30 anni senza don Italo Calabrò: la messa e la dedica del sindaco Falcomatà – FOTO

"Don Italo è una delle stelle più luminose a brillare nel cielo della notte reggina"


Oggi, 16 giugno 2020, la Chiesa reggina – bovese ricorderà don Italo Calabrò nel trentesimo anniversario dalla scomparsa.

L’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fiorini Morosini, celebrerà la messa in suffragio del sacerdote reggino prematuramente scomparso nel 1990. La liturgia è prevista per martedì 16 alle ore 18:00 nella Basilica cattedrale di Reggio Calabria. Per facilitare la partecipazione di tutti, la messa sarà trasmessa in streaming sul profilo Facebook de L’Avvenire di Calabria.

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“…amate tutti coloro che incontrate sulla vostra strada, nessuno escluso, mai!”.

Anche il sindaco Giuseppe Falcomatà nei giorni scorsi aveva ricordato il pastore della chiesa reggina. Il Castello Aragonese, durante il weekend, è stato illuminato con delle proiezioni a lui dedicate.

“Don Italo è una delle stelle più luminose a brillare nel cielo della notte reggina. Un pastore buono, docile nell’aspetto ma deciso nei modi, un sacerdote che ha sempre dedicato la sua vita agli altri, specialmente ai più fragili, agli ultimi.

Tra i primi a comprendere quanto la ‘ndrangheta fosse un nemico feroce per il futuro della Città, annunciando il Vangelo, Don Italo ha saputo contrastare la criminalità organizzata con la parola e con l’esempio, in un periodo in cui i morti ammazzati per mano mafiosa si contavano a decine per strada.

Per questo suo impegno a favore della giustizia e della legalità è stato spesso definito un “monsignore dell’antimafia”. Ma don Italo non era un prete contro, semplicemente era un sacerdote impegnato al fianco degli uomini, per offrire loro una nuova opportunità, un sostegno, un modo per recuperare.

A trent’anni dalla sua scomparsa quelle parole “nessuno escluso, mai” suonano ancora per tutti noi come un vero e proprio testamento spirituale, un insegnamento da perseguire ogni giorno con impegno e volontà.

Questa notte abbiamo voluto che fossero impresse sulle mura del nostro Castello Aragonese. Un messaggio di speranza, un impegno, un monito per ognuno di noi, affinché ogni cittadino che passando lì di fronte leggerà quella frase, possa conoscere o ricordare un pezzettino della storia di Don Italo, attualizzando il suo straordinario insegnamento e facendolo rivivere nell’agire quotidiano di ognuno di noi”.