Talenti Reggini, la campionessa Alessandra Benedetto: “Il Karate un mondo meraviglioso”


di Pasquale Romano – Vedi tutti i fenomeni attraverso il Karate e troverai la sottigliezza. Una delle numerose frasi dedicate al Karate, sport nobile e antico, ne fa emergere i valori che valicano decisamente l’aspetto agonistico. E’ una sfida a sè stessi, prima che all’avversario. Il limite tra sconfitta e vittoria è più sottile, e soccombe rispetto a valori e sentimenti.

La reggina Alessandra Benedetto, campionessa di Karate cintura nera 5° Dan, racconta ai microfoni di Citynow il proprio rapporto con il Karate, percorso ricco di gratificazioni e soddisfazioni.  A 14 anni i primi campionati regionali, dai Juniores fino agli Assoluti.

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Alessandra, tesserata per la ultracentenaria società sportiva reggina Fortitudo,  sinora ha conquistato 19 medaglie a livello nazionale nei campionati italiani e ha partecipato a 4 Europei e a 2 Open d’America. La medaglia d’oro conquistata nel 2011 ai campionati nazionali a rappresentative regionali il punto più alto di una carriera con ancora davanti tanti obiettivi.

Alessandra, a che età hai iniziato con il karate e perchè?

“Avevo appena 9 anni. Già da bambina, curiosando in casa tra i libri dedicati al karate, imitavo le mosse che vedevo. Così i miei genitori decisero di iscrivermi in palestra, seguita dal maestro Riccardo Partinico che tutt’oggi mi accompagna”.

Non è uno sport molto femminile, quando hai iniziato tu ancora di meno.

“Vero, ero l’unica bambina a praticarlo (ride, ndr). Negli ultimi anni invece il movimento femminile del karate è in netta crescita. Io lo consiglio a tutti, specie ai bambini. Si può iniziare già a 4 anni, io da qualche anno lo insegno ai bambini e seguire da vicino la loro crescita mi gratifica in modo particolare”.

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Cosa ti ha insegnato e continua ad insegnarti questo sport?

“Principalmente il rispetto, delle regole, dell’avversario e del proprio corpo.  Non è uno sport violento diversamente da quello che si può pensare, serve autocontrollo e attraverso il karate si fortifica il proprio carattere”.

Sono frequenti i ‘colpi proibiti’?

“No, capitano di rado. Un combattimento dura pochi minuti, serve quindi molta intensità e aggressività. Ma i colpi sono sempre controllati, può capitare di ricevere o dare qualche botta ma con le protezioni non si corre nessun rischio. Se ho mai dovuto usare il karate fuori dalla palestra? Fortunatamente no (ride, ndr)”.

 

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I tuoi prossimi obiettivi?

“Vincere il campionato italiano Assoluto, sino a oggi mi sono sempre dovuta accontentare del terzo posto. È la gara più importante, dedicata ad atleti dai 18 ai 35 anni, compresi quelli dell’esercito”.

 

Non ti starai dimenticando delle Olimpiadi, sogno per eccellenza per ogni atleta che si rispetti…

“Non potrei dimenticarle (ride, ndr). Sarà molto difficile qualificarsi, per me rimangono un sogno che mi piacerebbe realizzare. Ce la metterò tutta per riuscirci”.

 

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