Caso Dante Alighieri, dubbi e misteri. Fuori gli avvoltoi dall’Università per Stranieri

Emerse numerose irregolarità nella gestione del Consiglio di Amministrazione. Falcomatà pronto a fare insediare il nuovo Cda


Caos Dante Alighieri, parlano solo i comunicati stampa. Il futuro dell’ateneo reggino continua ad essere avvolto dal mistero e soprattutto soffocato da un incredibile groviglio fatto di ricorsi, contro ricorsi, accuse e offese.

I diversi comunicati stampa emessi nelle ultime settimane non servono affatto a risolvere o capire meglio quanto sta accadendo, ma sono utili soltanto ai diretti interessati per schierarsi reciprocamente dalla parte del giusto.

Ci sono però le sentenze e quelle si hanno un valore. L’ultima ha visto il Tribunale di Reggio Calabria respingere il reclamo presentato dall’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, confermando la validità della precedente decisione che aveva reintegrato Ruggero De Medici e Beniamino Scarfone nel Consiglio di Amministrazione dell’ateneo.

Il Tribunale ha stabilito che la composizione del CdA e le questioni legate alla presenza o assenza dei consiglieri rientrano nella giurisdizione ordinaria, confermando che l’ente agisce iure privatorum e non come pubblico.

Sono emerse numerose irregolarità nella gestione del Consiglio di Amministrazione, incluso il mancato rispetto delle procedure per la nomina dei membri, come la partecipazione non regolare dei rappresentanti del corpo docente. Questo ha minato la validità della ratifica di alcune delibere chiave, tra cui la procura alle liti del presidente Aloi.

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Il Tribunale ha dichiarato invalida la delibera del 22 agosto 2024 che ratificava il decreto presidenziale con cui è stata conferita procura alle liti, in quanto approvata con il voto di consiglieri non regolarmente nominati. La gestione delle nomine, che dovrebbe seguire procedure precise, è stata considerata irregolare.

Nell’intricatissima vicenda che ruota attorno all’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, emergono nuovi rumors che rischiano di gettare ulteriori ombre sulla gestione dell’ateneo. A rendere ancora più fosca la situazione sono le affermazioni di Beniamino Scarfone durante la conferenza stampa del 12 ottobre, che ha portato alla luce, grazie anche alla notizia resa da Citynow qualche giorno prima, dettagli sorprendenti riguardo l’Accademia Internazionale Società Benefit SRL, la società che sarebbe coinvolta nelle recenti manovre per il controllo dell’Università.

Secondo quanto riportato, l’Accademia Internazionale Società Benefit SRL sarebbe stata costituita appena il giorno precedente alla riunione del CdA, in cui si sarebbe dovuto discutere la modifica dello statuto dell’Ateneo, finalizzata a includere la stessa società come nuovo investitore. Questo tempismo sospetto ha subito destato dubbi sulla legittimità e la trasparenza delle operazioni in corso.

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Ma non è tutto. Le indagini di Scarfone hanno rivelato che la società in questione è a sua volta di proprietà di una non meglio specificata “Accademia Internazionale SRL”, la quale, a sua volta, è detenuta da una fiduciaria di cui non è noto il reale proprietario. Questo intricato intreccio societario ha sollevato preoccupazioni su chi siano effettivamente gli attori coinvolti in queste operazioni e quali siano i loro veri interessi.

Queste rivelazioni non fanno altro che aggiungere ulteriori dubbi e misteri a una situazione già di per sé critica. Il fatto che dietro l’Accademia Internazionale si possano nascondere entità poco trasparenti, legate a fiduciari di cui non si conosce l’identità, getta un’ombra preoccupante sulla direzione futura della Dante Alighieri, peraltro in un momento in cui l’ateneo avrebbe quantomai bisogno di chiarezza e stabilità.

La recente sentenza del Tribunale di Reggio Calabria, che ha invalidato una serie di delibere chiave del Consiglio di Amministrazione dell’Università, in particolare quelle riguardanti le nomine dei membri del CdA e la procura alle liti del presidente Aloi, offre un quadro preoccupante, con il rischio\sospetto che possano esserci interessi poco chiari a gravitare sul destino della Dante Alighieri.

Le risposte a queste domande potrebbero essere decisive per il destino dell’università, che rischia di vedere sfumare ogni possibilità di rilancio se non si farà chiarezza, una volta per tutte, sugli attori coinvolti e sui loro veri obiettivi.

Nel giro di poche settimane, secondo quanto raccolto arriverà anche la sentenza ex art. 700 sul Consorzio, nella parte in cui il Consorzio esonera l’Associazione Dante Alighieri di Pirilli e favorisce l’entrata del Comitato Locale della SDA presieduto da Giuseppe Bova. Il Sindaco Falcomatà sta aspettando questa sentenza prima di fare insediare il CdA nominato dal Consorzio nella nuova veste.

In attesa di capire quali saranno le prossime vicende giudiziarie relative all’ateneo reggino, serve sedersi al più presto ad un tavolo, le liti e le accuse non servono a nulla. Certamente, aiutano gli ‘avvoltoi’ a cibarsi del caos che avviluppa la Dante Alighieri, provando a gestirne in prima persona i destini.

Non c’è tempo da perdere, anche perchè il Ministero dell’Università è stato chiaro: bisogna sradicare al più presto incertezze e sospetti, trovando al più presto una nuova governance, un Rettore nel pieno delle proprie funzioni e un finanziatore che assicuri alla Dante Alighieri di rilanciarsi, avvicinandosi così alle proprie (immense) potenzialità. Mai come oggi, lontane da Reggio Calabria…