“Farhenheit 451”: un Classico visionario dal sapore dolceamaro


di Eva Curatola“Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse. […]il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non si sa quale direttore d’orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia.”
Montag fa il pompiere in un mondo dove gli incendi, anziché essere spenti, vengono appiccati. Armati di lunghi lanciafiamme, i militi irrompono nelle case dei sovversivi che conservano libri o altra carta stampata e li bruciano perchè così vuole la legge. Ma Montag non è felice della sua esistenza alienata, tra giganteschi schermi televisivi e slogan, con una moglie indifferente e passiva e un lavoro che svolge per pura e semplice routine. Ad un certo punto però la sua vita viene stravolta dall’incontro con una ragazza sua vicina di casa, Clarisse, grazie alla quale in Montag inizia la scoperta di un mondo diverso da quello in cui è sempre vissuto, un universo di luce non ancora offuscata dalle tenebre della società tecnologica imperante.
Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive.”
I libri sono al bando, dunque anche la cultura, ma soprattutto il pensiero, le riflessioni, tutto ciò che permette all’uomo di avere il suo libero arbitrio. Di conseguenza ci troviamo difronte ad una società fatta non più di persone, ma di gusci vuoti. Questa è la storia che lo statunitense Ray Bradbury ci propone nel suo capolavoro “Farhenheit 451“, il titolo che a primo impatto può sembrare un pò bizzarro è invece assolutamente geniale, in quanto si riferisce a quella che Bradbury riteneva essere la temperatura di accensione della carta, anche se essa in realtà dipende dallo spessore della carta appunto. Nel testo non vi si fa esplicitamente riferimento, in quanto il numero compare solo sull’elmetto da pompiere del protagonista.
“Ci deve essere qualcosa di speciale nei libri, delle cose che non possiamo immaginare, per convincere una donna a restare in una casa che brucia. È evidente!”
Il nostro protagonista è un uomo infelice, stanco della routine, che non capisce perchè sia cosi necessario affidare tutte quelle pagine al fuoco, e soprattutto non capisce perchè cosi tante persone siano disposte a bruciare con essi, visto che dal principio gli era stato insegnato che i libri non contengono altro che sciocchezze. Un giorno decide di commettere un’improvvisa infrazione e leggere un breve trafiletto di un libro che dovrebbe bruciare. Attirato dalla sua prima fugace lettura, decide di salvare un libro ad ogni incursione e inizia cosi a leggerli di nascosto. E finalmente Montag realizza che i libri ci aprono gli occhi sulla realtà, per questo il governo vuole farli sparire e incoraggia la popolazione a stare davanti alla tv, per lasciar passare solo informazioni selezionate.
Il lettore che si trova a leggere “Farhenheit 451” non si aspetterebbe mai di scoprire che si tratta di un libro scritto nel ’53, perchè la sua attualità risulta sbalorditiva. Si tratta di un romanzo a dir poco significativo, solido, coinvolgente, in quanto la nostra società sembra sempre più intraprendere l’inimmaginabile direzione auspicata dall’autore. Per tutti questi motivi, il romanzo distopico di Bradbury è considerato oggi un classico moderno e quindi un libro senza età.
“Le cose che voi cercate, Montag, sono su questa terra, ma il solo modo per cui l’uomo medio potrà vederne il 99% sarà un libro.”

Fahrenheit-451