Pentedattilo Film Festival, tutto pronto per la premiazione dei vincitori
03 Novembre 2018 - 13:53 | di Eva Curatola
Ultima giornata di confronto per i giurati della XII edizione del Pentedattilo Film festival, cofinanziato dalla Regione Calabria con i fondi Pac 2014/2020 e prodotto da Ram Film, patrocinato dai Comuni di Reggio e Melito Porto Salvo. Proseguiranno anche oggi nel borgo le proiezioni dei cortometraggi dal mondo tra i quali stasera saranno premiati i migliori. Un lavoro impegnativo ma anche molto interessante quello eseguito dai selezionatori, i direttori artistici, Americo Melchionda ed Emanuele Milasi, la direttrice di produzione, Maria Milasi, e la responsabile dei rapporti con i registi, Alessia Rotondo, che tra i trecento corti pervenuti da oltre trenta paesi nel mondo, ne hanno selezionati circa 80 per questo festival. Adesso la parola passa ai giurati.
Quattro le sezioni in concorso, Territorio in movimento, Thriller, Music video e Animazione e per ogni sezione è prevista anche una menzione d’onore. In palio anche il premio della critica “Territorio in Movimento” assegnato dal circolo del cinema Cesare Zavattini di Reggio Calabria. I giurati delle quattro sezioni sono Giuseppe Colella, Napoli Film Festival, Monica Macchi, Nazra Palestine Short Film Festival, Alessandro Gordano, MyArt Film Festival, per la sezione Territori in Movimento, Demetrio Marra, Carlo Maria Rabai, Riccardo Bellini, Francesco Melchiorri, Luca Ieranò, Federica Scaglione dal partenariato con Birdmen, per la sezione Thriller, Paolo Genovese, Face Festival, Francesco Scialò, Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, e Ninni Donato, Galleria Technè, per la sezione Animazione, i musicisti Tommy Brunson e Domenico Modafferi con Pietro Daviddi, direttore della Fotografia, per la sezione Music video.
Intanto anche il programma odierno sarà ricco e scandito da numerose proiezioni di cortometraggi da tutto il mondo. Nella sezione Animazione, Weeds (Usa 2017) di Kevin Hudson, con uno stile classico Corky (Usa 2016) di Ty Primosch. Poi ancora The Nap (Italia 2017) di Adolfo Di Molfetta, Mister Paper Goes out for a walk (Belgio 2017) di Ben Tesseur e Steven De Beul, An idea (Messico 2017) di Juan Paulin e Il Bacio (Italia 2017) di Adriano Candiago.
Ricca anche oggi la sezione Territorio in movimento con Fifteen (Belgio – Egitto 2017) di Sameh Alaa, in concorso a Locarno e proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, un’altra produzione della Hamburg Media School Rotkäppchen (Germania 2018) di Lynn Baur, Tabib (Spagna 2017) di Carlo D’Ursi, Gaze (Iran 2017) di Farnoosh Samadi, Event Horizone (Regno Unito 2016) di Joséfa Celestin, Lambert lights (Regno Unito 2017) di Luca Bertoluzzi. Spazio anche alle contaminazioni con la danza con Curing Albrecht (Regno Unito 2016) di Jessica Wright e Morgann Runacre- Temple, interpretato dell’English National Ballet, e con il genere musicale e storico – letterario rispettivamente con A hand of bridge (Usa 2017) di David Miller e Frank Borin e Macbeth (Polonia 2017) di Przemysław Wyszyński e Maciej Puczyński. Un altro sguardo sulle migrazioni, questa volta dentro l’esperienza dei coreani in America, è proposto da Jiejie (Usa 2017) di Feng I Roan. In gara ed in programma oggi anche Nina (Italia 2017) di Mario Piredda, una delle sei storie che compongono il film collettivo Webseries 13.11, dedicato alla strage di Parigi del 2015 e che sarà proiettato interamente a marzo 2019 nell’ambito della fase conclusiva di questa XII edizione del Pentedattilo Film Festival.
La sezione Thriller propone Retouch (Iran 2017) di Kave Mazaheri, dedicato alla condizione femminile, vincitore del premio Best Narrative allo short Tribeca film Festival di New York, fondato da Robert De Niro, e del premio Best Live all’Action Palm Springs ShortFest, Ceux qui peuvent mourir (Francia 2017) di Charlotte Cayeux e The observer effect (Irlanda 2017) di Garret Walsh mentre la sezione Music Video propone Ultrasound – Kon Tiki (Regno Unito 2016) di Andrew Rutter, vincitore del New Renaissance Film Festival di Londra, Maladie (Italia 2017) di Santa de Santis e Alessandro D’Ambrosi, Comment te traduire (Francia 2018), dedicato all’esilio della poetessa e cantante estone Lembe Lokk, della regista Barbara Creutz presente al festival, e Night Cadet – Never fall (Usa 2017) di Jonathan Stroh anch’egli presente al festival.
Sarà proiettata oggi anche la produzione originale del Pentedattilo Film festival, ossia il video musicale della canzone Dave the chair di Charles Winning, diretto di Emiliano Barbucci e interpretato da Americo Melchionda.
La maratona di proiezioni sarà arricchita dall’incontro con i registi presenti al festival nel momento dedicato ai Filmakers al borgo. Ieri sono intervenuti Yann Chemin, regista di Ce qui nous tient (Francia 2017) in concorso nella sezione Territorio in Movimento, giunto al borgo con la moglie e la figlia di soli due mesi. “È così importante portare un evento culturale in un posto così incredibile, come Pentedattilo, e che così torna in vita – ha dichiarato il regista. Quando ho fatto il mio film pensavo di portarlo al cinema, proiettandolo al buio su uno schermo grande. Volevo fosse un’esperienza. Essere in una stanza di una casa di Pentedattilo vicino ad altra gente cambia l’umore delle persone e rende la proiezione diversa. Sono, comunque ,davvero molto soddisfatto“, ha dichiarato il regista Yann Chemin.
Presente anche Alberto Bona, il produttore di Sugar (United Kingdom 2018) di Haward Stean, corto proiettato fuori concorso nella sezione Smile. “Questo festival favorisce la rivalutazione di un borgo antico che pensando al bianco e nero, già ispirò il grande Escher. Sugar è un omaggio ai film girati in pellicola negli anni 50, ed è per questo che è stato girato in 16mm. La scelta del bianco e nero accentua l’aspetto onirico e favolistico della narrativa, che altro non è una parabola per far riflettere sulla realtà drammatica causata da una sfrenata ingestione del glucosio. Lo zucchero è una droga legalizzata e distribuita per essere alla portata di tutti, bambini inclusi. Il regista Haward Stean, dentista di professione, è stato spinto alla realizzazioni del cortometraggio proprio tramite la sua professione, che testimonia uno degli effetti collaterali più evidenti dell`eccessivo consumo di zucchero. Questo è un problema concreto che affligge noi tutti“, ha evidenziato il produttore italiano Alberto Bona.
Nell’ambito targato New Generation e fuori concorso, oggi spazio anche alla produzione di sette scuole reggine in rete, nell’ambito del progetto Fiere, promosso dal dipartimento Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri, con la proiezione del video In un soffio di piuma, realizzato da studenti degli istituti superiori Piria, Guerrisi e Righi, del liceo classico e del convitto Campanella di Reggio Calabria, dell’istituto Nostro – Repaci di Villa San Giovanni, dell’Ipsia di Siderno e dell’istituto Severi – Guerrisi di Gioia Tauro.
Il programma si aprirà con l’incontro con i giurati della sezione Thriller ossia i redattori di Birdmen, rivista di cinema, teatro, spettacolo e televisione nata dall’iniziativa della commissione permanente Studenti dell’università degli studi di Pavia, nella sezione Parole e Cinema che ieri ha ospitato la prima presentazione in Calabria del volume Corrado Alvaro e il cinema. Una magnifica ossessione, edito da Città del Sole. Presenti gli autori Maria Cristina Briguglio, docente di Italiano, Storia e Geografia negli istituti statali di istruzione secondaria, e Giovanni Scarfò, direttore della Cineteca della Calabria e presidente del Centro studi, ricerche e promozione cinematografica “Francesco Misiano”, e gli editori Franco Arcidiaco e Antonella Cuzzocrea. Un’occasione per approfondire la passione per questa forma d’arte che l’intellettuale di origini calabresi, Corrado Alvaro, ha coltivato, come attestano numerosi articoli e scritti apparsi su oltre cinquanta quotidiani italiani, “fino alla fine della sua vita, alla ricerca di una definizione dell’arte cinematografica che non trovò mai in modo definito e sulla quale si interrogò sempre“, ha evidenziato Maria Cristina Briguglio. “Ogni scritto sul cinema è un nuovo viaggio alla ricerca di risposte che, per questo, rivela un Alvaro più autentico, in cui non opera la mediazione dei personaggi tipica dei romanzi“, ha sottolineato Giovanni Scarfò.
Al Pentedattilo Film Festival si respira l’arte nella sue varie declinazioni e dunque anche la musica. Ieri sera un’esplosione di ritmo ha invaso piazza Santi Pietro e Paolo, con la band reggina Horny Brothers. Scanzonati nello spirito ma musicisti a tutto tondo sul palcoscenico, salopette e cappello in paglia indosso e strumento musicale in mano, Walter Brancatisano (voce e chitarra), Michele Nunnari (Banjo e coro), Roberto Modafferi (Basso) e Domenico Modafferi (violino e coro), quest’ultimo anche giurato per la sezione Music Video del Pentedattilo Film Festival, hanno letteralmente travolto il pubblico con la loro energia positiva e la loro contagiosa allegria. Con la stessa pazienza e la stessa passione con cui si coltivano i campi delle campagne, così i giovani agricoltori coltivano note e riarrangiano in modo assolutamente originale pezzi storici della migliore tradizione americana bluegrass country e hard rock. Immancabile proprio ieri l’interpretazione di Rocky Top degli Osborne Brothers, da sempre presentata ai loro concerti come la ‘Pentedattilo del Tennessee’ e ieri suonata proprio alle pendici della suggestiva roccia a forma di mano.
Stasera sarà ancora la musica a chiudere. Dopo gli applausi e gli apprezzamenti del concerto di apertura, si esibirà nuovamente in concerto Tommy Brunson, frontman degli Holy Water Buffalo, anche giurato della sezione Music Video del festival. A Pendedattilo Tommy Brunson ha presentato in anteprima mondiale Free man, il video del nuovo singolo della band che uscirà a breve, e River don’t care Unplugged, un documentario, anch’esso inedito, scritto da Alessia Rotondo, selezionatrice del Pentedattilo Film Festival.
Fonte: Ufficio Stampa Pentedattilo Film Festival