Cinquanta sfumature di grigio: erotismo o fantascienza?

Il fenomeno "Cinquanta sfumature di grigio", il bestseller di E.L. James che ha catturato l'attenzione di milioni di lettori. Scopri le opinioni sull'intrigante trama e il successo travolgente di questo romanzo


Prendete una ragazza di 21 anni vergine senza pc, telefono, senza desideri sessuali, né esperienze o sogni erotici e fatele conoscere un imprenditore 27enne, amministratore delegato al limite dell’estremo capitalismo bello, ricco, potente e fan delle perversioni sessuali. Il risultato è il successo letterario dell’anno, “Cinquanta sfumature di grigio”, il romanzo dell’inglese E. L. James (Erika Leonard), divenuto bestseller in poco tempo da battere persino il record di vendite-lampo del primo libro di Harry Potter.

Alle sfumature di grigio, sono seguiti poi altri due libri: “Cinquanta sfumature di nero” e “Cinquanta sfumature di rosso”, per concludere la trilogia di colori. La trama, dicevamo, è delle più semplici. Lei aspetta l’amore romantico letto nei classici inglesi dell’800; lui bello, ricco e pericoloso, con un passato tormentato che ha trovato nel bondage non solo una valvola di sfogo, ma un modo per vivere sereno per tenere sotto controllo i fantasmi del passato.

Quando si incontrano l’attrazione è potente, una pulsione questa, che si trasforma presto in un sentimento molto più forte, ostacolato e manifestato proprio da quella pratica sadomasochistica e di dominazione nella quale Cristian trova rifugio e che viene vista con molto sospetto dalla giovane ed inesperta Anastasia, l’eterno stereotipo della donna crocerossina e, subito dopo, della donna sottomessa al suo dominatore.

“Quest’uomo all’inizio mi sembrava un eroe romantico, un ardito cavaliere bianco dall’armatura scintillante, o un cavaliere nero, come dice lui. Invece non è un eroe; è un uomo con gravi, profonde lacune emotive, e mi sta trascinando nel buio. Non potrei, invece, essere io a guidare lui verso la luce?”

“Mi sposto nell’angolo in fondo e sfioro la panca imbottita, che mi arriva ai fianchi, passando le dita sul cuoio. “Gli piace fare male alle donne.” Quel pensiero mi rattrista. «Perché dovrei fare una cosa del genere?» «Per compiacermi» mormora, inclinando la testa di lato, e vedo l’ombra di un sorriso. “Compiacerlo! Vuole che lo compiaccia!” Resto a bocca aperta. “Compiacere Christian Grey.” E in quel momento mi rendo conto che, sì, è proprio quello che voglio fare. Voglio che lui tragga un folle godimento da me.”

A cosa sia dovuto il successo di questo romanzo, nessuno sa dirlo: non eccelle di certo per l’originalità dei personaggi (il protagonista si chiama Christian Grey e veste sempre di grigio; lei, Anastacia Steele – in inglese, “acciaio” – lavora in una ferramenta), né delle scene erotiche (lei dice di sentirsi Eva, tentata dal serpente – lui). Non sarà, allora, l’eterno fascino delle storie tormentate e della fanciulla innocente che si innamora di un uomo ricco e potente che nasconde un tremendo segreto, sulla falsa riga di “Jane Eyre” di Brontë, il motivo di questo ammaliante successo? Forse. Ma forse l’amletico dilemma è molto più semplice di quel che appare: le donne oggi preferiscono fantasticare, anziché sperimentare. Troppo sesso virtuale, poco reale. Troppe letture, battute spinte, film con scene erotiche esplicite, anziché sussurrate.

A proposito di film: pare che l’autrice stia trattando i diritti cinematografici e che voglia Scarlett Johansson nella parte della protagonista. Che la musa di Woody Allen debba togliersi l’orecchino di perla per finire tra ferri e chiodi?