Reggio, al Museo del Bergamotto il dibattito su sanità e autonomia

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Al Museo del Bergamotto di Reggio Calabria, autorevoli esponenti della politica e della società civile si sono riuniti per un dibattito sui temi dell’autonomia differenziata e della sanità. Durante l’evento, moderato con attenzione per affrontare le questioni cruciali per il Sud, hanno preso parola il senatore Nicola Irto (PD), il consigliere regionale Domenico Giannetta (Forza Italia), il medico Eduardo Lamberti Castronuovo, la presidente dell’associazione “Reggio Cresce” Rosy Perrone, e l’ex parlamentare Dalila Nesci.

Autonomia differenziata: il dibattito sull’impatto per il Sud

Il senatore Nicola Irto ha aperto il dibattito criticando l’autonomia differenziata, vista come un rischio per l’unità nazionale e una politica che potrebbe accentuare le differenze tra Nord e Sud. Ha evidenziato come il modello proposto rischi di creare ulteriori disparità, con le regioni più forti che continuano a migliorare e quelle più deboli che restano indietro. Per contrastare questa visione, Irto ha richiamato la necessità di raccogliere firme per un referendum che metta in discussione la proposta.

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Domenico Giannetta ha affrontato il tema della sanità in Calabria, evidenziando i problemi di tagli alle risorse e le lunghe liste di attesa per le cure, una criticità che, secondo Giannetta, il governo dovrebbe affrontare con un approccio mirato. Ha ricordato come la carenza di risorse costringa i cittadini a rivolgersi alla sanità privata o a recarsi in altre regioni per cure essenziali. Anche Eduardo Lamberti Castronuovo ha sottolineato le difficoltà della sanità calabrese, con esempi di servizi come i test genetici, effettuati in altre città con costi elevati.

Considerazioni finali e prospettive

Rosy Perrone e Dalila Nesci hanno concluso il dibattito insistendo sull’importanza di una riforma dell’autonomia differenziata che tenga conto delle infrastrutture e delle disparità di base tra Nord e Sud, richiamando la necessità di un approccio solidaristico per garantire pari opportunità in tutte le regioni. Secondo Nesci, senza una riforma preparatoria che coinvolga equamente tutte le regioni, si rischia di accentuare le disparità già esistenti.