La città dolente nel Bistrot


di Mariacarmela Di Marte. Il 7 giugno, alle ore 21, al Teatro dell’Acquario Bistrot a Cosenza è andata in scena la performance artistica di Maria Marino nella riproposizione del testo poetico di Stefano Benni “Blues in 16. La ballata della città dolente”. In un ambiente , gli ospiti, allietati dalla cena metropolitana curata dalla stessa artista, hanno avuto modo di assaporare la convivialità propria della metropoli. Gente sconosciuta ritrovatasi per caso allo stesso tavolo, che si è scambiata pensieri, ricordi e aspettative, con un piccolo palco al centro della sala, dove un’artista, con uno sguardo magnetico e una personalità imponente, ha dato prova del suo estro e della sua versatilità, proponendo in tre atti i personaggi di questa ballata. Accompagnata dalle note musicali del Blues , ha portato in scena il dolore e la rabbia di questi personaggi, accomunati dal disincanto e dall’incertezza futura, in una città che come recita uno dei suo personaggi << mette i suoi serpenti >>, e come questi, promulga il suo veleno tra la gente, distribuendo ansie, paure e frustrazioni. Come quella del Padre che chiede a Dio se sia a conoscenza delle << 5,000 lire per il latte per il figlio amato >> o della Madre che ha perso di vista lo scorrere del tempo, in << calendari di anni che non esistono più >>. Maria Marino ha portato in scena la narrazione drammatica dei versi forti dello scrittore Stefano Benni, in una performance che ha lasciato attoniti gli spettatori, estasiati dall’intensità della sua interpretazione e dalla sua voce, a tratti calda e sensuale come quella di Lisa o piena di rabbia e disperazione come quella del Padre. Un invito ad acuire lo sguardo, perché il vedere equivale al patire, ad ascoltare , ad accettare la desolante realtà sociale , dentro il caos di una metropoli della quale non bisogna aver paura, come L’indovino, che ha imparato tra le sue mille voci << a conoscere quella che chiama il suo nome>>. Impercettibile è stata la separazione dualistica tra lei e i suoi personaggi, anche lei come Lisa che << ride e si toglie il rossetto e subito lo rimette>>, è riuscita a trasformarsi, regalandoci l’immagine di una donna che con la sua personalità ha dato nuovamente vita ad una città, ha regalato la speranza di un futuro che anche se incerto, vale la pena di essere affrontato. Perché come recita Lisa : << La città non temere se cambia nome. Ascolta. Sto cantando, tra le note c’è il tuo nome>> . Maria Marino lascia il palco tra i lunghi applausi degli spettatori, lasciandosi sfuggire il desiderio di far diventare questa performance uno spettacolo teatrale e se Stefano Benni con questo testo ha << imparato a suonare altri strumenti >>, lei, ha tutte le note giuste per comporre lo spartito.