Ultramobile – Ovunque, con stile: la Panda 4×4 di Giugiaro


di Enzo Bollani – Il 2018 è un anno molto importante, per la prima superutilitaria a trazione integrale: la Panda 4×4. Sono passati 35 anni dal suo lancio, avvenuto sullo splendido corpo vettura del Progetto 141, disegnato da Giorgetto Giugiaro e apprezzato, fin da subito, da una elite di architetti e designer. Solo nel 1981, e dopo un ridimensionamento del listino prezzi, la Panda 30, versione d’origine, equipaggiata con il bicilindrico di 652cc ad aste e bilancieri, sarebbe diventata l’automobile pop per eccellenza sostituendo, idealmente, la 500.

Prima di arrivare alla 4×4, sviluppata in Austria da Steyr Puch, che tra l’altro produceva la Fiat 600 per il mercato mitteleuropeo, su licenza, venne introdotta la 45, più potente e rifinita rispetto alla versione iniziale e dotata, per la prima volta, della calandra a Cinque listelli diagonali, divenuta poi simbolo della Fiat degli anni Ottanta è presente su tutte le 4×4.

Il successo della Panda 4×4 fu immediato, tanto da meritarsi la copertina di Luglio 1983 di Quattroruote, presente anche all’interno della ricostruzione filologica del film italiano di maggior successo dell’ultimo anno: “Call me by your name”, di cui vi ho parlato nell’appuntameto fisso del sabato, casualmente chiamato “Sabato Cinema”, poche settimane fa.

Nonostante il prezzo elevato, la Panda 4×4 è diventata immediatamente l’automobile passe partout, perfetta in ogni situazione, parca ed elegante al tempo stesso, distintiva, arrampicatrice inarrestabile, amata tanto dagli arrampicatori sociali, ossia gli yuppies, quanto dai montanari più amaromontenegrini della Storia.

La Panda 4×4, a differenza delle sue concorrenti, nate per essere piccoli fuoristrada, parte da un concetto di utilitaria da città, ed è la sua leggerezza a fare la differenza. Squadrata, essenziale, caratterizzata dal vetro piatto anteriore e dai tipici interni di Giugiaro, con la tasca inserita nella plancia, simile a quella della Lancia Delta, la Panda 4×4 prima serie rimane un oggetto di sicuro valore collezionistico, un esempio di italianità e di affidabilità, sia nei primi esemplari, sia nelle versioni post restyling Supernova, disponibili sul mercato italiano a partire dal 1986.

Trovare una Panda 4×4 in buone condizioni, progetto 141 e 141 SuperNova, non è facile. I fondi sono la parte più cagionevole, unitamente agli interni e ai passaruota, soggetti a una consistente corrosione passante, specie per l’uso per il quale la Panda 4×4 è nata: arrampicarsi sui monti, con un’agilità impareggiabile.