Piazza del Popolo, Modafferi: ‘Valorizziamola, e restituiamo a Reggio il suo Mercateddu’

“Non cancelliamo simboli di cultura e tradizione reggina” così il coordinatore regionale di Democrazia Sovrana

piazza del popolo

Da giorni è aperto un dibattito civico su Piazza del Popolo, popolarmente nota come “Mercateddu”, uno dei “monumenti” più importanti ed identitari di Reggio Calabria, argomento complesso per i vari aspetti correlati: sociali, politici, culturali, economici. Condividiamo una nostra riflessione che possa essere utile al confronto politico necessario per l’individuazione delle soluzioni che siano di reale beneficio alle varie parti della popolazione coinvolte. La piazza storicamente ha ospitato il mercato più importante della città, fino agli anni ’90 in forma permanente, poi montato la mattina e smontato il pomeriggio. Tale mercato ha dato un’identità e tradizione alla piazza, al punto che nella terminologia popolare è nota come “mercateddu”, una realtà che è rimasta fiorente fino al 2010.

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Con l’avvento dell’attuale sig. Sindaco, abbiamo assistito a un costante e lento degrado del mercato, per oggettive responsabilità politiche: non c’è stata trasparenza nell’assegnazione dei lotti, e si è tollerato un abusivismo “inclusivo”. Quindi il declino del mercato ha delle precise responsabilità politiche ben individuabili. Oggi qualcuno, per giustificare la chiusura del mercato, pone una subdola alternativa: o l’attuale degrado e abusivismo o la bonifica della piazza con destinazione ad uso parcheggio ed eventi. Una forma sottile di porre la questione alla popolazione, per indurla ad accettare la malefatta. Va sottolineato che chi oggi trova come scusante il degrado, non informa che è lui stesso il responsabile principale di tale degrado. Va rimarcato anche il “tradimento” verso gli ambulanti; ricordiamo che in campagna elettorale il sig. Sindaco garantiva il rilancio del mercato come opportunità degli ambulanti…

Un mercato con radici sociali ed economiche

A nostro avviso non si tengono in considerazione una serie di fattori correlati, tendendo a banalizzare la questione per mero tornaconto politico di una esigua parte della città. Il mercato in sé riveste una grande importanza sociale, culturale ed economica. È un luogo di incontro e di socializzazione, dove le persone sviluppano il senso di comunità, ed è un luogo accessibile a tutti, in particolare alle fasce di popolazione meno abbienti. I venditori sono prevalentemente piccoli produttori locali, quindi il mercato costituisce un’opportunità per l’economia locale. Assume anche un aspetto “inclusivo”, in quanto luogo dove convivono e si intrecciano diverse culture (ricordiamo il cugino – tutto a milla lira). Altro aspetto rilevante
è quello economico: il mercato accorcia la distanza tra produttore e consumatore, riducendo i costi e quindi mantenendo un prezzo più contenuto; è fonte di occupazione per agricoltori, commercianti, artigiani e il relativo indotto. Un buon mercato è altresì fonte di promozione turistica, molti mercati storici sono attrazioni (Campo dei Fiori, Porta Portese, Vucceria, Navigli, Porta Nuova, ecc.) e danno un sano contributo all’economia locale.

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Tornando al nostro Mercateddu, riteniamo la decisione del sig. Sindaco dannosa per la città, in primis per gli ambulanti che aspettavano da tempo una collocazione stabile, poi per i cittadini che si vedono privati di un aspetto tradizionale e culturale, oltre che di un luogo dove poter acquistare prodotti locali a prezzi più contenuti; un danno all’economia locale nel suo complesso. Immaginiamo che, a fronte delle complessità del caso, una persona con visione e capacità limitate decida per la “cancellazione”, non avendo la sensibilità di misurare gli effetti né la capacità di comprendere i danni a una comunità urbana. Ma amministrare richiede capacità di gestione di dinamiche complesse, che vanno ben oltre l’uso di una forbice per tagliare un nastro.

Per quanto premesso, invitiamo le varie Istituzioni presenti a rivedere con maggiore attenzione e sensibilità la delicata questione Piazza del Popolo/Mercateddu, una simile radicale decisione sembra orientata a cancellare cultura e tradizione e a danneggiare la piccola impresa, azioni portate avanti da quelle correnti di pensiero unipolare che combattiamo e che stanno facendo notevoli danni alle popolazioni locali.

Suggeriamo quindi di considerare la piazza per quello che è: un ricco ecosistema culturale ed urbano in potenza, dove individui, oggetti e attività coesistono in modo armonico, nel contesto storico in cui questo spazio pubblico viene concepito, favorendo incontri umani e interculturali. Si ravvede un palinsesto stratificato, denso di significati, linguaggi e molteplicità che sfidano la dimensione del tempo verso una dimensione collettiva, comune e corale. Di fatto, come caso eccezionale nel suo genere, si trasforma in uno spazio di rappresentazione non limitandosi a perdurare come mera rappresentazione di uno spazio concepito secondo un superato criterio ideologico.

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La piazza nel tempo ha consentito forme di territorializzazione spontanea, di produzione di spazio e di riproduzione sociale ad opera dei cittadini. Le molteplici attribuzioni valoriali di cui Piazza del Popolo si fa portatrice definiscono una polarità sociale e spaziale, un nodo di convergenza di flussi, scambi relazionali ed emotivi, di visioni collettive e comunitarie e di sguardi soggettivi sulla città e l’abitare. Nell’era dei media, della comunicazione digitale, del design smart, Piazza del Popolo resta un luogo dell’Ethos, della ritualità, di occupazione dinamica.

Siamo coscienti che mancano oggi essenziali elementi di qualità e comfort ambientali, ma nulla esclude che la piazza possa essere lo strumento ideale per definire una serie di azioni futuribili che tengano conto della vocazione e dell’identità consolidate nella cultura della comunità residente, ovvero individuando soluzioni che, pur integrando elementi e contenuti, siano in grado di muoversi in continuità con l’ecosistema culturale di riferimento.

La destinazione a “vile parcheggio” non ci sembra la più idonea per un così bello e ricco monumento; per i parcheggi ricordiamo al sig. Sindaco l’incompiuta del multipiano in via Rausei, un altro grave danno alla comunità, sul quale potrebbe attivarsi e risolvere in tempi umani.

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Valorizziamo Piazza del Popolo, restituiamo a Reggio il suo Mercateddu, con criteri da XXI secolo, di civiltà ed efficienza, e nei pomeriggi e la sera rendiamola fruibile ai cittadini per eventi, giochi e simili. Un utilizzo multifunzionale non è impossibile: richiede solo capacità di visione, onestà e amore per la propria città con la sua cultura e tradizioni.

IL COORDINATORE REGIONALE
Giuseppe Modafferi