Cecilia Faragò: la donna calabrese che contribuì alla fine della caccia alle streghe
Gigi Miseferi ricorda Cecilia Faragò l’8 marzo: la storia della donna che sfidò i pregiudizi e cambiò la giustizia nel Regno delle Due Sicilie
08 Marzo 2025 - 10:40 | di Redazione

Nel cuore della Calabria, tra Zagarise e Soveria-Simeri, si sviluppa la storia di una donna coraggiosa, il cui nome è scolpito nella memoria storica come simbolo di resistenza e lotta contro i pregiudizi: Cecilia Faragò.
La storia di Cecilia Faragò: una guaritrice accusata di stregoneria
Nata nel 1712 in provincia di Catanzaro, Cecilia visse in un’epoca dominata da superstizioni e discriminazioni di genere. Vedova e conoscitrice delle erbe medicinali, era una guaritrice, una figura che spesso veniva associata alla stregoneria.
La sua vera colpa? Possedere un terreno ambito dalla Chiesa.
La sua vita cambiò drammaticamente quando venne accusata della misteriosa morte di un canonico locale. Il suo sapere erboristico, il suo status di donna indipendente e la sua solitudine la resero il capro espiatorio perfetto.
Inizialmente, Cecilia riuscì a difendersi dalle accuse, ma la madre del defunto canonico portò il caso al tribunale di Napoli, aggravando ulteriormente la sua posizione.
La difesa di Giuseppe Raffaelli e l’assoluzione di Cecilia
Fu in questo contesto che entrò in scena Giuseppe Raffaelli, un giovane avvocato di appena vent’anni, ma dotato di grande intelletto e determinazione.
Raffaelli decise di difendere Cecilia con un’arringa straordinaria, basata su:
- Prove scientifiche
- Riferimenti filosofici e storici
Dimostrò che la morte del canonico era dovuta a un errore medico e non a un presunto incantesimo.
L’abolizione del reato di stregoneria nel Regno delle Due Sicilie
L’assoluzione di Cecilia Faragò segnò un punto di svolta nella storia del diritto e della giustizia.
Il caso arrivò fino al ministro Bernardo Tanucci, che lo riferì al re Ferdinando. Colpito dalla vicenda, il sovrano decise di abolire il reato di stregoneria nel Regno delle Due Sicilie.
Questa decisione fu seguita da altri paesi europei, ponendo fine alla persecuzione delle cosiddette “streghe”.
Il ricordo di Cecilia Faragò: simbolo di forza e resistenza femminile
Cecilia Faragò non fu solo una vittima dell’oscurantismo, ma una donna che contribuì a cambiare la storia. Grazie alla sua caparbietà e al supporto di un giovane avvocato illuminato, il suo caso diventò un punto di svolta per i diritti e la giustizia.
Oggi, la sua storia viene raccontata come un esempio di forza e resistenza femminile, un augurio speciale per tutte le donne che lottano per la propria libertà e dignità.
Gigi Miseferi ricorda Cecilia Faragò per l’8 marzo
L’attore e comico Gigi Miseferi, noto per la sua carriera artistica tra teatro e televisione, ha voluto rendere omaggio a Cecilia Faragò proprio in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
Con il suo stile coinvolgente e appassionato, Miseferi ha trasformato la storia di Cecilia in un simbolo di forza e determinazione femminile.
“Ho scelto di raccontarvi questa storia perchè parla di una vita spesa benissimo” ha spiegato Miseferi nel video postato sui social, in cui ha offerto una narrazione capace di ispirare e far riflettere sulle ingiustizie subite dalle donne nei secoli.
Grazie alla sua interpretazione, la memoria di Cecilia Faragò ha ripreso nuova vita, riportando a galla un emblema della lotta contro i pregiudizi e la ricerca della verità.
