Ponte sullo Stretto, il WWF contro il Governo: ‘Altissimo rischio di cantieri aperti sine die’

Il Wwf chiede ai Parlamentari di non autorizzare l’apertura di cantieri senza un progetto esecutivo

Ponte Stretto Messina 2

Mentre la Sicilia muore di sete – con una siccità dovuta sia alla crisi climatica sia all’arretratezza delle infrastrutture idriche – il Governo Meloni impegna oltre 13 mld di euro per un’opera inutile e rischiosa come il ponte sullo Stretto di Messina, contro la quale continuano ad accumularsi vulnus messi in evidenza dalle forze ambientaliste.

In particolare, con una nuova nota appena inviata a tutti i deputati, il Wwf ribadisce la propria contrarietà al progetto e alla proposta del Governo, inserita nel decreto Infrastrutture – attualmente in fase di conversione in legge alla Camera – di procedere all’approvazione del ponte sullo Stretto per parti separate consentendo così subito l’apertura dei cantieri. Per l’associazione ambientalista, di fatto, non sussistono i termini per convertire in legge quanto stabilito del Governo con l’art. 2 del decreto-legge n. 89/2024.

Nel merito, il Panda nazionale ha inviato copia della relazione tecnica prodotta da Antonino Risitano – ordinario del Politecnico di Torino – con cui si documenta come nello stesso progetto esecutivo del Ponte sia esplicitamente espressa la raccomandazione di procedere preliminarmente con una serie “test di fatica” soprattutto sulla tenuta dei cavi e degli appoggi nella fase di progettazione esecutiva; test però ritenuti impossibili per la mancanza di macchinari idonei dato il dimensionamento delle parti che devono essere testate.

«La posizione tecnica del prof. Risitano non può essere ignorata – sottolinea il Wwf – visto che si vuole procedere ad approvare l’opera per parti separate cantierabili, poiché questa procedura deve necessariamente basarsi sulla certezza della fattibilità di tutte le parti: non ha alcun senso approvare stralci esecutivi di un ponte a cui non possono seguire stralci altrettanto esecutivi».

Il Wwf chiede dunque ai Parlamentari di agire con coerenza e dare concretezza a quanto indicato dal progetto che si vorrebbe realizzare e quindi di non autorizzare l’apertura di cantieri senza un progetto esecutivo che dimostri l’effettiva fattibilità dell’opera con i test strutturali che lo stesso progettista indica.

«In assenza di questa verifica preventiva di fattibilità, il rischio di cantieri aperti sine die è altissimo – sottolinea il Panda nazionale – con conseguente peggioramento della vivibilità complessiva dei contesti territoriali interessati. Questo per non dire delle ripercussioni pesantissime sul piano dei costi dell’opera».

Proprio sul fronte dei finanziamenti, l’ad della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha recentemente dichiarato che l’Unione europea è disponibile a co-finanziare la parte ferroviaria dell’opera. Ma questa al momento non è infatti una certezza.

Gli ambientalisti concludono infatti sottolineando come la Commissaria ai trasporti dell’Ue, Adina Valean, appena il 7 luglio scorso abbia dichiarato “Non conosciamo la decisione finale riguardo al Ponte sullo Stretto” e in una risposta ad un’interrogazione abbia specificato che “senza conoscere l’esito degli studi preparatori non è possibile formulare ipotesi su un potenziale contributo dell’Unione Europea alle attività di costruzione del ponte previsto, e quindi sui potenziali impatti sul bilancio complessivo” aggiungendo che “la Commissione non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva per il ponte, pertanto le mappe del regolamento Tet-T riveduto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea”.