Fashion Cenerentola fino a mezzanotte?


di Maria Carmela Di Marte. Svegliarsi, preparare il caffè, fare colazione, lavarsi i denti, scegliere un nuovo capo d’abbigliamento: azioni quotidiane che caratterizzano l’inizio delle nostre giornate, magari seguite ad un sogno erotico su fantomatici playboy di riviste o ad incubi che hanno reso il nostro risveglio schizofrenico al pari di Miranda del “Diavolo veste Prada” . Qualunque sia il nostro risveglio, queste sono le azioni comuni che fanno di noi degli esseri mortali, delle Cenerentole che si svegliano con o senza principe, purché in un letto con lenzuola di seta. Ma qualcosa rende oggi, nell’era del “ho tutto nel palmo di una mano”, la scelta del capo d’abbigliamento un momento emblematico .Ebbene si! Sia che decidiamo di vestirci per rimorchiare o per affrontare la giornata lavorativa, il nostro capo d’abbigliamento deve essere curato nei minimi dettagli: dalle scarpe alla pochette, dagli accessori al colore dello smalto.La ricercatezza stilistica al pari di Dior, che abbia l’eleganza di Valentino e l’estro di Cavalli, ma che sia accessibile al pubblico di critici di moda virtuali ed improvvisati – dal cui “mi piace” dipenderà la sorte della giornata, del tuo gusto in materia “outfitiana”- diventa la missione da compiere.Molto meglio se per tutto l’outfit ci siamo fatte beffa dei prezzi esorbitanti delle case di moda.Ed ecco che anziché assaporare il sapore intenso del caffè mattutino, del bicchiere di vino in ottima compagnia, nasce quell’impulso istintivo, quasi innato, di scattare una foto.Si, perché se non scatti non sei. Anche la colazione, nell’universo della moda telematica, se non è particolare, non è più colazione.Guai a non assemblare il colore del tovagliolo da colazione alle sfumature della frutta di stagione o ad ordinare un primo piatto che non sia ornato di decorazioni artistiche del migliore degli chef in campo. Rischieremmo di essere diseredate dall’ambiente modaiolo. E questo, le Cenerentole del ventesimo secolo, lo sanno.Perdiamo più tempo a scegliere cosa metterci e a capire dove cenare, piuttosto che a scegliere un fidanzato; il tutto solo per elargire consensi su larga scala di fantomatici “ seguaci”che apprezzano il più delle volte il nostro stile solo per gli innumerevoli Tag aggiunti alle foto, i quali renderebbero cerebrolesi anche i più grandi esperti di decifrazione linguistica.La ricerca di Followers diventa allora una corsa ad ostacoli per accaparrarsi il terzo posto del podio delle Fashion Blogger, che ormai sono più che altro , Fashion Victim. Perché ormai è questa la nuova tendenza: elargire consigli di gusto, di stile, diventando, almeno metaforicamente parlando, la nuova Blondsalad-ada.D’altronde, a chi non piace essere invitata agli eventi mondani più in voga, poter usufruire dei capi d’abbigliamento dei guru della moda italiana e internazionale, fare shooting fotografici, essere le icone delle tendenze e sapere che qualunque cosa tu faccia? Ma come in ogni tragedia che si rispetti, c’è anche l’altra faccia della medaglia: ovvero, chi si crede così fashion da poter seguire le orme delle ormai veterane nel campo, nonostante i suoi outfit sembrino più un misto di tendenze arcaiche, quasi un arcano mistero , per la cui risoluzione servirebbe la presenza di Carla e Enzo.In ogni caso, chiunque tu sia, quello che interessa è il numero di seguaci che copieranno il tuo stile. Una sorta di affermazione pubblica, di consenso collettivo sulla scelta del tuo total-look, un agorà virtuale.Il rischio che si corre è quello di non riuscire a comprendere la realtà stessa delle cose, di proiettarsi in un universo in cui l’omologazione fa da padrona, dove tutti copiano tutti e nessuno ha più un’impronta individualista o dove, per sentirsi in pace con il proprio look si necessita del consenso altrui, di un comune mortale del quale si disconoscono le tendenze sul vestiario, del quale non si conosce il nome reale , la voce, ma che almeno, nonostante la sua effimera presenza carnale, lascia un segno indelebile, un plus valore nella nostra giornata: è un nuovo numero aggiunto ai nostri follower .Cenerentola non aveva un i-phone, il suo vestiario era stato scelto dalla fatina e la sua favola terminava a mezzanotte.Siamo sicuri che anche quella di divenir “Celebrità Instangram- followate” non duri altrettanto poco, con il brusco risveglio di ritrovarci con indosso un pantalone giallo fluo al quale siamo solite abbinare un verde shock e ritrovarci nel mercato del centro piuttosto che nella maison di Gucci? Magari potremmo scoprire che forse, nonostante il nostro intuito in materia di abbinamento di colori non sia così arguto, siamo pur sempre delle individualità che nascondono il più delle volte delle particolarità che non hanno bisogno di tecniche di approccio collettivo per essere apprezzate. E che il talento, se c’è, si vede non tramite i nostri followers o le nostre chicche da snob, ma attraverso quelle particolarità che ci rendono, a dispetto della crisi economica della società moderna, un investimento a buon fine, una scarpetta di cristallo che ci fa sostenere che vale la pena di girare tutto il regno per ritrovare la sua proprietaria.E poi, diciamocela tutta. Alla fine, fare colazione “impigiamate” , scegliere la prima cosa che ci capita nell’armadio, fare colazione con una briosche del Discount, ci rende, forse, più umane.