamente al completamento  della Strada Campo Calabro-San Roberto e da lì verso l’interno Aspromontano, consentirebbe sia lo sviluppo di tutta vallata, che quello dei Piani dell’Aspromonte; per tale  intervento, di cui si dispone già della progettazione esecutiva, sarebbero necessari circa 13  milioni di euro”.

“Strettamente connessa allo sviluppo delle infrastrutture della Città Metropolitana, e in primo luogo del Porto di Gioia Tauro – in conclusione – c’è la reale operatività della Zes, che dopo un’iniziale  stanziamento di 300 milioni totali previsto dall’articolo 34 del decreto 30 aprile 2019 convertito in legge il 28 giugno 2019, da parte del Ministero del Sud si è passati a 75 milioni,  rendendo quasi inutile lo strumento che in questo modo non trova più la copertura finanziaria  per esprimere le proprie potenzialità. Pertanto è urgente ripristinare l’iniziale stanziamento che è da ripartirsi tra tutte le Zone economiche Speciali del Mezzogiorno”.