Avvocato vittima di intimidazioni e violenze al Rione Marconi, Ventura: ‘Piena solidarietà’

"Il 24 ottobre dello scorso anno cinque colpi di pistola svegliavano me e la mia famiglia nel cuore della notte, so cosa si prova", le parole di Ventura


Di seguito la nota a firma Francesco Ventura, avvocato e giornalista.

“Ho letto che un avvocato del Foro di Reggio Calabria ha subito intimidazioni e violenze, tra cui l’incendio dell’automobile. Ho letto che il tutto si ritiene possa essere imputabile alla volontà del presunto autore di costringere questo avvocato a rinunciare al proprio mandato.

Alla luce di quanto appreso, voglio esprimere al collega la mia solidarietà per quanto subito e la mia stima per avere ricordato quanto tale professione imponga a noi tutti il dovere di essere indipendenti e sceveri da qualsivoglia condizionamento esterno”.

Prosegue Ventura.

“Per quello che ritengo un contesto analogo e connesso allo scenario odierno, il 24 ottobre dello scorso anno cinque colpi di pistola svegliavano me e la mia famiglia nel cuore della notte. Lì ad essere vittima dell’intimidazione è stato il giornalista e non l’avvocato che convivono in me. Ricordo quanto abbiano pesato e pesino i silenzi aggravanti quella triste vicenda.

Quindi, unitamente a questa nota di solidarietà, porgo al collega le mie scuse per non averla diramata nell’immediato. Sono all’estero e delle impossibilità tecniche non voglio possano essere fraintese per una mancanza di volontà.

Concludo evidenziando che sarebbe stato facile (quanto insensibile) da parte mia cogliere quest’episodio di cronaca per evidenziare altro, ragion per cui mi asterrò dal farlo, canalizzando invece tutta la mia indignazione per chiedere a tutti di riflettere su questo: qualcuno per qualche ragione si sente tranquillo nella nostra Città a minacciare un avvocato intento ad adempiere al proprio mandato.

Quel professionista ha tenuto la schiena dritta e per questo probabilmente ha visto acuirsi le intimidazioni. Possiamo accettare ciò? Sì, evidentemente possiamo e lo si sta facendo. A seconda dei ruoli, tutti noi siamo quell’avvocato o il cliente di quell’avvocato.

Da bastonato a bastonato e consapevole di quanto poco possa valere, esprimo a quel collega di cui ignoro l’identità solidarietà e gratitudine”, conclude Ventura.