Sanità in Calabria, Occhiuto: ‘Specializzandi per le guardie mediche’
"Sempre più difficile trovare medici che siano disposti a lavorare nell'emergenza urgenza. avrei necessità di 574 medici per le guardie mediche delle zone interne: hanno risposto ai bandi in 28 a novembre e in 16 a dicembre”
09 Gennaio 2025 - 17:13 | Redazione
“Per troppi anni, occupandoci di sanità, abbiamo parlato soltanto delle risorse – che sono importanti e necessarie – ma mai delle riforme, soprattutto di quelle che riguardano il lavoro: perché è, ad esempio, sempre più difficile trovare medici che siano disposti a lavorare nell’emergenza urgenza”.
Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in un’intervista a TgCom24.
“In Calabria stiamo facendo bandi ogni mese, e continueremo a farli e a pubblicizzarli. Ma su 159 medici che cerchiamo per l’emergenza urgenza, al momento solo 13 hanno risposto al bando. Ci sono zone interne – non solo in Calabria ma in tutta Italia – dove è difficile trovare le guardie mediche.
Nella mia Regione io avrei necessità di 574 medici per le guardie mediche delle zone interne: hanno risposto ai bandi in 28 a novembre e in 16 a dicembre. Troppo pochi. E ogni mese faccio manifestazioni di interesse per medici disponibili a fare le guardie mediche.
Adesso metterò anche gli specializzandi a fare le guardie mediche, in modo che possano parallelamente lavorare e finire il loro corso di specializzazione. Ma il problema è gigantesco, e merita di essere affrontato a livello nazionale”.
Criticità nella ricerca di medici per l’emergenza urgenza
Il quadro delineato dal presidente Occhiuto evidenzia un problema che non riguarda solo la Calabria, ma tutte le regioni italiane: la carenza di medici disponibili a coprire i turni di guardia medica e Pronto Soccorso. Nonostante i bandi emessi a cadenza mensile, il numero di adesioni resta esiguo, soprattutto nelle zone interne.
Soluzione con gli specializzandi in Calabria
Secondo Occhiuto, per ovviare alla criticità dei posti vacanti nelle guardie mediche, la Regione Calabria prevede di coinvolgere anche gli specializzandi, consentendo loro di lavorare parallelamente al corso di specializzazione. Una misura che non risolve alla radice la carenza di personale ma che potrebbe tamponare temporaneamente le necessità più urgenti, in attesa di interventi e riforme a livello nazionale.