Reggina, Orlandi: ‘Non c’è ancora una identità. E poi sugli Under…’

"Si è cambiato in corsa. E' fondamentale costruire un gruppo prima dell'inizio della preparazione"


Per anni nel settore giovanile della Reggina e uomo di fiducia dell’allora presidente Lillo Foti, tanto da essere lanciato in prima squadra proprio dal massimo dirigente nel 2008 dopo l’esonero di Renzo Ulivieri. Al termine di quella stagione Nevio Orlandi riesce a conquistare una incredibile salvezza e viene confermato per la stagione successiva. Ma mister Orlandi è anche profondo conoscitore del campionato di serie D con la soddisfazione di averlo vinto sulla panchina della Vibonese. Il suo punto di vista sulla attuale Reggina, ai microfoni di CityNow:

Ho sempre seguito la Reggina, questa squadra ancora oggi è in cerca di una identità, sia nello specifico e quindi per quello che riguarda il singolo calciatore come anche per modello di gioco. Al momento tra Coppa Italia e campionato per quello che ho visto, rimango un pò perplesso. Credo che mister Pergolizzi durante il lavoro settimanale stia cercando la soluzione migliore, ma il tempo scorre e i punti vengono meno, considerato che si partiva come favoriti“.

I motivi di questo ritardo

Probabilmente può avere inciso la doppia fase di calciomercato, si è cambiato in corsa. E’ fondamentale costruire un gruppo prima dell’inizio della preparazione e poi eventualmente puntellarla con qualche elemento, qui si è cambiato molto in corsa. In campionati come questi non basta avere calciatori con un buon curriculum, serve corsa, temperamento, attitudine al torneo stesso. Insomma il classico elemento di categoria“.

La valutazione sugli Under

Va valutato anche il discorso degli Under, per ogni anno di età (2004-05-06) è necessario avere un doppione e forse qualcosa in più. Perchè lo richiede il campionato tra squalifiche, cali di forma, infortuni. Io sono sempre stato dell’avviso che un allenatore prima e durante la partita deve avere la capacità di modificare il modo di stare in campo anche in base all’avversario, fermo restando che una identità precisa ci deve essere. Se ho carenza di Under e non sempre li posso schierare, non devo impostare la mia squadra adattandoli agli Over. I giovani devono essere un punto di partenza e non un completamento“.

La preoccupazione dei tifosi

Penso che nel calcio nulla si debba inventare. Semplicità, quindi mettere in campo un undici scorrevole, senza grandi cose ma lavorando sui concetti principali.

La preoccupazione dei tifoso è legittima. Guarda la classifica e i risultati del campo e quindi è normale che sia così. Ma per esperienze personali dico che nulla si può dare per scontato anche in caso di passo falso a Siracusa. Nell’anno in cui sono subentrato a Vibo eravamo a meno tredici dal Troina e poi quel campionato lo abbiamo vinto. A Siracusa il risultato è apertissimo, poi ci sarà il recupero con l’Acireale. In base a quello che accadrà in terra aretusea potrà cambiare lo stato d’animo, ma intanto si pensi a uscire bene dal confronto diretto di domenica“.