Tassa sui rifiuti, Reggio è ‘memorabile’: unica città in Calabria dove aumenta

Prima in Calabria per costo Tari, ultima per raccolta differenziata. La situazione di Reggio si colloca tra le realtà più critiche, non solo a livello regionale ma anche nazionale

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Capita anche che Reggio Calabria faccia eccezione e vada in controtendenza rispetto alle altre città della regione. Peccato però si tratti, come in questo caso, di primati che pesano sulle tasche di cittadini ed imprese.

Già nei mesi scorsi, ci eravamo occupati della tassa sui rifiuti, che in riva allo Stretto continua a salire. L’amministrazione comunale, nell’ultimo decennio impegnata ad uscire dal piano di riequilibrio, aveva assicurato una tassa più bassa appena concluso l’incubo del predissesto.

Promessa non mantenuta, considerato che anche nel 2024 la Tari è continuata a salire. In Calabria nell’anno in corso la spesa media per la tariffa sui rifiuti (TARI) sostenuta da una famiglia tipo è di 348 euro, in diminuzione del 3,1% rispetto al 2023 (360 euro).

Questo dato emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, evidenziando un trend in controtendenza rispetto al livello nazionale, dove la spesa media annuale è di 329 euro, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, spicca l’anomalia di Reggio Calabria, unico capoluogo della regione dove la TARI è aumentata. Nella città dello Stretto, il costo medio per famiglia è salito da 443 euro nel 2023 a 478 euro nel 2024, registrando un incremento del 7,9%. Questo la rende il capoluogo più caro della Calabria e uno dei più costosi d’Italia, superando nettamente la media regionale e nazionale.

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Il divario tra i capoluoghi calabresi è significativo. A Catanzaro, una famiglia tipo spende 265 euro, con una lieve riduzione del 1,4% rispetto al 2023. A Cosenza la spesa è di 352 euro (-5,7%), mentre a Crotone è di 393 euro (-7,9%). Il calo più evidente si registra a Vibo Valentia, dove il costo medio è diminuito del 11,3%, passando da 287 euro a 255 euro.

Quali i fattori che hanno portato all’aumento della Tari a Reggio Calabria, totalmente in contraddizione rispetto a quanto assicurato dall’amministrazione comunale? Diversi i motivi che hanno inciso. Uno su tutti, il balletto tra Teknoservice ed Ecologia Oggi (a suon di proroghe non previste) e le pulizie straordinarie hanno portato all’aggiornamento delle tabelle e di conseguenza all’aumento della Tari.

Inoltre, i costi dello smaltimento e trasporto dei rifiuti, comunicati dalla Regione Calabria per l’anno 2024, ha subito un notevole incremento, di circa 2 milioni e mezzo di euro.

Il Pef del 2024 però, rispetto al 2023, è aumentato del 5,81% quindi in maniera minore a quanto si poteva verificare: si è passati infatti dai 44 milioni del 2023 ai 46 milioni e mezzo del 2024.

L’incremento, minore rispetto ai costi rendicontati dai gestori, è stato ulteriormente ridotto al 3,5%, arrivando cosi a poco meno di 44 milioni di euro, che è il costo totale che deve essere poi spalmato sui cittadini. Importante in questo senso la ‘caccia’ agli evasori da parte dell’amministrazione comunale che ha permesso di scovare circa 3 mila evasori. La montagna da scalare però rimane ancora alta, considerato che secondo alcuni dati sono quasi il 50% i reggini che non pagano la Tari.

Questo quadro evidenzia un grave squilibrio nei costi applicati per lo smaltimento dei rifiuti nella regione, con Reggio Calabria che presenta un costo superiore del 37% rispetto alla media regionale e del 45% rispetto alla media nazionale.

Raccolta differenziata: Calabria sotto la media nazionale

L’indagine di Cittadinanzattiva ha analizzato anche la performance dei capoluoghi calabresi nella raccolta differenziata. Nonostante a livello nazionale sia stato raggiunto l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati nel 2022, la Calabria si ferma al 54,6%, con forti disparità tra i capoluoghi: Vibo Valentia guida la classifica con il 69,9% di raccolta differenziata, Catanzaro si attesta al 68,6%.

Reggio Calabria registra appena il 41,2%, posizionandosi tra i più bassi della regione. Il dato peggiore è di Crotone, con un misero 21,4%.

Questi dati mettono in evidenza una gestione poco uniforme e, in alcuni casi, inefficiente del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

A livello nazionale, la regione più economica per la TARI è il Trentino Alto Adige, con una spesa media di 203 euro. La regione più costosa, invece, è la Puglia, con 426,50 euro, in aumento del 4%. Tra i capoluoghi, Catania è quello più caro (594 euro), mentre Trento è il più economico (183 euro).

La situazione di Reggio Calabria si colloca quindi tra le realtà più critiche, non solo a livello regionale ma anche nazionale, ponendo interrogativi sulla sostenibilità economica e ambientale della gestione dei rifiuti.

Un’altra mazzata dunque per le tasche dei reggini, a fronte di un servizio che ancora presenta molte lacune e di conseguenza mette in mostra una città che nelle periferie, e non solo, è tutt’altro che pulita.

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