Polemiche e offese, in Calabria la giornata ‘anti Salvini’


«Le parole di Salvini nei confronti della Presidente della Camera, Laura Boldrini, denotano la sua grettezza mentale. Il fatto è che, come abbiamo sempre sostenuto, è solo un tamarro o, vista la circostanza, un pallone gonfiato vuoto di idee e pieno di ciutia». Il Festival delle Migrazioni di Acquaformosa si era aperto con queste frasi ‘gentili’ rivolte dal vicesindaco Giovanni Manoccio al leader della Lega Matteo Salvini.

Non potevano che seguire polemiche, offese e insulti alle parole di Manoccio. Gli organizzatori del Festival hanno pensato addirittura a un concorso, aperto fino al tardo pomeriggio, al quale si può partecipare postando sulla pagina fb frasi sull’accoglienza oppure contro il leader della Lega nord.

I leghisti -si legge sul QuotidianodelSud- hanno replicato con offese e insulti all’iniziativa, mentre il quotidiano Libero scrive in prima pagina che Governo e Pd hanno finanziato una manifestazione contro un oppositore politico. “Quando non possono insultare gli immigrati se la prendono con i meridionali”, replica l’assessore Giovanni Manoccio che ha curato il Festival delle Migrazioni. Quanto al finanziamento della manifestazione precisa che è “autogestito e autofinanziato, con un contributo della Regione Calabria”.

La quinta edizione del Festival si è rivelata un successo, confermato dal boom di presenze e dal notevole successo riscontrato dal concerto di Eugenio Bennato. “È la vittoria del nostro modello -afferma Manoccio- con buona pace dell’odio propagandato da Salvini che continua la sua inutile escalation di odio e ignoranza”.

La giornata anti Salvini, che prosegue dalla provocazione lanciata lo scorso anno “Salvini è nu tamarro”, viene spiegata da Giovanni Manoccio come un modo per far capire quanto sia importante informarsi sull’argomento: “Guardate che noi Salvini lo stiamo nobilitando perché tamarro letteralmente significa raccoglitore di datteri, che è uno dei lavori più nobili del nord Africa. I datteri fanno male ai diabetici perché sono molto dolci, non pensavo facessero male anche a chi scrive o ai politici”.