I cartoni animati nella propaganda della seconda guerra mondiale
18 Luglio 2017 - 07:12 | di Vincenzo Comi
Rinviato per ragioni organizzative il previsto incontro su Edward Lear, l’Associazione Culturale Anassilaos Giovani propone per martedì 18 luglio sempre alle ore 21,00 presso il Chiostro di San Giorgio una conversazione di Tito Tropea, Presidente di Anassilaos Giovani sul tema “L’animazione e Walt Disney durante la Seconda Guerra Mondiale: convincimento ed auto convincimento”. Nel 25° anniversario delle stragi di Capaci (23 maggio 1992) e di Via d’Amelio (19 luglio del 1992) nelle quali persero la vita Giovanni Falcone, con la moglie Francesca Morvillo, e Paolo Borsellino e insieme a loro gli agenti di scorta, la manifestazione si aprirà con un breve video dedicato ai due magistrati e agli agenti della scorta realizzato da Giacomo Marcianò.
Le guerre, è cosa risaputa, non si combattono soltanto con le armi ma anche, quasi in ugual modo, con la propaganda. Nei tempi passati lo si faceva con le memorie dei protagonisti che si sforzavano di giustificare le proprie iniziative.
Nei tempi più recenti, nel Novecento, con i nuovi strumenti di comunicazione di massa: i giornali, la radio, il cinema. Persino la filatelia, per la sua diffusione, è stata ampiamente utilizzata durante la seconda guerra mondiale soprattutto dai Paesi dell’Asse e dall’Unione Sovietica con emissioni di propaganda alla guerra. Occorreva infatti spiegare al proprio popolo le ragioni del conflitto, presentare il nemico nella peggiore luce, stimolare il patriottismo e giustificare le inevitabili provazioni. A cavallo delle guerre mondiali l’animazione, soprattutto negli Stati Uniti, ebbe uno sviluppo prodigioso sia sul piano tecnico che su quello contenutistico.
Nacquero personaggi che in breve tempo divennero celebri in tutto il mondo. Basti pensare a Braccio di Ferro, a Capitan America, a Bunny e soprattutto ai personaggi disneyani che ottennero un enorme successo. Si dice che in Italia lo stesso Mussolini fosse un ammiratore di Disney al punto da organizzare a Palazzo Venezia le proiezioni dei suoi film. L’animazione non sfuggì dunque all’attenzione dei governi perché aveva anche il pregio, anzi la straordinaria potenzialità, di essere un efficacissimo mezzo educativo del popolo potendo contare su una tridimensionalità senza pari fatta di colori, storie divertenti, immagini e suoni. Facendo leva su questa efficacia i cartoni animati ebbero un ruolo di grande rilievo nella complessa e articolata opera propagandistica della seconda guerra mondiale e furono utilizzati da tutti i paesi in conflitto.
L’incontro promosso da Anassilaos Giovani analizzerà, in sintesi, le diverse forme di utilizzo dell’animazione durante la seconda guerra mondiale con speciale riguardo agli Stati Uniti sia per l’ampia diffusione in quel paese dell’animazione sia perché dell’animazione “bellica” tedesca, italiana e di altre nazioni restano poche testimonianze.