Talenti Reggini – Daniela Marra: ‘Mio cuore a Reggio. Il futuro di Squadra Antimafia…’
04 Novembre 2016 - 18:31 | di Pasquale Romano
di Pasquale Romano e Laura Maria Tavella – Ogni settimana, Daniela Marra entra nelle case di milioni di italiani grazie a “Squadra antimafia-Il ritorno del boss”, serie tra le più seguite. Attrice in rampa di lancio, tra le più talentuose e versatili, Daniela si racconta ai microfoni di City Now. Dall’infanzia trascorsa in riva allo Stretto, alle prime piccole esperienze sino ad arrivare al ruolo che l’ha fatta conoscere al grande pubblico e i progetti futuri.
Daniela, come è nata e si è sviluppata la tua passione per la recitazione ?
La mia passione è nata vedendo il teatro, ricordo che rimasi folgorata da uno degli allestimenti del “Sogno di una notte di mezza estate” del Teatro dell’ Elfo che era in tourné a Reggio al teatro Siracusa. Una fiaba… Shakespeare… attori bravissimi che adesso, anche se magari loro non sanno chi io sia, incontro a teatro tra il pubblico oppure li ho rivisti in scena di recente e penso che mi sembra incredibile che dopo tanti anni passati da quella messa in scena, dopo tanto studio e lavoro, io sia una loro collega. Poi si è alimentata andando ancora a teatro a Siracusa, dove per la prima volta al teatro greco, vidi degli spettacoli di Ronconi e Peter Stein e ancora il laboratorio teatrale scolastico al liceo “A. Volta” e il laboratorio e i primi spettacoli nella compagnia si SpazioTeatro. Tutto è cresciuto piano piano vedendo, leggendo e infine facendo teatro.
Quale è stato sinora il momento o il ruolo ‘svolta’ sinora della tua carriera ?
Non credo che nella carriera di un attore esistano concreti momenti di svolta, non bisogna mai fare affidamento su un solo successo o su un solo personaggio; il bello, ed a volte anche ciò che può mettere in difficoltà, del mio mestiere è che non si finisce mai di cambiare, imparare, cadere, ricominciare anche dopo i successi.
Credo che ogni personaggio mi abbia dato qualcosa, di sicuro Anna Cantalupo mi ha dato molta visibilità e la possibilità di mettermi in gioco in maniera molto impegnativa e in un ruolo di azione che, soprattutto per le donne, in Italia, scarseggiano.
Nella serie “Squadra antimafia-Il ritorno del boss” interpreti Anna Cantalupo. Sei a capo della Duomo, ma solo temporaneamente, perché in realtà ti occupi di analisi finanziaria. Quanto è stato difficile per te cambiare ruolo,rispetto alle serie precedenti,in cui non eri impegnata in scene d’azione ?
Ho fatto allenamento, ho imparato ad usare le armi, ho corso molto e sono stata guidata, insieme al resto del cast dai nostri maestri d’armi e stuntman. E’ stato molto interessante imparare cose nuove, anche se non amo le armi, ho affrontato la sfida di doverle maneggiare in maniera credibile come fossero qualcosa di abituale per il mio personaggio, è stato mediamente difficile, giorno per giorno, con molto entusiasmo mi sono lentamente messa in gioco in questa nuova veste.
Tra Anna Cantalupo e Giano Settembrini sembra essere nato qualcosa. Nelle prossime puntate vedremo un epilogo della storia o gli sceneggiatori hanno deciso di tenere la storia in sospeso,per la prossima serie?
Ehhhh, se tenessi in sospeso anche io la risposta a questa domanda?!?! (ride, ndr).
A questo proposito, è in progetto un’altra stagione?
Ancora non se ne parla, siamo in attesa… intanto godiamoci la fine di questa!
Anna Cantalupo ritornerà ad essere un’analista finanziaria o il richiamo sul campo è troppo forte?
Siete davvero curiosi!! (ridr, ndr). Anna, in questo momento della storia è molto interessata a mandare avanti le indagini e ad ottenere risultati concreti… sul campo si trova bene, adesso.
Quali sono i tuoi prossimi progetti, divisi tra cinema tv e teatro ?
Al momento torno al teatro, sia come scritturata con uno spettacolo che è attualmente in prova, che con progetti molto personali. Ho due progetti in cantiere, in collaborazione con la compagnia Wanderlust Teatro, di entrambi i progetti sono ideatrice ed interprete. In uno dei due sarò affiancata dalla bravissima attrice e cantante messinese Celeste Gugliandolo, conosciuta ai più per essere la cantante de I Moderni, ma anche sta mandando avanti anche una bellissima collaborazione artistica con il Maestro Giorgio Mirto che comporrà per noi le musiche dello spettacolo.
Con quale regista e attore, potendo scegliere, vorresti recitare ?
Vorrei essere diretta da Paolo Virzì per il suo linguaggio ironico, poetico e il suo sguardo lucido sulla realtà e uno degli attori con cui vorrei recitare è Michael Caine, attore bravissimo, con tantissima esperienza, da cui imparare e che ha fatto un percorso che con umiltà è partito dal basso.
Ultima parte di intervista legata alla tua terra, la Calabria. Che ricordi hai della tua infanzia trascorsa a Reggio Calabria? A quanti anni sei andata via e quanto è stato difficile lasciarla ?
La mia terra è bella e terribile. Mi ha arricchito tantissimo e sempre le sarò grata, la sua bellezza ha arricchito il mio immaginario, il suo essere così secca e selvaggia ha fatto bellissimi regali alla mia sensibilità, ma i suoi punti critici sono state coltellate inflitte a quella bellezza. Ho così scelto di lasciarla a 18 anni ed ho, come tutti i “migranti”, anche se ben diversi dai migranti di una volta, due cuori: uno nella mia terra, uno nomade e grato ai luoghi dove ho potuto realizzare i miei desideri professionali.
Torni spesso nella tua città, appena gli impegni professionali te lo permettono? A cosa non potresti mai rinunciare della tua città?
Si, cerco di tornare quando posso e godere della natura soprattutto. Non potrei mai fare a meno della vista e della vita sullo Stretto, per me è un luogo davvero magico e sospeso. Poi, parlando in termini molto meno poetici e sicuramente più goliardici del gelato di Sottozero!!! Si può dire o faccio pubblicità? (ride, ndr).
Tu, il regista Fabio Mollo (Il Sud è niente) e tanti altri artisti emergenti reggini nel mondo del cinema. Con quali sei in contatto e/o stimi in modo particolare?
Hai detto il nome giusto: Fabio Mollo! Ci siamo conosciuti quando lui faceva le elementari, era compagno di classe di mio fratello. Poi per, credo, oltre 20 anni ci siamo persi di vista e rincontrati proprio la sera dell’ anteprima di “ll sud è niente” al festival del cinema di Roma, da li ci siamo incrociati spesso e mi piacerebbe molto se riuscissimo a collaborare un giorno. Ricordo che il suo ufficio era vicino alla produzione con cui ho girato “La terra dei Santi” film di Fernando Muraca, e da buon conterraneo e uomo di cinema abbiamo avuto modo di confrontarci e ci ha fatto un prezioso in bocca al lupo. Inoltre, come lui anche io sono stata rapita dal linguaggio cinematografico grazie al Circolo Chaplin e al lavoro di Nicola Petrolino, Lavoro che va preservato.
Che consiglio daresti ad un giovane artista reggino che punta ad emergere e sogna in grande? Lasciare la Calabria è l’unica soluzione?
Con dolore devo dire di si. Il consiglio è quello di rivolgersi allo studio nelle scuole professionali di maggiore rilevo nel panorama nazionale, una volta finito il liceo. Le scuole sono sicuramente quelle del Teatro Stabile di Torino, Il Piccolo, Teatro stabile di Genova, Il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Paolo Grassi e la Silvio d’amico. Se io avessi 18 anni e le possibilità giuste andrei a studiare al Londra. Consiglio però di portarsi dentro, sempre, le proprie radici, quelle ci permettono di raccontare qualcosa di profondamente vero e che ci corrisponde a livello identitario in maniera determinante. Andate, sudate, studiate e tornate per continuare a sudare, a studiare, ma anche per raccontare.
Si ringraziano Gianluca Tucciarone e la Stefano Chiappi Management srl per la disponibilità.