Reggio Calabria città metropolitana con più svantaggi secondo Istat
Un’analisi dell’Istat mette a confronto le 14 città metropolitane. Reggio Calabria all'ultimo posto in relazione alla quantità di svantaggi
05 Novembre 2024 - 17:46 | Redazione
«Tra le città metropolitane del Meridione, la quota più elevata di svantaggi si riscontra a Reggio di Calabria (79,0 per cento), seguita da Catania, Napoli e Messina con percentuali superiori al 70 per cento e Palermo e Bari poco sotto (67,7 e 64,5). Cagliari si distingue positivamente con una quota di vantaggi del 61,3 per cento, superiore a quella di Roma».
È quanto si legge in una nota dell’Istat, che diffonde un nuovo report sui profili di benessere delle 14 città metropolitane, basati sugli indicatori del Bes dei Territori (BesT).
I contrasti tra i diversi domini del Benessere
«Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico, per il complesso delle 14 città metropolitane, emerge nel dominio “Ambiente”, dove circa due terzi degli indicatori si attestano su livelli di benessere inferiori alla media nazionale. Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio “Qualità dei servizi”, con due terzi degli indicatori con valori superiori alla media italiana».
Il dominio “Istruzione e formazione” evidenzia i contrasti più marcati, presentando una distribuzione equilibrata tra posizioni di vantaggio (poco più della metà degli indicatori) e situazioni di svantaggio (poco meno della metà), evidenzia ancora Istat.
La rete di parentela e la percezione di sicurezza
In tutti i comuni capoluogo delle città metropolitane, almeno l’80 per cento delle persone di 14 anni e più dichiarano di avere parenti a cui rivolgersi in caso di bisogno, con i valori più elevati a Reggio Calabria (88,8 per cento) e Cagliari (87,3 per cento). Le reti di parentela prevalgono sulle reti di vicinato e di amicizia.
La percentuale di persone di 14 anni e più che si sentono sicure o abbastanza sicure nel camminare da sole quando è buio nella zona in cui vivono varia tra i capoluoghi di città metropolitana dal massimo di Messina (69,3 per cento), Reggio Calabria (66,0 per cento) e Genova (63,9 per cento) ai minimi di Bari, Napoli e Palermo (rispettivamente 50,6, 52,6 e 53,9 per cento).