Centro sportivo S. Agata: Ballarino ha chiesto di accorciare i tempi, la Città Metropolitana li allunga

Bisogna programmare la prossima stagione. La Reggina ha un nuovo problema da risolvere


Al sindaco Falcomatà dico che abbiamo urgente bisogno di avere a disposizione il nostro centro sportivo, attendiamo l’assegnazione, bisogna programmare”.

La richiesta del DG Ballarino al primo cittadino in quella conferenza stampa che sembrava avesse sancito in maniera definitiva un percorso a braccetto verso una nuova costruzione del futuro calcistico a Reggio Calabria. Richiesta, conseguenziale a quella possibilità di avere l’assegnazione in forma diretta e senza passare da un bando, dopo essere stati gli unici a presentarsi alla manifestazione di interesse per il centro sportivo S. Agata con un progetto ritenuto valido e funzionale.

Nella giornata di ieri, invece, la comunicazione di un obbligo a procedere attraverso evidenza pubblica. Una condizione ritenuta necessaria per l’assegnazione ma anche con l’idea di allargare la partecipazione ad altri eventuali investitori e che inevitabilmente allunga fortemente i tempi rispetto a quello che si poteva immaginare, l’opposto rispetto all’urgente bisogno che reclamava il patron amaranto. Si dovrebbe partire come impostazione di base dallo studio di fattibilità presentato dalla LFA Reggio e la Soseteg proponendo sullo stesso delle migliorie. Superfluo sottolineare che sarebbe una beffa incredibile, qualora non dovesse essere la società amaranto ad aggiudicarsi il bando su un suo progetto.

E per quanto celere possa essere l’espletamento della procedura, è facile immaginare che non prima della metà di luglio se ne possa venire fuori. Inutile evidenziare che sul piano della programmazione questo comporta gravi disagi e notevoli difficoltà alla Reggina che, pur riuscendo a ottenere una proroga (l’attuale scadenza è fissata al 30 giugno), è impensabile proceda per esempio alla sistemazione dei campi in erba naturale per lo svolgimento degli allenamenti, dovendo investire tanto denaro senza avere la certezza di poter rimanere in futuro all’interno della struttura.

Dopo le numerose difficoltà affrontate durante il corso della stagione, le contestazioni diffuse, critiche e polemiche che non si sono mai placate, con l’acquisizione del marchio e il cambio ormai certo della denominazione, tutto sembrava incanalarsi per il verso giusto, mentre adesso bisognerà far fronte a nuove e inaspettate problematiche verso le quali vedremo come si porrà la società.

Si era pronti a intervenire da subito sui campi da gioco per poi procedere sulla riqualificazione delle strutture.