Sanità a Reggio, tutta la verità di Di Furia: ‘In passato tanti sciacalli. Ho trovato un disastro’
Il Direttore Generale dell'Asp, con un intervento lucido e puntuale, ha fatto il punto della situazione e riassunto le principali problematiche affrontate in questi anni
11 Novembre 2024 - 19:06 | di Pasquale Romano
La montagna ha partorito il topolino. Il consiglio comunale aperto sulla sanità tenutosi dentro l’Aula Battaglia, ‘celava’ anche un messaggio politico. Mettere alle strette, soprattutto da parte della maggioranza, i vertici della sanità reggina a partire dal Direttore Generale dell’Asp Rc, ovvero Lucia di Furia.
Numerose e diversificate le stilettate partite nelle ultime settimane dal Pd verso di Furia, tra queste anche una poco elegante dal punto di vista istituzionale da parte del sindaco Giuseppe Falcomatà, che aveva apertamente richiesto le dimissioni di Di Furia.
Chi si aspettava interventi ostili o attacchi verso il Direttore Generale dell’Asp dall’interno dell’Aula Battaglia è rimasto deluso, poche le scintille scoppiate. Nel corso del consiglio comunale aperto, tra i tanti interventi e forse il più atteso, proprio quello di Di Furia.
Il Direttore Generale dell’Asp, con un intervento lucido e puntuale, ha fatto il punto della situazione e riassunto le principali problematiche affrontate in questi anni.
“Partiamo da una posizione molto difficile, e mi assumo tutte le responsabilità, anche per chi per tanti anni non ha svolto il proprio lavoro. Ma basta pensare al passato, concentriamoci sul presente. Partiamo dalla parte amministrativa, che forse interessa poco ai cittadini ma è importante.
I bilanci 2022 e 2023, seppur con alcune prescrizioni, sono stati approvati dal Collegio Sindacale. Uno dei problemi principali è il mancato pagamento dei fornitori; l’azienda ora paga entro i 60 giorni previsti dalle norme, e questo ci fa onore. In passato, tanti sciacalli si sono approfittati di questa azienda. Le mie delibere sono tutte pubblicate, il mio punto principale è la trasparenza”, ha evidenziato Di Furia.
La verità del Direttore Generale dell’Asp
“Ho una squadra di professionisti che, con coraggio, porta avanti il lavoro. Per prima cosa, abbiamo ricostruito il personale e incrementato i fondi contrattuali. Siamo in una fase di normalizzazione. I piani occupazionali non venivano fatti, e ora li facciamo, così come l’assegnazione degli incarichi, inoltre abbiamo portato a casa 18-19 strutture complesse.
Durante i concorsi non ho ricevuto una sola segnalazione, e questo non succede in tutta Italia. Il reclutamento del personale dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2024 ha permesso di assumere 1014 professionisti sanitari a fronte di 131 che sono andati via. In questi numeri di ingresso ci sono anche i cubani, che lavorano a pieno regime. Stiamo spendendo molto di più sui farmaci”.
I numeri della sanità reggina
Il Direttore Generale dell’Asp si è soffermato anche sul reclutamento di specialisti in aumento e assicurato come non ci sia alcun impegno di razionalizzazione delle risorse: “Al contrario, vogliamo spendere tutti i soldi che sono ancora nei cassetti. In un’azienda ferma da vent’anni, i risultati si vedono nel tempo. Abbiamo lavorato molto sull’edilizia, ho trovato una sanità sconvolgente, come il pronto soccorso di Polistena, che aveva i buchi per terra. Abbiamo lavorato su tanti ospedali, come quelli di Gioia, Locri e Melito. Nei 4 punti di Pronto Soccorso siamo passati da 54 a 83 mila prestazioni. È una sfida molto difficile, e in quanto tale mi piace”.
Infine, il Direttore Generale dell’Asp ha parlato anche della neuropsichiatria infantile, che anche grazie all’acquisizione di professionisti “è passata da 120 a 2438 prestazioni. Abbiamo aperto un ambulatorio per bambini con problemi di autismo. Una psichiatria che funziona significa che i pazienti entrano e poi escono. Sul fronte dello screening e della prevenzione, finalmente abbiamo strumenti a disposizione, e dobbiamo usarli al meglio possibile”, ha concluso Di Furia, dimostrando (come abbondantemente fatto in questi anni) competenza e determinazione, oltre all’ostinata volontà di migliorare la disastrata sanità reggina.