173 anni dalla Fondazione della Polizia, il discorso del Questore: ‘Essere poliziotti è una missione, non un lavoro’ – FOTO

La Rosa si rivolge anche ai giovani: “I mafiosi sono uomini senza onore che vi rubano il futuro con false promesse. State lontani da loro”

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Durante la cerimonia per il 173° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, celebrata in una cornice istituzionale e ricca di partecipanti di rilievo, il questore Salvatore La Rosa ha pronunciato un discorso appassionato dal quale traspare l’orgoglio e l’impegno quotidiano dei poliziotti. Il testo, rivolto a numerose autorità, colleghi e giovani, sottolinea il valore del “servizio” e della dedizione che contraddistinguono chi opera per la sicurezza dei cittadini.

Di seguito, riportiamo integralmente il discorso:

“Sig. Prefetto, Magnifico Rettore, Sig. Presidente la Corte d’Appello, Slg. Procuratore Generale, Sigg. Magistrati, illustri Autorità Civili, Militari e Religiose, pregiatissimi ospitanti, cari studenti, stimatissimi colleghi, vi ringrazio per essere qui ad impreziosire con la vostra presenza la cerimonia.

Quest’oggi, dunque, vogliamo sottolineare, ricordando con voi, l’impegno e la dedizione dei “poliziotti” che, come dice la nostra Carta Costituzionale, quotidianamente prestano il loro “servizio” con disciplina e onore.

Invero la Costituzione parla di “cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche” che hanno il “dovere di adempierle”, appunto, “con disciplina e onore”; io, invece, parlo di “servizio” perché è così che usa dire un poliziotto, perché “Noi” non andiamo al lavoro ma “in servizio”, perché “Noi” non svolgiamo semplicemente “pubbliche funzioni” ma “serviamo lo Stato” e, prima ancora, i suoi cittadini con passione, coraggio e l’orgoglio di indossare la nostra uniforme.

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Preliminarmente, ritengo doveroso rivolgere un pensiero ai nostri tanti, troppi caduti, che abbiamo ricordato quest’oggi con la deposizione dl una corona, ai piedi della targa loro dedicata in Questura, e soprattutto con una preghiera.

Il loro sacrificio e la loro memoria devono essere per noi sempre presenti e rappresentare una vera e propria stella polare nello svolgimento quotidiano del nostro servizio al cittadino e allo Stato.

Quelle vite spezzate, quelle “divise insanguinate” sono l’espressione compiuta della sublimazione del “dovere” di presenza, di ausilio e dl tutela della collettività e dello Stato di diritto.

Ricordare i nostri colleghi caduti non è, quindi, solo rispetto, non è solo fare memoria ma è, soprattutto, sottolineare “l’appartenenza” ad una tradizione di orgogliosa fedeltà alla Patria che ci richiama al giuramento prestato, alla responsabilità ed alla continuità dell’impegno nei confronti dei cittadini affidati alle nostre cure.

Ecco, il distillato di questi concetti, lnvero, sta tutto nel nostro motto #essercisempre.

Ancora, in tema di sentimenti di appartenenza alla gloriosa famiglia della Polizia di Stato, mi piace ricordare l’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, della quale mi onoro di essere socio Benemerito ed Onorario.

Gli amici dell’ANPS sono veri e propri “Poliziotti per sempre” e sono, più di ogni altro, i custodi della nostra memoria.

A loro va la mia profonda stima per quanto hanno dato alla nostra causa e alla collettività.

Secondo le regole del protocollo, dovrei, a questo punto, presentare i dati, le percentuali, le clfre dell’attività svolta nell’ultimo anno dalla Polizia di Stato nel nostro territorio ma so che, senz’altro, vi tedierei al pari di quanto io stesso mi sia annoiato nelle numerose occasioni in cui ho ascoltato altri esibire freddi numeri, spesso spiegati con accorta indulgenza.

Ho preferito, superando le liturgie del cerimoniale, compendiare in una nota esplicativa, che sarà consegnata agli organi di stampa, il resoconto delle attività relative all’ultimo anno.

È stato un anno di intenso e faticoso lavoro in cui la Polizia di Stato, con tutte le sue articolazioni territoriali, ha rafforzato l’azione sinergica sia con la Magistratura che con le altre Agenzie che si occupano di sicurezza in uno scenario in rapido divenire.

Riforme profonde hanno inciso sul nostro modo di lavorare ma la grande capacità di adattamento alle novità ha consentito di mantenere elevati gli standard di produttività.

È proprio questa una delle cose di cui vado maggiormente orgoglioso, cioè la capacità che possiede la struttura, che mi onoro di guidare, di adattarsi alle nuove esigenze, di affrontare le novità, in una parola di essere duttile e di saper fornire risposte rapide e concrete alle esigenze di sicurezza emergenti.

In quest’ultimo anno, sotto il profilo dell’ordine pubblico, abbiamo affrontato anche alcuni scenari complessi come, ad esempio, il G7 del Commercio Internazionale o il Concertone RAI di Capodanno. In queste, come in occasione delle tante altre manifestazioni di carattere sportivo o spettacolare che hanno interessato la nostra provincia, la Questura e, più in generale la Polizia di Stato reggina, ha garantito la necessaria coesione di sicurezza, lavorando in stretta sinergia con le altre “Agenzie” che si occupano di sicurezza nel nostro territorio, e così dimostrando l’efficienza della “Squadra Stato”, abilmente guidata dal Sig. Prefetto, nella sua declinazione afferente la “Security”.

I risultati positivi sotto il profilo dell’O.P. sono anche il frutto della pianificazione fatta nel c.d. “Tavolo Tecnico del Questore” che, ricevuto il testimone dal Coordinato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto, si qualifica come imprescindibile strumento di governo tecnico degli eventi pubblici, di armonizzazione degli aspetti di “security” e di quelli di “safety”, di condivisione delle conoscenze, di analisi delle criticità e, soprattutto, svolge una funzione che io reputo insostituibile e che coinvolge tutti gli Enti e i privati interessati all’evento, i quali finiscono per percepire il proprio ruolocome parte sostanziale e fondamentale di un disegno comune il cui esito finale è inscindibilmente legato alla partecipazione responsabile di ogni singolo attore.

Il risultato è, quindi, il prodotto della collaborazione piena e leale tra il Sig. Prefetto, d.ssa Clara Vaccaro, che nuovamente ringrazio per la sapiente regia, la Polizia di Stato e gli altri Enti che nel nostro territorio si occupano di sicurezza con i cui Comandanti, il Generale Cesario Todaro e il Colonnello Agostino Tortora, si è costruito e consolidato un rapporto positivo, franco e costruttivo nell’unico interesse di formare il miglior servizio possibile alla collettività.

In quest’ultimo anno, poi, sono state molteplici le occasioni in cui la Polizia di Stato, insieme alle altre forze di polizia, ha disimpegnato servizi Interforze, soprattutto nelle aree in cui il degrado è maggiore, estendendo la partecipazione anche alle Polizie Locali e così mettendo a fattor comune non solo le forze ma soprattutto le competenze, con una “contaminazione di saperi” che non può che essere fonte di crescita reciproca per tutti gli attori e che finisce per fornire al cittadino un servizio integrato e più efficace.

Sempre in questo ambito, mi piace sottolineare il lavoro, spesso oscuro, della Sala Operativa provinciale, ormai divenuta ancora più centrale con l’avvento del nuovo Numero Unico Europeo. Se è vero, infatti, che i poliziotti che operano sulla Volante sono il nostro front-office sulla strada e sono quelli che, di fatto, sono a contatto con i richiedenti l’intervento e con il loro dolore, non può dimenticarsi come coloro che presidiano la Sala Operativa siano i veri artefici di una grande quantità di azioni di pronto intervento e soccorso, spesso delicate e interconnesse, in cui si concretizza il servizio di Controllo del Territorio e Soccorso Pubblico.

Nel corso dell’anno, inoltre, si sono consolidati i già sperimentati moduli operativi, con il coinvolgimento delle altre Forze di Polizia, delle Polizie Locali e dei Militari dell’E.I. di “Strade Sicure”, che hanno anche consentito la prevenzione e il contenimento della cosiddetta malamovida.

Oltre a questi aspetti, in tema di prevenzione “lato sensu”, mi piace ricordare:

  • l’importante e spesso oscuro lavoro della Digos, anch’essa destinataria di nuove risorse, che, supportata dalle UIGOS dei Commissariati distaccati, segue in modo intelligente e discreto le vicende più spinose che si agitano in provincia, fornendo un insostituibile contributo informativo anche per la predisposizione dei servizi di Ordine Pubblico;
  • la specificità dell’azione della Polizia Stradale e della Polizia Ferroviaria in tema di sicurezza autostradale e di prevenzione dei reati nelle stazioni e sui treni;
  • la peculiarità del prezioso servizio reso dalla Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica, in tema di protezione dalle insidie della rete Internet;
  • il fervore operativo, efficace e deciso, dei Commissariati di P.S. di Gioia Tauro, Siderno, Palmi, Polistena, Bovalino e Villa San Giovanni, insostituibili presidi di legalità in territori in cui storicamente è presente una criminalità aggressiva e determinata;
  • l’operosità dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di Condofuri, Taurianova e Cittanova che, in contesti notoriamente complessi, riescono, pur con risorse limitate, a garantire puntualmente le attività provvedimentali a loro delegate e sono per quei territori importanti riferimenti per la popolazione e le istituzioni;
  • la laboriosità degli Uffici con competenze di Polizia di Frontiera che garantiscono, senza sbavature, la sicurezza aeroportuale nell’ormai consolidata realtà dell’aeroporto Tito Minniti e quella marittima presso il gigantesco Porto di Gioia Tauro;
  • il prezioso ed insostituibile lavoro delle donne e degli uomini del V Reparto Volo che forniscono le adeguate coperture dall’alto in occasione di servizi di Ordine Pubblico, di Polizia Giudiziaria o si cimentano in pericolosi interventi di Pubblico Soccorso;
  • l’attività della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, che si occupa del rilascio o del diniego di licenze ed autorizzazioni di polizia e del rilascio dei passaporti. In questo campo, un enorme sforzo di snellimento delle procedure è stato realizzato nell’ultimo anno, con ricadute positive in termini di risposta all’utenza. A seguito di istruttorie costanti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, il sottoscritto ha adottato nr. 4 provvedimenti, in base all’art. 100 del TULPS, di chiusura temporanea di locali pubblici, dove si erano verificati gravi reati o che risultavano assiduamente frequentati da pregiudicati;
  • lo sforzo quotidiano degli uomini e delle donne dell’Ufficio Scorte e dei Commissariati, che disimpegnano lo stesso servizio e che, pur con risorse umane limitate, riescono, senza errori, a garantire la sicurezza dei tanti tutelati;
  • l’efficace azione della Divisione Anticrimine che ha prodotto, nell’anno preso in considerazione, numerosi provvedimenti di prevenzione, tra Fogli di Via e Avvisi Orali, nonché ha elaborato numerose Proposte di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza e di Misure di Prevenzione Patrimoniale, anche nei confronti di soggetti protagonisti di gravi condotte di stalking o di maltrattamenti in famiglia. In quest’ottica, sono stati emessi nr. 61 ammonimenti del Questore nei confronti di stalker e maltrattanti, e la medesima Divisione ha istruito ed emesso nr. 19 provvedimenti di DASPO nei confronti di soggetti che, in occasioni di manifestazioni sportive, hanno commesso atti di violenza o turbative dell’ordine pubblico, oltre a un provvedimento di DACUR (il cosiddetto Daspo Urbano), strumento che tutela il decoro urbano e l’accesso a zone sensibili, a condizione che siano adottati regolamenti comunali specifici.
  • l’attività febbrile dell’Ufficio Immigrazione che, oltre al rilascio di oltre una decina di migliaia di titoli di soggiorno, affronta l’immigrazione irregolare in perfetta sinergia con il Commissariato di P.S. di Siderno e il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, in occasione dei 40 sbarchi che hanno interessato i nostri porti e le nostre coste. È stata altresì importante l’azione dedicata alle espulsioni degli irregolari, concretizzata in nr. 109 provvedimenti eseguiti tramite accompagnamento alla frontiera, rimpatrio volontario o trattenimento in un Centro per i Rilpatri;
  • l’impagabile lavoro svolto, spesso con sacrifici personali, dagli uomini del XII Reparto Mobile di Reggio Calabria, impegnati in turni prolungati, il cui peso è ancor più evidente se svolto lontano dalla sede di servizio;
  • il prezioso lavoro delle altre articolazioni, come l’Ufficio Tecnico Logistico, l’Ufficio Risorse Umane, l’Ufficio Amministrativo Contabile e l’Ufficio Sanitario, che, sebbene meno visibili, assicurano il corretto funzionamento dell’intera struttura con la gestione delle risorse umane ed economiche necessarie.
  • un ringraziamento speciale va al nostro Cappellano per la sua opera di assistenza spirituale.

Sottolineo anche l’impegno e la professionalità del personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno operante in Questura e negli altri Uffici della Polizia di Stato in provincia. Senza il loro apporto specializzato, il nostro lavoro sarebbe molto più arduo.

Un pensiero non può poi non andare al mio Ufficio di Staff, in particolare all’Ufficio di Gabinetto e al mio Vicario, il dr. Angelo Morablto, con cui pianifico quotidianamente i servizi di Ordine Pubblico e prendo decisioni cruciali sulle tematiche organizzative e sui nuovi moduli operativi.

Durante quest’ultimo anno, sono state quasi 3800 le ordinanze redatte dall’Ufficio di Gabinetto per disciplinare altrettanti servizi di Ordine Pubblico, e numerosi sono stati gli interventi in situazioni complesse, sia per fenomeni migratori che per eventi ricorrenti.

Desidero ricordare, inoltre, i complessi servizi svolti nel luglio scorso per la sicurezza del Vertice G7 del Commercio Internazionale, e quelli che hanno permesso al Concertone di Capodanno organizzato dalla RAI a Reggio Calabria di procedere in sicurezza.

Sempre in ambito di ordine pubblico, ho adottato numerosi divieti di esequie in forma pubblica nei confronti di individui condannati per mafia; in quest’ultimo anno sono stati emessi 15 provvedimenti in tal senso, un numero che, sebbene elevato, rispecchia la realtà operativa della nostra provincia, storicamente segnata dalla presenza della ‘ndrangheta.

La lotta allandrangheta rimane una priorità fondamentale per il Questore di Reggio Calabria e per la Polizia di Stato. In questa battaglia, la collaborazione con la Magistratura inquirente è piena e leale, e la Polizia ha messo a disposizione ulteriori risorse umane e materiali per intensificare le indagini.

Per contrastare in modo ancora più deciso il fenomeno criminale, soprattutto nella sua espressione più pericolosa – la ‘ndrangheta – è stata rafforzata la Squadra Mobile, unitamente alla SISCO e con il supporto del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica e delle Squadre di P.S. dei Commissariati distaccati, in collaborazione con le Procure di Palmi, di Locri e della Procura dei Minori reggina.

Tuttavia, l’attività di repressione non potrà mai raggiungere l’obiettivo della sconfitta definitiva della ‘ndrangheta senza debellare la cultura che la sostiene. Questo obiettivo richiede un ribaltamento culturale, una vera rivoluzione copernicana che parta dalla piena informazione e dalla corretta formazione dei giovani, e dalla creazione di alternative valide.

Ai giovani di questa terra dico: non abbandonate mai i vostri sogni, studiate, lavorate con impegno e onestà, battetevi per una società più giusta e ricordate che la strada, per quanto impervia, porta sempre a risultati. Voi siete gli artefici del vostro futuro.

Purtroppo, se i nostri giovani non troveranno sbocchi lavorativi dignitosi nella loro terra, saranno costretti ad allontanarsi o diventeranno preda delle consorterie criminali che promettono falsamente facili guadagni e potere.

Concludo quindi rivolgendomi ai giovani: “I mafiosi sono uomini senza onore che vi rubano il futuro con false promesse. State lontani da loro”, e alla politica chiedo di fare tutto il possibile per permettere ai nostri ragazzi di crescere qui, rendendola migliore.

Completato questo ampio excursus sulle attività della Polizia di Stato in provincia di Reggio Calabria, mi avvio alla conclusione.

In un’epoca in cui tutto muta a ritmi vertiginosi, anche noi della Polizia di Stato ci sforziamo, con un pizzico di inmodestia, di essere “sul pezzo”. Le riforme e le rivisitazioni organizzative rendono la nostra Istituzione un cantiere aperto.

A livello provinciale, quest’ultimo anno ha visto percorsi di riorganizzazione per rendere la nostra struttura più snella e rispondente alle esigenze di sicurezza.

Ciò è il frutto di coraggio e di collaborazione con le Segreterie Provinciali delle OO.SS. della Polizia di Stato, che ringrazio per i preziosi suggerimenti che hanno alleggerito il già difficile lavoro dei nostri uomini e migliorato il servizio offerto ai cittadini.

In sintesi, questo è stato un anno molto impegnativo, affrontato grazie alla professionalità e all’impegno incondizionato di molti.

In vista della nuova stagione, che sarà il frutto di un rinnovamento finalizzato a rendere la Polizia di Stato ancora più efficiente, permettetemi di rivolgermi direttamente ai miei uomini.

“Ragazzi”, vi dico con franchezza, “diventare ‘Poliziotti’ per caso non è possibile. Non potete svolgere questa ‘missione’ senza che emergano nel profondo quelle nobili motivazioni che vi permettono di affrontare ansie e sacrifici, pur sapendo che la carriera è lenta e con poche soddisfazioni economiche.

Solo le persone rispettabili comprendono appieno il nostro sacrificio quotidiano. Al contrario, parte della società civile richiede solo che scopriamo i delitti e assicuriamo i delinquenti, dimenticando il nostro impegno.

Se non riusciamo, ci considereranno incapaci o addirittura venduti alla criminalità. Quando invece ci riusciamo, spesso siamo sospettati di aver usato mezzi illeciti e violenti.

Vi ricordo che, mentre un criminale, anche il più violento, potrà contare su benpensanti che lo difendono, il poliziotto raramente può contare su chi lo supporta.

Anche se cadiamo in servizio, non aspettate ringraziamenti, perché questo è parte del rischio. L’unica cosa certa è l’applicazione della norma che ci protegge e ci rende forti.

Nessuno ci obbliga a fare i poliziotti se non la passione e il coraggio che ci spingono a rischiare per difendere gli altri. Questa dedizione è il nostro compenso, quando, prima di uscire di casa, guardandoci allo specchio possiamo dire: “Eccolo qui, lo sbirro che oggi rischia la pelle per difendere quella degli altri. Senza di lui, i figli di papà e mammà si sentirebbero persi e non oserebbero uscire.”

Questo è uno dei pochi momenti di soddisfazione che possiamo aspettarci dal nostro lavoro.

Detto questo, mi rendo conto, come vostro Capo, che non è facile richiedervi un ulteriore sforzo, un maggiore impegno in un’epoca in cui molti di voi sono più anziani, stanchi e appannati. Tuttavia, sono convinto che, insieme, possiamo offrire ancora di più.

A voi e alle vostre famiglie, che vivete quotidianamente le inevitabili sfide del nostro impegno, va il mio più sentito ringraziamento per ciò che avete fatto, che fate, che farete e per lo sforzo ulteriore che vi sto richiedendo.

A voi, esempio di lealtà, che scrivete in silenzio pagine di dedizione al dovere e all’attaccamento allo Stato, chiedo di trascinare anche chi ha smarrito la strada.

Donne e Uomini della Polizia di Stato di Reggio Calabria, formulo a voi, prima che a me stesso, i miei più vivi, sentiti e vibranti auguri per il nostro 173° anniversario.

Viva la Polizia di Stato! Viva il Tricolore!

Viva l’Italia!

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