Caos Dante Alighieri, è tutti contro tutti. Pirilli attacca: ‘Falcomatà ignorante e in malafede’

Intrighi, accuse, carte bollate e misteri. Nel mentre, la Dante Alighieri sta affondando. Dal Ministero l'allarme: "O si cambia o si chiude"


Eravamo stati facili profeti. Ieri, su queste pagine, provando ad raccontare in sintesi il caos che avvolge la Dante Alighieri ormai da troppo tempo, in riferimento alla conferenza stampa andata in scena oggi presso la sala di Confindustria, scrivevamo: “L’appuntamento quindi è per sabato 12 ottobre. Non certo per avere maggiore chiarezza riguardo l’assurda ‘spy-story’ che sta tenendo in ostaggio la Dante Alighieri ormai da qualche anno, bensì per aggiungere un’altra puntata fatta nuovamente di misteri, accuse e intrighi”.

Così, puntualmente, è stato. Impossibile riannodare i fili giuridici, amministrativi, economici e gestionali di un ente che già come architettura si presenta estremamente complesso e indecifrabile. A questo, bisogna aggiungere gli ultimi anni, fatti di bilanci poco trasparenti quando non assenti, ricorsi, esclusioni, misteri, carte bollate e accuse.

La conferenza stampa fiume (oltre due ore) ha aggiunto una marea di parole e una montagna di documenti ad una vicenda già troppo verbosa e confusionaria. Qualcosa però è ugualmente emerso dalle parole del presidente dell’associazione Dante Alighieri, Umberto Pirilli, dall’ex Rettore dell’Università per Stranieri Salvatore Berlingò e da due ex consiglieri del cda, o meglio esclusi e ancora in attesa di reintegro, Beniamino Scarfone e Ruggero De Medici.

Gli scontri e le fazioni interne all’ingarbugliato universo della Dante Alighieri iniziano diversi anni fa, ma è dallo scorso giugno che la faida esplode definitivamente.

L’estromissione dell’associazione Dante Alighieri

Tutto parte dall’estromissione dell’Associazione Dante Alighieri di Reggio Calabria (presieduta da Pirilli) dal Consorzio dell’Università.

Successivamente, l’Assemblea del Consorzio ha nominato Giuseppe Falcomatà, quale presidente, e Ninni Tramontana, presidente della Camera di Commercio, vicepresidente. Nella stessa riunione è stato rinnovato il Consiglio di Amministrazione, che include il sindaco della Città metropolitana, un rappresentante del Comune, il Rettore o suo delegato, un rappresentante della Camera di Commercio e il presidente del comitato reggino della SDA, Giuseppe Bova.

Subìta l’esclusione, Pirilli ha reagito inviando una PEC al Consorzio, contestando l’esclusione dell’Associazione “Dante Alighieri”, definendola illegittima. Ha inoltre criticato la costituzione del “Comitato di Reggio Calabria APS del Terzo Settore” affiliato alla “Società Dante Alighieri” di Roma, promossa da Giuseppe Bova, che si era dimesso dal CdA dell’Università nel 2019.

Le accuse di Pirilli a Falcomatà

Frontale l’attacco di Pirilli al sindaco Falcomatà, definito senza mezzi termini ‘ignorante’ in una dozzina di circostanze.

I nostri padri dicevano “Excusatio non petita, accusatio manifesta”esordisce Pirilli riferendosi alla nota stampa emessa ieri dal primo cittadino- hanno tentato di trasformare la verità, ognuno la interpreta a modo suo. Noi abbiamo documenti che provano il contrario di quello che viene detto.

Tutto quello che è stato scritto è una grandissima porcata, lo dico con chiarezza. Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio per legge dovrebbero versare una quota annuale, ma non lo hanno mai fatto.

Come può permettersi Falcomatà di parlare senza versare un euro? Il sindaco ci ha convocato 3-4 volte, noi abbiamo pazientato che risolvesse i suoi problemi, poi probabilmente li ha risolti con chi, violando la legge, ha partecipato alle riunioni ma non poteva.

Hanno il coraggio di parlare ma sono nella condizione di essere presi a calci nel sedere. Devono pagare quanto dovuto, se no non hanno diritto di cittadinanza. Affitto e bollette le abbiamo sempre pagati noi e abbiamo le prove anche di questo. Falcomatà dice che fa denunce? Non si preoccupi, l’ho già denunciato io. La fusione con l’Università Mediterranea ? Non si poteva realizzare e in ogni caso nessuno la voleva davvero”, la sintesi dell’intervento di Pirilli.

Il presidente dell’associazione ha la volontà di vuotare il sacco e anche la serenità per farlo, si trova infatti al passo d’addio. Annuncia di lasciare la carica al più presto, dopo aver rinviato per troppo tempo su richiesta degli altri componenti.

Scarfone: “Volevano svendere la Dante per 500 mila euro”

Beniamino Scarfone, uno dei due componenti estromessi dal Cda, ci tiene a chiarire che non si tratta di una battaglia. “Noi non stiamo combattendo con nessuno ma siamo stati aggrediti e stiamo reagendo. Volevano svendere la Dante Alighieri per 500 mila euro. Siamo andati anche in Prefettura per lanciare l’allarme su quanto sta accadendo.

La nostra associazione ha governato la Dante Alighieri in modo diligente per anni, non ci sono mai stati problemi. A noi non interessa avere ragione, abbiamo sopportato sino a oggi ma è a rischio il futuro dell’università e non potevamo più stare in silenzio. Non la vogliamo mettere in politica, c’è assoluta necessità di alzare il livello”, conclude Scarfone, che insiste su questo concetto in diverse circostanze.

Da ricordare come Scarfone e De Medici, esclusi dal Cda, avrebbero pieno titolo a rientrare. Il Giudice dott. Filippo Meneghello del Tribunale civile di Reggio Calabria infatti ha disposto il reintegro dei consiglieri accertando il diritto dei ricorrenti (in un primo momento esclusi per una tripla assenza) a permanere nel Consiglio di Amministrazione dell’Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. Di questo reintegro però non vi è traccia, con i diretti interessati che assieme a Pirilli parlano delle ultime sedute del cda come di un qualcosa di “assolutamente illegittimo”.

Scarfone e le ombre sulla possibile trattativa con UniMarconi

Su queste pagine, abbiamo riportato in esclusiva di una possibile trattativa per la cessione della Dante alla università telematica UniMarconi.

Nella giornata di mercoledì 9 ottobre, ci sarebbe stata infatti una riunione del Cda alla presenza di un notaio. Riunione utile per cambiare lo statuto, escludendo il consorzio promotore di Reggio Calabria (quindi sia la nuova associazione della Società Dante Alighieri di Giuseppe Bova che l’associazione Dante Alighieri di Umberto Pirilli) e facendo entrare nuovi investitori, ovvero l’Accademia Internazionale Benefit SRL.

All’interno della stessa Accademia, si troverebbero gli stessi investitori della Università telematica UniMarconi, i cui sostenitori sono Fondazione Tertium di Roma e la Fondazione Marsilio Ficino di Roma.

Sulla vicenda, Scarfone ha affermato. “Abbiamo letto di questa possibile trattativa su CityNow, questo ci ha spinto a fare delle ricerche. Dalle visure in nostro possesso, l’Accademia Internazionale Benefit è stata costituita in questa settimana, con un capitale sociale di 30 mila euro.

In un incastro di società particolare, spunta anche una società fiduciaria, che sappiamo avere caratteristiche uniche, ovvero spesso in rappresentanza di terzi. Sono fatti, se confermati, che non posso che alimentare dubbi e incertezze. Davvero si vuole cedere la Dante Alighieri a questa società?”, la perplessità espressa da Scarfone.

L’ex Rettore Salvatore Berlingò dice di non essere d’accordo con Pirilli quando afferma che ‘Falcomatà è in malafede’, ma è l’unico punto in cui ci sono divergenze tra i due.

“La nostra priorità è avere un percorso legalmente ineccepibile, ma questo percorso il sindaco falcomatà non lo sta seguendo. Io non dico che è in malafede ma riconosco è che sta seguendo un percorso del tutto illegale, fuori dalle regole. L’attuale cda è sub-judice, ci sono vicende giudiziaria in atto sulle quali non mi esprimo, ma dico che ad oggi Scarfone e De Medici hanno pieno diritto a farne parte, come giudicato da due sentenze a favore”.

Berlingò lancia l’allarme su quello che, al netto di uno scontro tra le parti che ha stancato tutti, è il rischio principale. “Il Ministero dell’Università è stato chiaro, così non si può più andare avanti. O si trova un socio finanziatore e un Rettore nella sua pienezza entro un anno oppure si chiude.

La Dante Alighieri potrebbe essere una ricchezza per la città, dispiace vederla in questo stato”, conclude l’ex Rettore, il principale artefice degli importanti riconoscimenti nazionali ottenuti dall’ateneo reggino negli scorsi anni.

Il pensiero conclusivo di Berlingò è probabilmente il punto più importante di una vicenda allo stesso tempo sciatta e clamorosa. Quello che potrebbe essere uno degli asset principali della città, attraendo migliaia di stranieri da tutto il mondo, sfruttando la posizione baricentrica di Reggio Calabria nel Mediterraneo e più in generale la valorizzazione dei corsi di lingua italiana, è preda di interessi personali, e giochi di potere. Uno scenario triste, uno dei tanti in questo momento storico che vive la città.

A differenza di quanto accadde con il Titanic, non ci sono musicisti in questa vicenda, ma un gruppo di soggetti che (ognuno con le proprie responsabilità e ruoli istituzionali) ha incrociato o sta incrociando il suo percorso con quello della Dante Alighieri.

La visione finale che però emerge è simile: al posto di strumenti e spartiti, si agitano documenti e carte bollate. Il tutto, mentre la nave, inesorabilmente, affonda…

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