Gestione incendi, Reggio Bene Comune: ‘La solita farsa: piano regionale inapplicato’
"Intervenga la Prefettura con un tavolo tecnico per evitare un ulteriore e drammatico aggravio di danni ambientali, sociali ed economici" la nota
12 Agosto 2024 - 12:17 | Comunicato
Di seguito la nota stampa a firma del collettivo del movimento politico ‘Reggio Bene Comune‘ sulla gestione degli incendi in Calabria.
Dichiara nella nota il collettivo di Reggio Bene Comune:
“Se non fosse vero sembrerebbe un film surreale e distopico; purtroppo, invece, la gestione degli incendi estiva è un concreto disastro: annunciato e puntuale. Per l’ennesimo anno, da decenni, il territorio collinare viene messo a ferro e “fuoco” (è proprio il caso di dire): negli stessi punti, negli stessi periodi, con le stesse modalità strategiche”.
Spiega nella nota il movimento reggino:
“Citiamo il caso emblematico della zona tra Santa Domenica di Terreti ed Ortì; solo ieri interessata da due incendi di cui uno spento in tarda mattinata e “riattivato” solo dopo alcune ore senza alcun tipo di controllo. Nell’ultimo mese queste zone hanno subito l’ingiuria delle fiamme per almeno altre tre volte che si aggiungono a quella di ieri. Eppure, chi vive in zona, ormai lo sa e lo dà quasi per scontato: i punti, da sempre, sono quelli e non vi è più alcun dubbio che (sfruttando le condizioni climatiche di alcuni giorni) saranno appiccati incendi per devastare quel che resta di vegetazione, uliveti, pinete, querceti. In un periodo di emergenza climatica, siccità, penuria drammatica d’acqua e dissesto idrogeologico – prosegue la nota – la prevenzione e la gestione degli incendi dovrebbe essere cosa prioritaria e fondamentale. Il piano antincendi regionale sembra carta straccia; mai applicato e sempre lacunario. Non si capisce come vengano di fatto impegnate risorse economiche ed umane previste, perché il territorio è assolutamente privo di qualsivoglia tipo di controllo: non esistono presìdi e chi vuole operare criminalmente con le fiamme lo fa in modo del tutto indisturbato”.
Prosegue la nota:
“In un posto minimamente civile, invece, gli accessi all’area collinare, quindi al Parco d’Aspromonte, sarebbero assolutamente presidiati con controlli a tappeto su chi entra e chi esce; soprattutto lo sarebbero i punti strategici di avvistamento e supervisione del territorio. Gli spot di Occhiuto sull’impiego dei droni appaiono tragicomici e grotteschi; perché la dotazione di droni della Regione è talmente minima da non riuscire a coprire neppure una sola provincia calabrese; le fiamme, qualche settimana fa, hanno insidiato finanche la “Cittadella” regionale: a riprova di quanto inutile marketing politico si faccia quando poi la realtà è completamente diversa. Al contempo, ci chiediamo, dove sono quelle Forze preposte al contrasto di questi tipi di reati? Come è possibile che, zona per zona, non vengano monitorati soggetti altamente sospetti rispetto a questi crimini? Come è possibile che delle attività così prevedibili non vengano contrastate in alcun modo? Come è possibile che sulle aree bruciate d’inverno compaiano pascoli di mucche, capre e pecore senza che nessun provvedimento venga adottato come previsto per legge? A pensar male forse non si sbaglia ma alla cultura del sospetto preferiamo quella della giustizia: non possiamo accettare che interi territori ed intere comunità siano in ostaggio di pochi delinquenti che operano per infimi interessi economici, più che per sindromi da piromania”.
Conclude la nota di Reggio Bene Comune:
“Non possiamo accettare che ogni anno vengano distrutti centinaia di ettari di vegetazione causando un dissesto idrogeologico che paghiamo puntualmente con le prime piogge e gli smottamenti che causano disagi se non pericolosi incidenti. Non possiamo accettare che venga compromesso il ciclo dell’acqua; rispetto al quale alberi e vegetazione svolgono una funzione decisiva ed essenziale. Il senso di impotenza e di rabbia che accompagna la consapevolezza di queste gravissime mancanze istituzionali non può non incrociare alcuna risposta concreta. Sono passati solo pochi anni dall’apocalisse che ha devastato il Parco d’Aspromonte; eppure nessuno ha pagato: come, del resto, da decenni per tutto il resto del territorio. Facciamo appello alla Prefetta Clara Vaccaro per convocare un tavolo tecnico tematico che richiami ogni Autorità ed ogni Istituzione al proprio doveroso impegno per evitare un ulteriore e drammatico aggravio di danni ambientali, sociali ed economici alle comunità reggine dell’area collinare e montana. Non possiamo concederci più alcun tipo di alibi perché siamo andati già oltre la soglia del non ritorno. Solo se vi saranno risposte serie la popolazione troverà la forza, il coraggio e la fiducia di denunciare riacquisendo la dignità smarrita Nel frattempo anche stamattina Reggio si sveglia invasa dal fumo in un’altra giornata caldissima”