Oliveto, macellaio uccide il ladro. I vicini: ‘La casa è inviolabile, se entri ti becchi le conseguenze’

"Francesco è un persona d'oro, un padre di famiglia, un gran lavoratore. Tre rapine in meno di un anno. Non vanno arrestati i ladri, ma il burattinaio..."


Sono trascorsi quattro giorni dal terribile fatto di cronaca che ha colpito la comunità di Oliveto, a Croce Valanidi. Francesco Putortì, macellaio 48enne si era trasferito da poco meno di cinque anni nella piccola frazione collinare a sud di Reggio Calabria. Voleva una vita tranquilla, lontano dal caos della città per vivere in serenità insieme alla moglie e al figlio, diciottenne.

Da lunedì 27 maggio però la vita di Francesco è stata stravolta. Lui, un uomo tranquillo e pacifico, incensurato ha sorpreso i ladri in casa, ha avuto paura, ha preso un coltello e aggredito uno dei malviventi. Poco più tardi il ladro accoltellato, trasportato e abbandonato dagli altri sul piazzale dell’ospedale ‘Morelli’, perde la vita.

Francesco Putortì viene fermato e si trova in carcere con l’accusa di omicidio e tentato omicidio. Entro domani il Gip Giovanna Sergi si dovrà esprimere e decidere se convalidare l’arresto del macellaio ed emettere o meno un’ordinanza di custodia cautelare.

Oliveto Macellaio (2)

Siamo stati questa mattina a Oliveto, per comprendere lo stato d’animo dei residenti e dei vicini di casa. Spenti i riflettori, la piccola frazione di Croce Valanidi, è ancora scossa e sotto choc. Alcuni non hanno voglia di parlare, altri invece sono più disponibili a commentare la triste vicenda che ha portato un padre di famiglia, lavoratore instancabile, in carcere perchè accusato di omicidio volontario.

Francesco ha agito esclusivamente in ossequio a quel principio naturale che ci connota come uomini, mors tua vita mea – dichiara una vicina di casa – Sono attimi, istanti e non sono cose preventivabili. In quel momento, davanti a due, tre ladri che ti piombano in casa ci si può paralizzare dalla paura o agire d’istinto e andare all’attacco. Francesco è una bravissima persona. Probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Da un lato c’è un padre di famiglia che ogni giorno si alza per portare il pane in casa, dall’altra parte ci sono dei delinquenti che ogni giorno si svegliano per andare a rubare il pane in casa altrui”.

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I residenti del piccolo borgo collinare hanno già subito diverse rapine nel recente passato. Tanti i dubbi, tante le domande. Tra tutte, una: come mai ladri siciliani o provenienti da altre zone vengono proprio qui a Oliveto?

“Ci sarà una persona del luogo che indica gli scenari, indirizza e imbocca i malviventi. C’è sempre il burattinaio della situazione. Non ci interessa che arrestino i ladri – commenta ancora un residente di Oliveto – E’ importante che i ladri facciano il nome del basista. E’ da lì che dipende tutto”.

Tre rapine in un anno. Famiglie violentate e spogliate dei propri averi. Adesso i residenti dicono basta:

“La casa è un luogo sacro e inviolabile e ognuno di noi ha il diritto di difenderla come vuole. Se entri a casa mia senza invito, ti becchi le conseguenze. Non stenderemo di certo il tappeto rosso né gli offriremo il caffè…”