di Didi Labate – Le folle li adorano, le loro canzoni contano milioni di visualizzazioni su You Tube, il loro primo EP è stato in cima alle classifiche di tutta Italia per mesi. Sono Low Low e Mostro.
Questa coppia di giovani rapper romani si è imposta con forza nel panorama hip hop italiano, con le loro canzoni crude e vere che hanno conquistato il pubblico in pochissimo tempo. Lo scorso anno con il loro primo EP “Scusate per il Sangue” si sono presentati per quel che sono: due ragazzi che vogliono un cambiamento reale nella scena rap italiana, che cantano senza peli sulla lingua e che adorano farlo! ..Inutile dire che è stato un successo a livello nazionale.
Il duo accompagnato dal loro dj di fiducia, Yoshimitsu, è stato ospite al Mahè Lounge Club di Reggio Calabria il 7 luglio per un esibizione organizzata dalla Famous.
CityNow è riuscito a strappare per qualche minuto i cantanti dalle mani della folla che li acclamava.
A voi il risultato di questa conversazione:
D-Ragazzi, per preparare le domande dell’intervista ho avuto seri problemi, dato che nei vostri testi vi mettete a nudo e raccontate la vostra vita come ad un amico, cosa che quasi nessuno fa. Detto ciò iniziamo con Mostro: nella tua canzone “La Mia Rihanna” (che parla della violenza del rapper nei confronti della sua ragazza) ci descrivi una situazione a te capitata, giusto? Non hai paura che tu appaia agli occhi del pubblico come un sadico maschilista prepotente?
M-Io sono un artista, se non esprimo la mia persona nel profondo, anche le scelte e le azioni private, non potrei definirmi tale. La mia ispirazione deriva proprio da questo, da ciò che mi succede nella vita di ogni giorno, altrimenti racconterei stronzate! Naturalmente le persone recepiscono a loro modo, io cerco di proporgli il mio punto di vista in modo tale che ognuno possa rielaborare una propria immagine.
LL-Posso aggiungere una cosa? La domanda è intelligente, noi portiamo un messaggio positivo. Chi ci segue vede che noi siamo diventati qualcosa, abbiamo costruito qualcosa dal nulla; senza nessun modello imposto dalla televisione e senza canoni estetici di merda del 2015. I nostri fan capiscono che, dietro “La Mia Rihanna”, c’è comunque un messaggio positivo e poi ci sono cose che si trasmettono anche con uno sguardo o una stretta di mano sul palco: gesti che vanno ben oltre le parole delle canzoni.
D– Low Low ora è il tuo turno, ascoltando le tue canzoni e leggendo i testi si intravede una grande rabbia indirizzata a qualcuno o qualcosa.. Mi vuoi dire qualcosa di più?
LL– Complimenti perchè fai domande molto intelligenti, la cosa divertente è che quando ho iniziato a rappare mi chiamavo “Poeta Incazzato” e mio padre era il primo a chiedermi “Ma incazzato de che? Perché sei tanto incazzato?”. Tendenzialmente io ho un daimon (nella filosofia socratica il daimon è una sorta di coscienza interiore che dissuade l’individuo dal compiere un’azione) che è:l porre il mio messaggio, il mio modo di vedere le cose in una certa maniera, dimostrando che sono il migliore. Il rap per me è un mezzo per soddisfare questa mia “sete”. Ho una specie di veleno intrinseco che nasce dalla voglia di dire come la penso a tutti i costi, che sia qualcosa di fuorviante, non capito, io devo per forza scriverlo, è più forte di me.
D– Ragazzi, siete stati paragonati ai nuovi Gemitaiz e MadMan , spesso nei vostri testi li citate come vostri “maestri”, che ve ne pare di questo confronto?
M– Noi li rispettiamo moltissimo ma penso sia più appropriato paragonarci ai Bads Meets Evil, un duo rap formato da Eminem e Royce da 5’9.
D– E infine, regà, qualche anticipazione sul vostro futuro?
M–MS (gruppo che contiene i due cantanti e Yoshimitsu) continuerà a dare fastidio al rap italiano questo è poco ma sicuro!
LL– BRAAAA!
Ps. Un ringraziamento speciale alla Famous che, anche in questa occasione, ci ha permesso di incontrare gli artisti per intervistarli.
