Arresti nelle curve di Inter e Milan: le mani della ‘ndrangheta su gadget, bevande e parcheggi

Il patto per la spartizione dei biglietti della finale Champions. La "sudditanza dell'Inter" e l'arresto del bodyguard di Fedez


Una “inchiesta emblematica” quella che ha portato all’arresto di 19 capi ultras dell’Inter e del Milan perchè, spiega in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, “costringe ad aprire gli occhi su una realtà di rischi, evidenti da tempo, di una deriva criminale negli stadi italiani e di condizionamenti criminali”.

Estorsioni sulla vendita dei biglietti delle partite di Inter e Milan, il pizzo sui parcheggi attorno allo stadio, accordi per spartirsi i profitti su bibite e gadget, risse.

Le 500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare –riporta Agi- fanno emergere un “patto di non belligeranza sugli spalti a prima vista connesso a una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera”.

L’aggravante mafiosa viene contestata solo ai capi nerazzurri ma, nota il procuratore Marcello Viola, “sono visibili tentativi di avvicinamento da parte della criminalità organizzata anche nella curva milanista che è comunque caratterizzata da forme di violenza di straordinaria gravità”.

Le società “sono danneggiate, nessun loro funzionario è indagato” sottolinea il magistrato. Il gip Domenico Santoro scrive che “le indagini condotte hanno evidenziato che la società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”.

La Procura ha aperto un ‘procedimento di prevenzione’ nei confronti dei club. Viola ha già assicurato che “pur essendoci dei profili di criticità, siamo certi della loro collaborazione”. Agli atti ci sono anche “pressioni su vecchi calciatori, Materazzi- Zanetti” e sull’allenatore Simone Inzaghi da parte di Marco Ferdico, uno degli ultrà arrestati, per ottenere 1500 biglietti per l’ingresso alla finale di Champions League Inter-Manchester City.

E la richiesta di due ultrà al giocatore Skriniar di non andarsene. “Tremava di paura…” commentano i leader dei tifosi dopo averlo incontrato. Dall’inchiesta che ha decapitato le curve risaltano anche i rapporti tra Fedez, non indagato, e Luca Lucci, storico leader milanista, pure lui in carcere, e si viene a sapere di una richiesta del cantante al capo della curva per essere aiutato ad “avere la possibilità di somministrare una bevanda da lui sponsorizzata all’interno dello stadio Meazza”.

Ancora, si manifestano le “ambizioni imprenditoriali” di Lucci nel settore musicale per i suoi rapporti personali con i cantanti rap come Fedez Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno”. Relazioni che “gli hanno consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Hagag Islam”, molto vicino a Federico Lucia e arrestato con Lucci, “già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese”.

Arrestato anche il bodyguard di Fedez

Tra gli arrestati figura anche il bodyguard di Fedez, Christian Rosiello, che ha preso parte al pestaggio del personal trainer dei vip Cristiano Iovino. Rosiello e Hagag, accusati di associazione per delinquere finalizzata a violenze da stadio ed estorsioni, nei giorni scorsi erano a Parigi con il cantante in occasione della settimana della moda nella capitale francese.

Nelle carte dell’inchiesta che ha decapitato le curve di Inter e Milan, c’è anche una conversazione tra l’allenatore nerazzurro Simone Inzaghi e uno degli arrestati, Marco Ferdico. Il tema sono i biglietti della finale di Coppa Italia con la Fiorentina.

Riporta il gip: “Ferdico ha esplicitamente chiesto a Inzaghi di intervenire con la società, o meglio direttamente con Marotta, al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti ‘te la faccio breve Mister…ci hanno dato 1.000 biglietti…noi ci siam fatti due conti…ne abbiamo bisogno 200 in più per esser tranquilli…ma non per fare bagarinaggio, mister arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta “.

Inzaghi promette di intercedere con i vertici societari: “Parlo con Ferri con Zanetti con Marotta … parlo con quelli… verrò su…poi ti faccio sapere qualcosa…gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti. Marco io mi attivo e ti dico cosa mi dicono … chiaramente io”. Ferdico interviene per precisare che “il direttore Marotta…bisogna parlare con lui…perchè lui ha l’ultima parola…tutto qua”.

A riprova del patto di non belligeranza tra la Curva Nord dell’Inter e quella Sud del Milano ci sarebbe stato anche un accordo verbale tra la triade Ferdico-Bellocco-Beretta e il duo Lucci-Cataldo sulla spartizione del ricavato del bagarinaggio dei biglietti della finale di Champions League a Istanbul del 2023/24 a prescindere di quale due squadre avesse vinto il derby in semifinale.

“Stavo pensando nella mia testolina bacata, ma se ci dovesse essere un derby di semifinale – dice Marco Ferdico a Andrea Beretta – non possiam … potrebbe andare a parlare con quello là e dirgli, oh qualsiasi cosa succede facciamo meta’ per uno, se passate voi ci tirate in mezzo a noi se passiamo noi vi tiriamo in mezzo a voi conti alla mano, organizziamo tutto insieme cosi’ non esci mai perdente”.

La proposta sarebbe stata accettata da Lucci dopo un incontro – documentato da un servizio di osservazione della Squadra mobile – nel suo negozio di tatuaggi a Cologno Monzese. Dalle intercettazioni ambientali emerge che i vertici della Sud avrebbero deciso di piazzare i tagliandi ottenuti a 925 euro cadauno.