Reggio, gli ecomostri ereditati dall’ARDiS fanno arrossire la Mediterranea. Primo passo verso la demolizione?

E' una delle tante incompiute in città. Mediterranea e Anas a confronto per la riqualificazione dell'intera area


Rappresentano la peggiore cartolina per l’ateneo di Reggio Calabria. I quattro enormi ecomostri, ai piedi della Facoltà di Ingegneria, guardano dal basso la Mediterranea e fanno arrossire, da quasi due decenni, migliaia di studenti.

I quattro fabbricati, naturalmente incompatibili con l’ambiente circostante, hanno un impatto devastante, per chi attraversa la strada verso Vito che porta ai Dipertimenti di Agraria e Ingegneria.

Quale la storia di questi manufatti?

edifici abbandonati mediterranea

“La Mediterranea eredita queste costruzioni dall’ente ARDiS che si occupava del diritto allo studio. In quasi tutte le regioni d’Italia continua a essere un ente autonomo con lo scopo di sostenere il diritto allo studio. In Calabria invece, la Regione, all’epoca, ha commissariato e liquidato tale ente passandone le competenze alle Università – spiega il Rettore della Mediterranea prof. Giuseppe Zimbalatti – E’ bene sottolineare che la Mediterranea ha ereditato le opere dall’ARDiS“.

Nessuno, fino ad oggi, è riuscito a sciogliere il nodo dei quattro ecomostri. Ma adesso, la Mediterranea, con a capo il Rettore Zimbalatti, intende sbloccare l’iter per riqualificare l’intera area.

“C’è un progetto Anas che interessa il viadotto dell’autostrada che sovrasta le strutture e che taglia in due la cittadella universitaria – continua il Rettore – Le carte di quel progetto prevedono l’abbattimento e la demolizione del ponte esistente con la costruzione di un nuovo ponte, costruito più a valle, proprio in corrispondenza dei quattro edifici”.

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Mediterranea e Anas dunque dialogheranno sul futuro di quell’area con l’ipotesi demolizione, che al momento appare scontata, viste le condizioni degli edifici.

La fase attuale è solo interlocutoria e sono allo studio una serie di opzioni di riqualificazione della zona ma è già un primo passo avanti. L’area, dalle enormi potenzialità, potrebbe ad esempio accogliere un centro sportivo o ludico, destinato alle attività della Mediterranea.