Operazione Ducale, l’incontro ‘chiarificatore’ tra Falcomatà e Don Foderaro

Incontro organizzato da Daniel Barillà. Il prete amareggiato per il comportamento tenuto dal sindaco


Operazione Ducale, come emerso nei giorni scorsi c’è anche un sacerdote, Antonio Foderaro, di 61 anni, incaricato diocesano per l’informatica e direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose, tra gli indagati nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria su presunti intrecci tra politica e ‘ndrangheta per realizzare “affari” e gestire il potere allo scopo di farsi reciproci favori e ottenere vantaggi in vari settori della pubblica amministrazione.

È quanto emerge dal fascicolo dell’indagine della che l’11 giugno scorso ha portato all’emissione di 14 misure cautelari.

Nominato “decano della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale” di Napoli, il prelato reggino è indagato per scambio elettorale politico-mafioso per suoi rapporti con l’indagato Daniel Barillà, finito prima ai domiciliari e poi all’obbligo di firma.

Agli atti dell’inchiesta ci sono numerose intercettazioni – scrivono i carabinieri del Ros – “aventi come tema principale le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria”.

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A “don Antonello“, come viene chiamato, i carabinieri del Ros dedicano un intero capitolo dell’informativa consegnata al procuratore Giovanni Bombardieri, agli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e al sostituto della Direzione distrettuale antimafia Salvatore Rossello: gli investigatori evidenziano in particolare “il dinamismo relazionale” tra il prelato e Daniel Barillà, principale indagato del filone “politico” dell’inchiesta, “grande elettore” di Pd e Fratelli d’Italia e genero del presunto boss Domenico Araniti di Sambatello.

L’incontro in Seminario

Un incontro tra tre persone per chiarire questioni che in passato non erano state risolte, fino a portare alla lamentela riguardante il “comportamento scorretto del sindaco”, che avrebbe compromesso i rapporti personali e minato la spinta per la campagna elettorale a favore del candidato sindaco di Reggio Calabria nel 2020, supportato dal centrosinistra, Giuseppe Falcomatà, impegnato a ottenere la rielezione come sindaco del capoluogo calabrese.

Nell’ambito delle indagini, è emerso che Foderaro, già noto come docente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e come ex decano della Pontificia Facoltà Teologica del Mezzogiorno d’Italia a Napoli, avrebbe confidato al suo interlocutore il proprio disappunto riguardo al comportamento del sindaco.

A Daniel Barillà -riporta Gazzetta del Sud- interessava riappacificare Giuseppe Falcomatà e don Antonello Foderaro. I Carabinieri evidenziano nelle carte dell’indagine: “Barillà Daniel chiedeva a Foderaro Antonio la possibilità di fissare questo incontro con il primo cittadino Falconatà Giuseppe con la preghiera però di non fargli fare brutta figura. Il Foderaro acconsentiva alla richiesta del giovane e l’appuntamento veniva fissato per il primo pomeriggio di venerdi 4 settembre presso il Seminario”.

Per il Ros -si legge sul Fatto Quotidiano- si tratta di “dinamiche” che “restituiscono alcuni dati di palmare evidenza desumibili dalle risultanze tecniche acquisite”: “Non può non rilevarsi che don Antonello Foderaro, che ricopre incarichi di assoluto rilievo in ambito ecclesiastico, riconosce, nonostante la giovane età, Daniel Barillà come punto di riferimento in ambito cittadino tanto da rivolgersi a lui per ottenere indicazioni su come e dove orientare le preferenze elettorali di cui dispone”.

Nelle prossime settimane i pm dovranno decidere se ci sono gli elementi per esercitare l’azione penale nei confronti del sacerdote o se la sua posizione nell’inchiesta “Ducale” è destinata ad essere archiviata. Ma intanto i suoi rapporti con Barillà e le loro conversazioni su voti e candidati gli sono costate un’iscrizione nel registro degli indagati.