Reggio Capitale della Cultura? Perna: ‘Giusto sperare ma non sia un pennacchio’

Capitale della Cultura, Perna: "Riconoscimento che può cambiare Reggio Calabria, ma solo con un progetto concreto per il futuro"

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Poche ore e si saprà se Reggio Calabria sarà la città Capitale della Cultura 2027. Un riconoscimento che sarebbe certamente importante per la città, con l’amministrazione che ha scelto il Mediterraneo e la centralità di Reggio in questo contesto quale cuore del dossier presentato al Ministero.

Uno dei nomi più storicamente legati alla cultura reggina (e non solo) è senza dubbio quello del prof. Tonino Perna, ex vicesindaco dell’amministrazione Falcomatà che sulla complicata esperienza da amministrazione e sui fragili rapporti con il sindaco ha anche scritto un libro, ‘Diario, 385 giorni a Palazzo San Giorgio.

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Ai microfoni di CityNow, Perna si sofferma sul nome scelto dall’amministrazione comunale per il dossier legato alla candidatura, con il riferimento a Reggio quale ‘Cuore del Mediterraneo’.

“Mi sembra un titolo azzeccato e convincente. A Reggio abbiamo organizzato il primo evento dedicato al Mediterraneo, era il 1987. Ben 15 giorni di festival, con eventi e 9 conferenze internazionali su temi che ancora oggi dopo quasi 40 anni sono molto attuali.

E’ indubbio che siamo geograficamente al centro del Mediterraneo, ma è ininfluente se non si traduce in un fatto economico, turistico e culturale. È una bella sfida ma difficile da concretizzarsi. Sul Mediterraneo ci sta più Bologna, con le sue relazioni con l’Africa e ad esempio le borse di studio o gli scambi culturali con gli altri paesi, che Reggio Calabria. Ma vedo la candidatura e l’eventuale vittoria certamente come un fatto positivo, che però dovrà essere sfruttata in modo adeguato”.

Perna si sofferma sul valore del riconoscimento, sperando come tutti i reggini che sia la città dello Stretto ad ottenerlo.

“Queste cose tavolta rappresentano un pennacchio che non ha portato a grandi cambiamenti, mi riferisco a città che l’hanno ottenuta nel recente passato.

Può essere positivo però in presenza di un progetto concreto per il futuro. Quale la direzione che Reggio Calabra dovrebbe seguire? Penso soprattutto all’Università Mediterranea, a cosa ha in mente per valorizzare la centralità della città nel Mediterraneo.

Reggio Capitale della Cultura ha senso se propone azioni e relazioni con gli altri paesi del Mediterraneo.
Il futuro più del passato deve essere la parte centrale del dossier, altrimenti rischia di essere solo autocelebrazione”.

Reggio e lo Stretto al centro non solo del Mediterraneo ma anche dell’Europa. Perna rimarca il ruolo strategico che il nostro territorio ebbe negli anni in cui si mossero i primi passi verso la costituzione dell’Unione Europea.

Il riferimento è al giugno del 1955, quando si svolse a Messina (e Taormina) la conferenza dei Ministri degli Esteri della Comunità europea del carbone e acciaio (CECA) — convocata dal Ministro degli Esteri italiano Gaetano Martino, con la quale cominciò la procedura che sboccò nella firma, a Roma il 25 marzo 1957, dei Trattati istitutivi della Comunità economica europea (CEE) e della Comunità europea per l’energia atomica (Euratom).

“L’Europa che oggi conosciamo, nasce grazie alla Conferenza di Messina, soltanto dopo arrivano gli accordi di Maastricht, Dublino, etc. Grave che ci sia questa dimenticanza storica, quell’importante evento fu possibile grazie all’allora Ministro e Rettore Gaetano Martino.

Faccio questo riferimento -conclude il prof. Perna- solo per ribadire che Reggio Calabria assieme all’area dello Stretto ha questa naturale vocazione, una posizione baricentrica che non è mai stata valorizzata in modo adeguato”.

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