Repubblica loda la Calabria: “Tartufi, bollicine e formaggi. E’ la Francia? No, la Sila”
18 Luglio 2018 - 19:32 | di Eva Curatola
di Eva Curatola – Ancora una volta la Calabria viene raccontata agli italiani e caso vuole non si tratti di una storia di mafia o immigrazione (le più gettonate del momento). Repubblica paragona infatti la nostra terra alla Francia per i suoi tartufi, le sue bollicine e i suoi formaggi.
Un complimento che infonde speranza in cui in questa terra ci ha scommesso e non smette di farlo.
Il viaggio di Repubblica in Calabria comincia in un bar della Sila più profonda, dove comitive di giovani e anziani si trovano stranamente d’accordo su qualcosa: «Qui non c’è niente». Sembra quasi un disco rotto, quello che da anni sentiamo ripetere da abitanti che non si sforzano neanche di trasformare questo “niente”, ma preferiscono invece dare adito alle peggiori dicerie che non fanno altro che allontanare anche il turista più convinto.
Sembra quasi un paradosso che fino a qualche secolo fa, la nostra fosse una terra feconda di vita e di attività. Quelle foreste in cui oggi giovani e anziani trovano solo il “niente” sono le stesse che un tempo fornivano legna e pece per le navi romane.
Repubblica attraverso un report molto approfondito racconta però agli italiani come la Calabria si sia finalmente evoluta, dando un taglio al turismo in stile anni ’70-’80, e dove finalmente l’enogastronomia va a braccetto con luoghi inesplorati dall’indicibile bellezza. Si sta inesorabilmente virando verso un’idea di ospitalità e ristorazione più consapevole. Chi transita da questo pezzo di Calabria, infatti, preferisce conoscere la solida cucina di territorio e magari portare via, come souvenir, la sacca con i prodotti locali acquistati in una delle tante botteghe.
Un altro primato? Quello della ricca ed emergente offerta vitivinicola calabrese. Ci troviamo in una regione tra quelle con più vitigni autoctoni in Europa e la storia narra di vini calabresi esportati fin dal Medioevo e dal Rinascimento.
«In Calabria non c’è bisogno di fare Champagne» queste le parole del decano Luciano Pignataro durante la partecipazione all’ultimo Vinitaly.
Le sorprese che Calabria cela non finisco di certo qui, oggi la tradizione della pastorizia – su cui peraltro è aperto un dossier Unesco – si è evoluta nella produzione di formaggi e latticini dal gusto inimitabile. Ed ancora la patata Igp, che oggi supera i confini regionali ed è presente nella grande distribuzione.
Chi viene per la prima volta in Calabria capisce al volo le peculiarità di una terra che non sono state ben sfruttate dai suoi abitanti. Di primati e potenzialità ce ne sono ed anche tanti, basterebbe solamente dar loro la giusta rilevanza, non è un caso che l’ente parco si batta per la candidatura Unesco a patrimonio mondiale dell’umanità, dopo che nel 2014 la Sila è già stata dichiarata prima riserva della biosfera in Calabria.
Tra cibo, natura, sport e benessere c’è solo da scegliere, alla faccia di chi dice che in Calabria non c’è niente.