Il Pm Giuseppe Lombardo: “Separare le carriere è un rischio per la giustizia”

Il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, critica la riforma della giustizia, evidenziando i rischi della separazione delle carriere

Procuratore Giuseppe Lombardo

“L’obiettivo vero a cui tende purtroppo la riforma della giustizia non è quello di separare formalmente il pubblico ministero dal giudice. Il problema è togliere, al confronto che l’indagato e l’imputato hanno con il pm, la immediata rappresentazione di avere davanti il primo baluardo della giurisdizione. E questo è pericolosissimo soprattutto nel momento in cui non può esistere un sistema in cui il pm non è più parte della giurisdizione.”

Così ha esordito il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, durante la sua partecipazione ai “Dialoghi con la magistratura”, un incontro moderato dalla presidente dell’Anm di Reggio Calabria, Caterina Asciutto, in compagnia del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci.

Il pericolo della separazione delle carriere

Lombardo ha evidenziato:

“Separare le carriere significa dire al pubblico ministero ‘tu giudice non sei’ e questo è un problema per l’utente del sistema giustizia che incontrerà un giudice molto tempo dopo rispetto a quello che fa ora.”

Secondo il procuratore, dietro “l’utilizzo di formule che hanno importanti ricadute giornalistiche, c’è molto altro”. Analizzando i progetti di riforma, sia di iniziativa parlamentare che governativa e popolare, Lombardo nota un obiettivo ulteriore:

“Oltre alla separazione delle carriere, si inquadra il nuovo assetto dei Consigli superiori della magistratura con la modifica dell’attuale percentuale tra laici e togati. Il rapporto non sarà più di un terzo e due terzi, ma paritario. Questo significa che la componente togata sarà tendenzialmente sempre in minoranza. E questo non è un messaggio corretto.”

L’instabilità normativa e il rischio per la giustizia

Secondo Giuseppe Lombardo, uno dei problemi più gravi è l’instabilità normativa, che rischia di essere in contrasto con i principi cardine del nostro sistema costituzionale. Ha sottolineato:

“Non è immaginando un pm che fa una carriera diversa dal giudice che si rende più efficiente il sistema giustizia. Bisognerebbe ragionare su dati specifici.”

Lombardo ha espresso il timore che la separazione del pm dal giudice possa aumentare il potere delle Procure:

“Il pm non può rischiare di trovarsi in mano un potere che non sia costantemente verificato dal contatto con il suo giudice. Questo è un punto di equilibrio al quale nessuno di noi può rinunciare, indipendentemente dal fatto che il pubblico ministero separato possa avere un suo Csm e possa domani diventare sottoposto a indicazioni provenienti dal potere esecutivo.”

Il rischio di un riassetto dei poteri dello Stato

In conclusione, il procuratore ha espresso una preoccupazione più ampia:

“Il vero rischio che si corre è un riassetto complessivo tra i poteri dello Stato.”

ansa.it