Rione Marconi, Merenda: ‘Regge il patto sociale tra istituzioni e comunità, un ‘miracolo’ di rigenerazione urbana’

L'analisi del Consigliere delegato ai Parchi e al Decoro Urbano a due mesi dall'apertura ufficiale del Parco Urbano Rione Marconi

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«È sacrosanto che il momento in cui una comunità si riappropria di uno spazio urbano venga celebrato degnamente, ma è altrettanto doveroso impegnarsi ogni giorno affinché il degrado non torni a farsi strada dove ha regnato incontrastato per anni. Ebbene oggi, a distanza di quasi due mesi dall’inaugurazione del nuovo Parco urbano realizzato nel Rione Marconi con i fondi del Pnrr, si può affermare che il “patto” non scritto tra comunità e istituzioni, che assume ancor più rilevanza sociale in un quartiere per troppo tempo preda di degrado e criminalità, continua a reggere. Si consolida così un piccolo, ma significativo, “miracolo” di rigenerazione urbana compiuto dall’Amministrazione comunale grazie alla collaborazione dei cittadini».

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È quanto dichiara, in una nota, il consigliere comunale Massimiliano Merenda, delegato a Decoro urbano, Parchi e giardini.

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«Questa “alleanza” tra le forze sane della città di Reggio Calabria – aggiunge Merenda – è un esempio, uno dei tanti, di quanti e quali siano i frutti del lavoro portato avanti dall’Amministrazione Falcomatà per recuperare, metro dopo metro, spazi urbani che diventano simboli del riscatto sociale dell’intera collettività. È ovvio che in una città con tante criticità non c’è mai da cedere ai trionfalismi, ma è anche giusto rilevare con obiettività ciò che era e ciò che è diventato oggi il Rione Marconi. Cittadini, famiglie, bambini, anziani che prima erano mortificati da quello che, come ha giustamente detto il sindaco Giuseppe Falcomatà, era un “non luogo”, oggi non solo possono fruire di un luogo che ha riconquistato un senso, è stato liberato e rigenerato, ma, soprattutto, condividono lo sforzo – conclude il delegato al Decoro urbano, Parchi e giardini – di mantenere aperto, accogliente e inclusivo uno spazio sociale diventato davvero patrimonio della comunità».