Concluso il Pentedattilo Film Festival. Grande partecipazione di pubblico al borgo

Si è concluso ieri il concorso internazionale di cortometraggi da tutto il mondo. Nei prossimi mesi altre proiezioni ed iniziative


Il Pentedattilo Film Festival, il concorso internazionale di cortometraggi giunto alla XIII edizione, si è confermato un appuntamento particolarmente atteso dal pubblico, che ha popolato il borgo nei giorni scorsi per seguire la maratona di proiezioni.

Dopo la proclamazione dei vincitori, ieri l’annuncio dei corti destinatari dei riconoscimenti della Direzione artistica e del premio della Critica, in conclusione della programmazione al borgo.

Completata così la rosa dei corti giudicati migliori, tra gli oltre 90 in concorso nelle quattro sezioni Territorio in Movimento, Thriller, Music Video e Animazione, selezionati tra i 500 pervenuti da tutti i continenti dai direttori artistici del PFF, Americo Melchionda ed Emanuele Milasi, dall’ attrice Maria Milasi e dalla sceneggiatrice Alessia Rotondo.

Riconosciuto dalla Regione Calabria come Grande Festival di rilievo internazionale, nell’ambito della programmazione dei fondi Pac Calabria 2014/2020 annualità 2019, prodotto da Ram Film e patrocinato dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, la XIII edizione del Pentedattilo Film Festival, con oltre 120 cortometraggi di cui 90 in concorso, anche in questa occasione ha proposto al pubblico numerose e originali produzioni del cinema

breve provenienti da 38 paesi differenti, rendendo la Calabria e questo borgo un cinema all’aperto di livello internazionale.

Un respiro universale dilatatosi tra le vie del borgo custodi di segni identitari forti e radicati e arricchite dall’istallazione, consistente in un percorso segnato da carte da gioco napoletane formato gigante contenenti tracce della nostra storia, curata da Kalura Meridionalismo, associazione impegnata a promuovere un modo nuovo di pensare il Sud, tra sapere e creatività. Una collaborazione frutto del gemellaggio con Face Festival.

“Si conclude la nostra programmazione al borgo in questa XIII edizione del Pentedattilo Film Festival che proseguirà nei prossimi mesi con tour itineranti di proiezioni e la realizzazione di una produzione originale.

Questo festival si propone di valorizzare la potenza immaginifica di luoghi come questo, attraverso la circolazione di nuove idee e opere inedite.

In questi giorni il numeroso pubblico ha potuto vedere gioielli della contemporanea cinematografia internazionale del film brevi, nell’ambito della quale stiamo registrando una significativa crescita della produzione italiana.

Siamo particolarmente contenti anche della grande partecipazione di pubblico che, fino all’ultimo giorno, ha avuto la possibilità di confrontarsi con registi, attori, sceneggiatori e produttori dopo avere visto i corti.

Crediamo che questo sia un tratto qualificante del nostro festival, capace di creare e alimentare incontri e relazioni”, ha commentato Maria Milasi, direttrice di Produzione del Festival.

“Mi sento felice. Anche quest’anno il fascino di questo borgo e le emozioni del festival hanno contaminato l’atmosfera e creato magia. Ringrazio davvero tutti per la loro partecipazione e collaborazione.

Questa XIII edizione del festival, occasione preziosa per il pubblico di appassionati per vedere corti da tutto il mondo in esclusiva a Pentedattilo, si conferma un fiore all’occhiello dell’offerta culturale della nostra regione.

Il festival non si ferma qui. Ci saranno altre proiezioni in Calabria e in altre regioni d’Italia nei prossimi mesi e a breve sarà avviata anche la sezione Cineducational riservata agli studenti delle scuole del territorio metropolitano di Reggio Calabria. Dunque questo è un arrivederci a presto”, ha concluso il direttore artistico Americo Melchionda.

Quella di ieri è stata un’altra giornata di riconoscimenti per i cortometraggi in gara, questa volta assegnati dalla Direzione artistica. In piazza SS Pietro e Paolo il concerto della band Cagliostro ha preceduto l’intervento dei selezionatori che hanno indicato i corti destinatari dei loro riconoscimenti.

Premio Migliore regia al corto australiano All these creatures di Charles Williams, palma d’Oro a Cannes, Migliore attrice al corto Takleef di Ali Farahani (Iran) mentre la prova attoriale maschile migliore, secondo i selezionatori del Festival, è stata quella del giovanissimo Peter Del del corto My name is Petya (Russia) della regista Daria Binevskaya presente al borgo e che ha ritirato il premio.

Premiati dai selezionatori del Festival anche i corti Night Walks di Lizete Upīte (Lettonia), Fauve di Jeremy Comte (Canada), Jemand und Niemand di Joscha Douma (Germania) e Take care di Itamar Giladi (USA), rispettivamente per il Miglior Sonoro, il Miglior Montaggio, la Migliore Fotografia e la Migliore Sceneggiatura.

Enunciato anche il Premio della Critica che pure quest’anno è stato assegnato dalla giuria del circolo del cinema Cesare Zavattini di Reggio Calabria composta da Stefano Denaro, Tonino De Pace, Stefania Guglielmo, Pauldavid Ligorio, Lidia Liotta e Ornella De Stefano.

Quest’ultima, plaudendo al livello alto dei corti selezionati e all’importante attenzione riservata alle tematiche dei giovani e degli adolescenti, ha rappresentato la giuria al borgo, decretando San Miguel (Messico) di Cris Gris, corto vincitore del premio della Critica ”Per il racconto dell’infanzia ferita da un senso di colpa insanabile, che fa sentire fuori posto la piccola protagonista rispetto alla famiglia, dall’impossibilità di una completa elaborazione del lutto e da una assoluta incomunicabilità con il mondo degli adulti, resa molto bene sia nella direzione degli attori, sia nella scelta di una regia che focalizza l’obiettivo sempre all’altezza della piccola protagonista”.

Ricordato con un riconoscimento e un applauso anche un amico del festival prematuramente scomparso, Demetrio Laganà, già collaboratore della manifestazione, al quale si deve il disegno che ha ispirato la targa che rappresenta il premio del Pentedattilo Film festival, raffigurante una mano protesa verso l’alto appoggiata su un margine di pellicola e i contorni del borgo al suo interno.

Spazio anche all’Anac, associazione nazionale Autori Cinematografici che patrocina il Festival, rappresentata da Tino Franco, giurato della sezione Territorio in movimento, che ha illustrato con uno spot l’impegno a difesa della visione dei film al cinema, in quella dimensione collettiva che genera condivisione e che alimenta genuina passione alla settima arte.

Ricco anche il programma di appuntamenti dell’ultima giornata al borgo con i tavoli tematici promossi dall’associazione Pro Pentedattilo che ha così festeggiato i suoi 25 anni di attività, le proiezioni di corti di animazione per bambini nella scalinata Santa Barbara e gli incontri alla biblioteca delle Donne e della Legalità Daniela Longo.

Il reggino Demetrio Marra, cofondatore e talentuoso redattore della rivista Birdmen – Rivista di Cinema, Teatro e Serie TV, nata dall’iniziativa realizzata grazie al contributo della Commissione Permanente Studenti dell’Università degli studi di Pavia, che ospita ormai da anni le recensioni dei corti presentati al PFF, ha analizzato, in occasione della masterclass dedicata alla composita sezione Thriller del concorso, uno dei corti vincitori a pari merito della categoria, La Bête di Filippo Meneghetti (Francia), ponendo in evidenza alcuni tra i tanti interessanti aspetti critici rilevanti.

“Questo corto propone un interessante linguaggio cinematografico in cui risalta tutta la forza anticipatrice del significante, inteso come elemento formale rivelatore di segni, mentre la tensione cresce senza esasperare lo spettatore. Altro aspetto pregnante attiene alla ritualità di cui ha scritto l’antropologo ed etnografo Ernesto De Martino, propria di una narrazione che, anche nel cinema, ritrae la natura plasmata dalle tradizioni e ne fa un punto di grande forza espressiva”, ha spiegato Demetrio Marra.

Registi e attori ancora protagonisti di una conversazione condotta poi da Alessia Rotondo, selezionatrice del festival, e da Paola Abenavoli, in rappresentanza del nuovo partner del PFF, il Gispe gruppo di specializzazione dei giornalisti dello spettacolo, fondato a Reggio Calabria nei mesi scorsi su iniziativa del Sindacato Giornalisti della Calabri, con lo scopo di valorizzare e tutelare l’attività professione in questo poliedrico settore. Quella di ieri a Pentedattilo è stata la prima iniziativa pubblica promossa dal direttivo dopo il suo insediamento.

Il tono grottesco per raccontare un dramma familiare intenso e profondo che esce dalla dimensione intima per diventare corale, sul filo di una ironia tanto amara quanto necessaria, nel corto Clac (di Fabien Ara), interpretato da Serge Barbagallo, ed il processo creativo di trasposizione nella cinematografia breve del fumetto con il ricorso all’io narrante e senza dialoghi del regista Davide Arosio, regista del corto Un’altra via, sono stati alcuni dei temi al centro della conversazione.

Centrale in questa occasione e in questa edizione del festival anche la produzione russa che si sta ponendo sulla scena internazionale con lavori interessanti e di estrema qualità.

Se n’è discusso con il regista Aleksandr Maslov e con lo sceneggiatore Maksim Lagunov, che a Pentedattilo hanno presentato in anteprima mondiale il loro corto Charon, frutto di “un lungo lavoro di elaborazione grafica e di due anni di post produzione”, incentrato su un traghettamento da una sponda all’altra di dantesca memoria, con una forte impronta immaginifica che sfida la durata breve del film.

Dalla Russia è arrivata a Pentedattilo anche Daria Binevskaya che ha proposto al festival My name is Petya, il corto ispirato ad una storia vera.

E’ il racconto di un incontro poetico avvenuto in ospedale dove un bimbo orfano con la sindrome di down spegne sempre la luce e disegna sui vetri paesaggi luminosi. In questo luogo particolare le vite dei protagonisti si intrecciano per caso ma per sempre, davanti ad un vetro attraversato dal sole che contrasta il buio e diventa una tela su cui dipingere i colori della Speranza e dell’Amore.

“Una storia reale che ho fatto mia, che ho sviluppato lasciandola poi approdare ad un finale fiabesco di grande rilievo sociale”, ha spiegato la regista Daria Binevskaya.