I tratti di colore, le figure tipiche di una terra ormai distante, la certezza di un ritorno lontano nel tempo, la violenza che si è costretti a subire e il ricordo di un viaggio tra le braccia della morte, sono state le parole raccontate durante l’inaugurazione della mostra dei prodotti artistici realizzati dai migranti ospiti del Progetto Sprar di Gioiosa Ionica, gestito dalla Rete dei Comuni Solidali, che si è tenuta domenica 27 maggio 2018.
La mostra è stata allestita in uno spazio di Palazzo Amaduri, concesso al Progetto SPRAR dall’Amministrazione Comunale di Gioiosa Ionica ed ha visto protagonisti i quadri, gli oggetti in argilla e quelli costruiti con materiale di riciclo prodotti dai beneficiari del Progetto SPRAR di Gioiosa Ionica nel corso dei laboratori creativi che sono parte integrante delle attività progettuali.
Dopo il taglio del nastro da parte del Sindaco Salvatore Fuda, del Presidente della Rete dei Comuni Solidali Lorenzo Sola e della Responsabile del Progetto SPRAR di Gioiosa Ionica Alessia Barbiero, si è entrati nel vivo della mostra. Si è provato a raccontare il percorso che ha portato al risultato finale; i laboratori creativi non sono stati semplicemente spazi ludici. Hanno avuto lo scopo di permettere l’espressione di emozioni taciute o soffocate ed hanno visto il supporto in primis dell’operatrice dell’integrazione Carmen Focà e di figure esperte che hanno accompagnato i beneficiari nella scoperta delle tecniche di base e della loro espressività artistica.
Certo, raccontarsi attraverso l’arte non è stato semplice, specie per chi artista non è, soprattutto quando per la prima volta si ha tra le mani un pennello. Ma poi è diventato via via sempre più facile. Anche se le forme non sono perfette, se c’è qualche sbavatura di colore, non importa. Non è quello lo scopo. L’obiettivo è stato raccontarsi e raccontare.
Particolarmente intenso è stato il momento in cui si è raccontata la storia di una donna migrante, espressione di una moltitudine di storie di donne, abusata, violata, offesa. Su quel dipinto, prodotto da una delle mediatrici culturali del Progetto SPRAR, ogni ospite ha potuto lasciare la sua impronta, un segno tangibile della volontà di opporsi con tutte le proprie forze ad ogni forma di violenza o sopruso perpetrato ai danni delle donne, al di là di confini geografici o culturali.
Osservando la mostra, che diverrà permanente e aperta a chiunque la voglia visitare, si è compreso come davvero il linguaggio artistico sia universale. Il suo alfabeto di forme e colori, di emozioni e di storie, può essere compreso senza la necessità di alcun vocabolario.
Domenica mattina non si è tenuta solo l’inaugurazione di una mostra, ma la realizzazione di un momento di reale condivisione, al di là degli stereotipi che coprono di polvere anime e coscienze. E’ vero ciò che ebbe modo di dire Pablo Picasso: “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.”