Intervento al cuore unico al mondo in un ospedale calabrese
Un articolo riferito a questo innovativo intervento è stato pubblicato “Cardiology”, la prestigiosa rivista medico scientifica internazionale
13 Marzo 2019 - 18:04 | redazione
L’intervento, realizzato al S.Anna di Catanzaro, risale all’estate scorsa e a riceverlo era stato un paziente portatore di uno stent coronarico che, a causa di formazioni calcifiche nel vaso, era sottoespanso e aveva perduto la sua corretta geometria, compromettendo così il regolare flusso del sangue. Il dottor Gaetano Morabito, emodinamista dell’équipe diretta dal dottor Bindo Missiroli, aveva quindi utilizzato, per la prima volta in Calabria e la seconda in Italia, la procedura conosciuta col nome di “Shockwave” in una modalità del tutto innovativa, risolvendo positivamente il caso e restituendo così piena funzionalità allo stent.
Quel caso è ora pubblicato in un articolo su “Cardiology”, la prestigiosa rivista medico scientifica internazionale, fondata nel 1937 da Bruno Kisch. Lo firmano i dottori Missiroli, Tripolino, Tassone, Grillo e lo stesso Morabito. È la prima volta al mondo che un caso del genere trova posto in letteratura; un primato facilmente riscontrabile utilizzando “PubMed”, il database bibliografico dedicato alla letteratura scientifica biomedica a partire dal 1946 e che contiene oltre 23 milioni di riferimenti bibliografici derivati da circa 5.600 periodici biomedici.
“Per l’équipe – ha commentato Morabito – è sicuramente un ulteriore motivo di soddisfazione. Sapevamo di avere usato lo Shockwave in una modalità del tutto nuova rispetto all’utilizzo tradizionale di una procedura, che è stata concepita essenzialmente per favorire l’impianto di uno stent e non per restituire funzionalità a uno già impiantato. Per questo abbiamo deciso di descrivere il caso e di proporre il lavoro a “Cardiology”, che evidentemente lo ha ritenuto meritevole di pubblicazione. Il crisma della scientificità così ottenuto significa che qualunque emodinamista al mondo potrà, volendo, riprodurre il nostro intervento, proprio perché per la prima volta in letteratura vi è il riscontro oggettivo e documentato in ogni passaggio, fino al felice esito finale della procedura”.