Reggio, caso piste ciclabili (capitolo 1): la triste realtà dei ‘nuovi’ km al centro e in zona nord – FOTO
Abbiamo percorso la ciclovia di Pentimele, e attraversato, metro per metro, il tratto della pista di Santa Caterina e di quella che va dalla stazione Lido alla Mediterranea. Semplicemente scoraggiante quello che abbiamo potuto accertare
04 Gennaio 2024 - 20:12 | di Vincenzo Comi
No, non si tratta un fotomontaggio.
Purtroppo per i reggini, la foto in evidenza e le tante altre che seguiranno nell’articolo, rappresentano la triste ed avvilente realtà delle nuove arterie urbane dedicate ai ciclisti.
Dopo le polemiche di fine anno, sull’andamento dei lavori della ciclovia rossa di Pentimele, e dopo i tanti campanelli di allarme che risuonavano dagli altri cantieri, politici ed addetti ai lavori avevano assicurato ai cittadini che le piste sarebbero state eseguite a regola d’arte e che i primi sei chilometri, tra cui anche la ciclovia di Pentimele, sarebbero stati realizzati con tanto di collaudo entro il 31 dicembre 2023.
Da ricordare come il Comune di Reggio Calabria è risultato beneficiario di un contributo pari a € 4.519.903,00, che prevede la realizzazione di 18 km di nuove piste ciclabili, di cui 6 appunto che avrebbero dovuto vedere la luce entro fine 2023 e gli altri 12 km entro il 30/06/2026.
Tempistiche a parte (agli enormi ritardi delle opere pubbliche siamo ormai abituati), sono le modalità di esecuzione che ad oggi preoccupano. E i risultati, ad oggi ancora parziali, fanno a dir poco arrossire. Altro che lavori a regola d’arte…Il nostro tour inizia con la ciclovia ‘bicolor’ di Pentimele.
Il tratto lato mare è rosso, quello ‘a monte’ nero. Le diverse tonalità sarebbero l’ultimo dei problemi se solo la pista fosse stata messa in sicurezza con il normale posizionamento dei new jersey e la presenza segnaletica orizzontale e verticale, ahinoi assente. Le grate dei tombini, risultano poi diverse tra loro, alcune pittate di rosso, altre dal contorno, ci auguriamo provvisorio, bianco.
Alcuni bidoni della spazzatura infine sostano in bella vista lungo la via provinciale Vecchia Archi impedendo di fatto il passaggio di ipotetiche bici.
Ci spostiamo in via Roma, e qui inizia la seconda linea di intervento con il collegamento che in teoria avrebbe dovuto unire la stazione Lido alla Mediterranea. E che si sarebbe dovuto completare anche questo, entro la fine del 2023.
I lavori, a quanto pare, non sono arrivati nemmeno al 30 per cento. Il tratto di asfalto stratificato percorre l’intera via Roma, gira improvvisamente lungo via Monsignor De Lorenzo per poi interrompersi in via De Nava.
Nessun altro lavoro è stato fatto fino ad oggi. Il risultato? Un percorso con strade devastate e perlopiù pericolose a causa dei dislivelli tra tombini e manto stradale.
C’è infine il terzo tratto che più di tutti fa arrossire e che dovrebbe creare imbarazzo tra gli addetti ai lavori. Ovvero quello che da piazza Mino Reitano sale verso la Mediterranea.
Curve a gomito con improvvisi cambi di direzione, restringimenti, tratti delimitati da una sola striscia bianca, pezzi di pista sul marciapiede (e i pedoni dove camminano, sulla strada?), e altre porzioni a zig e zag.
Insomma peggio di così, non si poteva ottenere. Del resto basta osservare le foto o farsi un bel giro (non in bici) per poter osservare l’incredibile incapacità di politici, progettisti, tecnici ed esecutori.
Tutti, ad ogni livello, avrebbero dovuto e potuto interrompere l’assurda realizzazione (per fortuna parziale) dei lavori.
Adesso che i termini annunciati sono scaduti, ci chiediamo, chi sono i responsabili? Quanti soldi sono stati spesi esattamente per queste piste illogiche e pericolose?
Terminato il tour in centro ed in zona nord domani proseguiremo in zona sud per verificare l’andamento degli altri cantieri. Ma purtroppo sappiamo già cosa ci aspetta…