Al Teatro Primo di Villa lo spettacolo ‘Me ne Vado’ tra odio, paure e desideri

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Me ne vado è un piccolo dolore. Parla delle paure che ho. Parla dell’odio che provo e che credo proviamo. Parla del desiderio di andarsene, anche da se stessi.

Me ne vado è un viaggio crudele ma ironico intorno al mondo. Intorno alle storie del mondo.

Quelle storie che hanno fatto sì che gli uomini partano, se ne vadano. Se ne vadano alla ricerca di un luogo felice.

O almeno vivibile. Nel ’99 sono stata in Albania, l’Albania si mostrò eccessivamente forte davanti ai miei occhi, per non vederla. Mi sorprese quel “paesaggio umano” così somigliante a quello della mia città, Tucumàn, in Argentina, così somigliante a Trieste, in quell’Istria che lasciò mio padre, alla Beirut che lasciò mio nonno quando se ne andò alla volta di Tucumàn.

Chiamo “paesaggio umano” quel paesaggio urbano, misto tra gente e luogo, misto tra abitanti di un luogo e il luogo stesso. Questi uomini e la loro terra non possono essere separati, perché questa terra ha fatto diventare così questi uomini, e questi uomini hanno fatto di questa terra quello che è.

 Sono legati loro malgrado per sempre. Anche quando se ne vanno. Così è stato per mio nonno. Così è stato per mio padre. Così per me.
Le ragioni. Quando le ragioni diventano troppo urgenti, quando le ragioni si fanno così numerose da accavallarsi, da mescolarsi fra di loro, fino a diventare solo una melma illogica di ragioni. A quel punto non c’è famiglia, non c’è amore, non c’è patria che tenga. Il tuo partire diventa urgente, come una bomba, come una guerra, diventa cieco. E le ragioni se ne vanno a puttane. Perché a quel punto l’urgenza è diventata tutto.

 Ecco, ho deciso di scrivere un testo che raccontasse, non in forma di narrazione, ma in forma di situazioni-poetiche, l’andarsene. Ho deciso di scegliere anche un punto di vista: il mio. E presumere dunque, che il mio arbitrario punto di vista, possa essere sufficiente, per raccontarvi questa storia.
Me ne vado è uno sfogo. È lo sfogo di quattro generazioni di emigranti.

Marcela Serli

Andarsene è il pensiero costante di chi si sente straniero nel proprio paese,di chi si sente straniero ovunque. Come se la salvezza fosse muoversi!
Chissà qual è la salvezza, chissà dove sta. Questa è la domanda che mi pongo.

Stagione Teatrale 2015/16
ME NE VADO
di e con Marcela Serli

Progetto vincitore del Premio “Emergenze 2009″con il sostegno della Provincia di Massa Carrara
e dell’Associazione Arts Village

Primo premio “I racconti dell’isola” Isolacasateatro (Milano)

Dettagli:
Sabato 19 Dicembre ore 21:00 – Apertura Sala ore 20:00
Domenica 20 Dicembre ore 18:15 – Apertura Sala ore 17:30
Ingresso: € 12,00 – Ridotto (under 24): € 8,00
Consigliata la prenotazione: 347.6973297 – 327.6169903
teatroprimo@gmail.com
www.teatroprimo.it