Sanità in Calabria, Bruni: ‘Angosciata per continue aggressioni a personale sanitario’
"Se non si interviene rapidamente la situazione peggiorerà nei prossimi mesi. Gli annunci non bastano più” così la Bruni
10 Gennaio 2024 - 11:48 | Comunicato
Di seguito la nota con le dichiarazioni di Amalia Bruni, Consigliere regionale Partito democratico e vicepresidente Commissione Sanità.
Dichiara la Bruni:
“Sono davvero molto preoccupata per le aggressioni a medici e al personale sanitario che si succedono con frequenza sempre più preoccupante nelle nostre strutture e, purtroppo, credo che la situazione sia destinata a peggiorare nei mesi a venire. In Italia nel 63% dei Pronto Soccorso si verifica in media almeno un episodio di violenza fisica e, nella metà dei casi, questo avviene nelle strutture in cui il sovraffollamento di pazienti è maggiore (dati Simeu). Una situazione non più sostenibile rispetto alla quale la politica non può restare a guardare senza fare praticamente nulla. Siamo di fronte a una escalation di violenza che non accenna a fermarsi. Ogni giorno leggiamo una sorta di bollettino di guerra, solo negli ultimi giorni abbiamo appreso dell’infermiera presa a pugni presso il Pronto Soccorso di un Ospedale della Campania e delle aggressioni nella guardia medica di Soriano ed al Pronto Soccorso di Vibo”.
Prosegue la Bruni:
“In tutta Italia, nel 2022 si sono registrate oltre 1600 aggressioni (fonte INAIL) che hanno avuto come vittime donne nella stragrande maggioranza dei casi. Tutto questo non è più tollerabile. In Calabria si sono verificati addirittura degli omicidi senza che questo, al di là delle solite dichiarazioni del momento, cambiasse qualcosa. La situazione è gravissima, non servono a niente i soliti annunci e se non si interviene con determinazione e provvedimenti mirati, andrà sempre peggio. Attese lunghissime nei Pronto Soccorso, file interminabili per una visita o per un esame diagnostico fanno salire la tensione al massimo che poi fa esplodere la rabbia dei familiari che quasi sempre viene scaricata sul personale medico. E questo nonostante che i colleghi lavorino in condizioni di estremo disagio, con un organico ampiamente sottodimensionato e senza sufficienti presidi di pubblica sicurezza che tutelino la loro incolumità e quella di tutti i pazienti”.
Conclude la Bruni:
“La mancanza di programmazione, l’assoluta incapacità di spendere le risorse che pure ci sono (per esempio i fondi Covid), e la solita lentezza nell’assumere decisioni ci hanno portato a questo punto. Bisogna che Regione e Commissario in primis si scrollino di dosso questa inerzia, altrimenti rischiamo una tragedia al giorno. Noi siamo disponibili a dare una mano come sempre, se davvero c’è volontà di risolvere il problema”.