No Ponte, Calabria e Sicilia unite: ‘Siamo all’inizio della lotta’

"Dalla due giorni di dibattito e mobilitazione è emersa la necessità di rilanciare e rafforzare la costruzione di un movimento popolare" la nota

Ponte Stretto Messina 2

A fronte dell’attacco violento del Governo che avanza a spron battuto verso l’apertura dei cantieri del Ponte, passando sopra ogni principio di diritto e di logica, è emersa la necessità di rilanciare e rafforzare la costruzione di un movimento popolare: questo è quanto emerso a seguito della due giorni di dibattito e mobilitazione del 19 e 20 di ottobre promossa sulle due sponde dello Stretto dal Movimento No Ponte – Calabria e dallo Spazio No Ponte.

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Il cronoprogramma per il Ponte sullo Stretto

Secondo il nuovo cronoprogramma della Stretto di Messina Spa, a dicembre 2024 il progetto definitivo del ponte sullo Stretto dovrebbe superare il vaglio del CIPESS. A detta della Società concessionaria, sarà quindi possibile avviare le operazioni preliminari, come la bonifica dagli ordigni bellici, la viabilità di cantiere e gli espropri “bonari”. I successivi passaggi prevedono, a maggio 2025, l’avvio delle demolizioni dei fabbricati nel piano degli espropri e, ad agosto, l’apertura dei cantieri di Cannitello e di Faro-Ganzirri.

Normative del Governo e risposta del Movimento No Ponte

Le tappe di questo cronoprogramma sono condizionate dal superamento degli ostacoli rappresentati dai pronunciamenti degli organismi di controllo. Per evitare eventuali blocchi, il Governo ha proceduto a una intensa produzione normativa:

  • Decreto Ponte: rende possibile la “reviviscenza del contratto”, consentendo di rimettere in campo progetti e società che sembravano accantonati con la caducazione del contratto voluta dal Governo Monti.
  • Decreto Infrastrutture: consente l’approvazione del progetto esecutivo per fasi, permettendo l’avvio della cantierizzazione anche in assenza di un progetto unitario.
  • Decreto Ambiente: rende meno vincolanti i pareri delle commissioni Via/Vas.

A questi provvedimenti normativi si aggiunge il ddl sicurezza, che riformula la gestione dei conflitti sociali, introducendo nuovi reati e inasprendo le pene, includendo tra questi le pratiche di chi si oppone alla realizzazione di opere pubbliche strategiche.

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Un movimento popolare contro la cantierizzazione

Il Governo crede che ridisegnare l’ordine legale significhi la fine del contenzioso sul ponte; ma quello che viene definito “cronoprogramma” rappresenta solo un cambiamento di fase, non la fine del conflitto.

“Ci vuole un movimento popolare che aspiri a fermare il processo di cantierizzazione, fatto di comitati e assemblee distribuiti nell’area dello Stretto e che si estenda in Sicilia e in Calabria“.

Per chi vive i territori dello Stretto, è fondamentale resistere alla devastazione della cantierizzazione. Per chi abita nelle nostre regioni, è importante indirizzare le risorse verso i bisogni inevasi delle popolazioni, anziché su un’opera ritenuta inutile e devastante. Bisognerà, infine, cercare la solidarietà di tutti i movimenti che si battono per la difesa dei territori e stabilire legami di fraternità.

Non siamo alla fine dell’iter. Siamo all’inizio della lotta

NO Ponte Calabria
Spazio No Ponte Messina